In occasione degli ottant’anni dell’Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, intervistiamo il presidente Zoello Forni: “Il Testo Unico infortuni non è aggiornato dal 1965. I governi parlano di sicurezza solo davanti alle tragedie”
Capire le cause per risolvere le conseguenze
Tra i commenti pervenuti in redazione per partecipare all’ultimo contest che abbiamo lanciato, il migliore è stato quello di Francesca Parisi, che pubblichiamo: potrà quindi partecipare alla nostra prossima riunione di redazione e scegliere con noi il tema per il contest successivo. Il tema lanciato il 17 giugno scorso chiedeva se fosse il caso di Tornare […]
Tra i commenti pervenuti in redazione per partecipare all’ultimo contest che abbiamo lanciato, il migliore è stato quello di Francesca Parisi, che pubblichiamo: potrà quindi partecipare alla nostra prossima riunione di redazione e scegliere con noi il tema per il contest successivo.
Il tema lanciato il 17 giugno scorso chiedeva se fosse il caso di Tornare al manifatturiero per crescere?
In una fase di crisi, come quella che ancora oggi l’Italia sta vivendo, si propone di incentivare il manifatturiero per poter cercare una soluzione che porti ad una crescita del paese.
Per meglio analizzare il problema, forse bisognerebbe chiedersi quali siano state le cause che hanno portato l’industria manifatturiera italiana, così importante, a non resistere in tempo di crisi. Scelte di tipo fiscale, l’incapacità di proteggere risorse importanti quali il Made in Italy con politiche adeguate, la scelta di disincentivare le scuole e la formazione professionalizzante, gli inesistenti aiuti ai piccoli imprenditori, sono alcuni fra i fattori che non hanno consentito all’industria di non compromettere la propria capacità produttiva.
La crisi, per definizione, porta a un momento di cambiamento inevitabile e traumatico ma, come insegna la filosofia orientale, può essere fonte di grandi opportunità. Volendo guardare alle possibilità di opportunità future che l’Italia potrebbe cogliere, è indispensabile riuscire a apprendere dagli errori passati, al fine di non ripeterli, e imparare a prevedere quali potrebbero essere le conseguenze negative che, se non considerate, potrebbero portare a perdite nel futuro maggiori rispetto ai guadagni ottenibili nel breve termine.
Pensare a una politica economica, che sappia ragionare coordinando tra loro le manovre relative ai singoli elementi che compongono l’intera economia di un paese, potrebbe risultare vincente.
Le imprese influenzano il destino del territorio in cui operano e hanno perciò una responsabilità nei confronti della società e dell’ambiente di cui fanno parte. Una parziale soluzione alla crisi potrebbe essere quella di attuare politiche che siano in grado incentivare l’impresa manifatturiera, nella speranza che questa, in una fase futura di ripresa, sia in grado di dare opportunità al territorio, e non dimentichi la fiducia che gli è stata data, distruggendolo nuovamente.
Leggi anche
La nomina del trentaquattrenne primo ministro francese ha dato la stura a diversi commenti dalla superficialità imbarazzante sui giovani in Francia e in Italia. Quando si riporta la questione al contesto politico, però, le cose cambiano, e i due Paesi non sembrano più così differenti
Recensiamo “Senza intellettuali” di Giorgio Caravale, uscito per Laterza. La politica italiana e come ha usato la cultura: solo per sé stessa