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Editoriale 06. Turista per caso
Viaggi e vacanze non sono la stessa cosa. Si viaggia per motivi diversi ma si va in vacanza con un obiettivo comune. Siamo abituati a pensare che il turista per caso sia il viaggiatore valigia in mano e nessun programma, quello che parte con spirito di avventura improvvisando pernottamenti e tragitti sulle pieghe del momento. […]
Viaggi e vacanze non sono la stessa cosa.
Si viaggia per motivi diversi ma si va in vacanza con un obiettivo comune.
Siamo abituati a pensare che il turista per caso sia il viaggiatore valigia in mano e nessun programma, quello che parte con spirito di avventura improvvisando pernottamenti e tragitti sulle pieghe del momento. Anche chi viaggia per lavoro, però, è a suo modo un turista per caso ma semplicemente non lo sa.
In questo numero di Senza Filtro abbiamo messo la lente sul segmento del business travel per capire quanto viaggiano le imprese italiane, dove vanno e perché, a quali costi, con quali criteri di scelta si muovono, cosa trovano dall’altra parte quando arrivano a destinazione.
Cercando le intersezioni tra turismo e viaggi di lavoro, ci siamo fatti un’idea chiara sulla scarsa formazione professionale nelle strutture ricettive, sulla gestione del revenue nelle politiche dei prezzi, su come i millennials abbiano cambiato gli stili, sulla visione distorta degli Enti Fiera italiani quando si parla di business, sul fatto che quando l’economia frena bisognerebbe viaggiare di più, sulla ristorazione vincente nella hotellerie italiana, sul forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, sul nuovo concetto di produttività mentre si lavora connessi da ogni angolo. Abbiamo anche capito che in molte aziende non è chiaro chi debba occuparsi di travel management, con tutti i costi di gestione interna che finiscono per sommarsi ai costi stesse delle trasferte.
C’è anche del buono, certo: sono le storie dei liberi professionisti, chiamati ogni giorno a decodificare casualità e variabili da trasferta per far quadrare i conti a fine mese e per ritessere dal basso una rete ben più umana.
Sulla grande ambiguità che circola on line attorno alle parole business travel, basti citare il consiglio di diventare camionisti a chi ami spostarsi, non avere una postazione fissa e soprattutto a chi abbia un carattere introverso (Nicole Fallon, Business News Daily del 10 febbraio scorso). Peccato però che il camionista non faccia viaggi di lavoro ma faccia soltanto il suo lavoro e non credo nemmeno con toni così entusiasti.
Viaggi e vacanze non sono la stessa cosa nemmeno in fatto di mete.
L’ultima fotografia ISTAT sulle destinazioni preferite dagli italiani colloca nel 2014 Francia e Spagna sul podio delle vere e proprie mete turistiche, confermando la Germania leader per i viaggi d’affari (21,9%). Fuori Europa, invece, svettano Marocco e Tunisia per lo svago e gli Stati Uniti per gli affari (8%). Anche un recente studio dell’Oxford Economics institute non ha esitato a fornire dati previsionali eloquenti sul peso che la Germania riveste e continuerà a rivestire come migliore piazza turistica sulla scacchiera europea da qui in avanti, segnando – in ipotesi – addirittura un +5,4% annuo da qui al 2023.
Petra Hedorfer, a capo della DZT (Deutsche Zentrale für Tourismus, organizzazione strategica del Governo), spiega proprio che la Germania sta organizzando da circa dieci anni l’incoming turistico tedesco in un’ottica anche commerciale, unendo paesaggi e mercato e puntando sull’attrattività verso i Paesi emergenti (India, Brasile e Golfo arabo dopo che la Cina ha già consolidato negli ultimi anni il suo peso sulla bilancia tedesca).
Ancora una volta la Germania tenta di imporre un modello di rigore, fatto di pianificazione e contenuti che portano risultati. E noi all’ultimo banco, visti dalla loro cattedra.
Meno male che la cronaca turistica degli ultimi giorni ci regala due piccoli soddisfazioni. Non tanto il fatto che la Cancelliera Merkel sia sbarcata ancora una volta a Ischia per le sue vacanze, quanto il gesto del tassista fiorentino Aldo Innocenti che ha restituito ad una turista tedesca il computer portatile e gli oggetti di valore dimenticati durante la corsa, addirittura riportandoglieli personalmente a San Gimignano dove stava alloggiando. “In Germania” – ha scritto lei alla compagnia SoCoTa-Radio Taxi 4242 per ringraziarli- “è un’eccezione che, persi simili oggetti di valore, siano notificati e restituiti”.
Grazie, Signora Leibinger-Holbach e venga a trovarci più spesso.
Angela, ora come la mettiamo?
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