Sarah (Federica Pala) viene descritta come una ragazzina in cerca di affetto, in perenne contrasto con la madre Concetta Serrano (Imma Valli), che è testimone di Geova, e molto attaccata alla famiglia della sorella materna Cosima (Vanessa Scalera), in particolare alla di lei figlia Sabrina (Giulia Perulli). Sarah ignora quanto in realtà la cugina sia invidiosa della sua magrezza e del fascino che sembra esercitare sul ragazzo più bello del paese, Ivano (Giancarlo Commare), di cui Sabrina è innamorata e da cui viene poi respinta.
È una serie, Qui non è Hollywood, che fa leva sulla contrapposizione tra i suoi personaggi femminili, così come sull’assenza della componente maschile in queste due famiglie: il padre e il fratello di Sarah lavorano al Nord, Michele Misseri (Paolo De Vita) vive all’ombra di moglie e figlia. Anche il rapporto con la fede religiosa e la dimensione ultraterrena (premonizioni, visioni) occupa un ruolo preciso nella caratterizzazione dei protagonisti, nello specifico di Michele. Nulla è lasciato al caso, soprattutto il cast, notevole anche nell’aderenza fisica: Giulia Perulli è ingrassata oltre 20 chili per interpretare Sabrina; Vanessa Scalera indossa un trucco prostetico molto efficace.
Rispettosa della verità giudiziaria, almeno quella emersa dai tre gradi di giudizio, Qui non è Hollywood è un’operazione tutto sommato corretta e credibile, che non insegue il morboso, ma che fa sua l’ambizione di esplorare la complessità del male (come ha dichiarato il regista), ricercando quelle debolezze e quei turbamenti interiori che possano spiegare e motivare azioni così gravi e oscure.
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Foto di copertina di Lorenzo Pesce