Attraverso i social network e le piattaforme porno amatoriali oggi il sexting e il sesso sono sempre più sdoganati e sempre meno tabù, tanto che si parla di “ipersessualizzazione” della società. Per Leto è ingiusto però demonizzare il ruolo dei social in questo senso.
“Con ogni probabilità, oggi il tema della sessualità è qualcosa di cui si può parlare maggiormente anche grazie ai social network, i quali non propongono solo temi – quindi immagini e contenuti di natura sessualizzata – ma provano anche a condurre una psicoeducazione che possa arrivare ai giovani e non solo. Oggi molti giovani arrivano a intraprendere percorsi psicosessuologici anche grazie a queste pagine, le quali forniscono spunti, danno informazioni in pillole e permettono di alimentare domande, curiosità e quindi una conoscenza di sé e l’altro più sviluppata.”
“È chiaro,” specifica la sessuologa, “che questa tipologia di contenuti e l’effetto che può avere sulla persona siano ben differenti rispetto alle piattaforme pornografiche di natura sia amatoriale che non. Tuttavia, è necessario non demonizzare la pornografia e non farla diventare qualcosa di negativo.”
“Quando parliamo di sexting, invece, è necessario fare due riflessioni distinte. Da una parte, il sexting permette alle coppie, ad esempio, di scoprire una nuova dimensione della sessualità, fatta di fantasie, oltre a fornire un modo per rimanere in contatto se distanti o per incrementare un livello di eccitazione durante una giornata, che può trovare il suo picco massimo di piacere una volta ricongiunti. Allo stesso tempo è vero anche che il principale interlocutore del sexting è lo schermo, e che se questo da una parte rappresenta un buon modo per sperimentare una forte disinibizione, dall’altra parte può essere il simbolo della paura del contatto e del rapporto carnale, e dunque una protezione che l’individuo pone fra sé e l’altro. In conclusione, non possiamo generalizzare, ma valutare di volta in volta di cosa si tratti, tenendo la mente sgombra da pregiudizi che annebbiano e creano solo confusione nel clinico che si interfaccia con una persona.”
Si fa presto a puntare il dito e a mettere un carico morale su tutti i fenomeni che riguardano il sesso, la più scabrosa e quotidiana delle esperienze umane. Se queste tendenze sono un’ebbrezza destinata a mitigarsi da sé o se segneranno l’avvento di una nuova esperienza della sfera intima, è ancora presto per capirlo: l’era della pornografia accessibile è ancora troppo giovane per esprimere consensi o dissensi.
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Photo credits: cinematographe.it