Quando proviamo a capire ciò che ci succede, quasi sempre sembriamo oscillare tra l’apologia del cambiamento e il terrore della crisi. A maggior ragione ciò accade quando ci riferiamo al lavoro. Senza pensare che cambiamento e crisi sono due parole assai prossime nel loro significato. In quest’oscillazione si manifesta dunque un legittimo bisogno umano, probabilmente. […]
È cambiato tutto, evviva!
Si, lo so che avete visto l’ultima puntata di Report, poi siete andati a letto incazzati e la mattina dopo, vi siete svegliati alla solita ora, avete fatto la solita colazione, la solita cacca, vi siete vestiti, siete andati a lavorare su internet in qualche ufficio affrontando un’ora di traffico, avete fatto le solite chiacchiere […]
Si, lo so che avete visto l’ultima puntata di Report, poi siete andati a letto incazzati e la mattina dopo, vi siete svegliati alla solita ora, avete fatto la solita colazione, la solita cacca, vi siete vestiti, siete andati a lavorare su internet in qualche ufficio affrontando un’ora di traffico, avete fatto le solite chiacchiere alla macchinetta del caffè dove qualcuno ha detto “Non è cambiato niente” e gli avete pure dato ragione.
No, è qui che vi sbagliate.
È cambiato tutto.
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di essere messi così? Di giocare di continuo con degli smartfon, di andare a fare la maratona di New York, di cliccare “mi piace” su una foto di Gianni Morandi che butta un sacchetto della spazzatura nel “bidone del rusco” (il cassonetto)?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, voi e la vostra amica babbiona coetanea di farvi un selfie, tipo quando vi facevate le fototessere a quindici anni?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di lavorare gratis e dire “è un’opportunità”?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di guardare il film di prima visione in streaming, sdraiati su un letto con un computer portatile (o un tablet) insieme al vostro gatto?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di inviare una foto del vostro gatto alla vostra ex fidanzatina delle media (vi siete ritrovati grazie a Facebook) che ora vive in Australia da sola insieme a un cane?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di uscire con un bambino di tre mesi e portarlo con voi in osteria?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di vedere ancora La Pimpa, Barbapapà Doraemon in televisione?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di essere mantenuti dai vostri genitori, pur avendo un lavoro?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di avviare una startup bio e di diventare degli spietati imprenditori che non assumono con regolare contratto a tempo indeterminato perché “un dipendente costa un casino e guadagna più di me”?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di guardare le previsioni del tempo e aver paura della neve, del caldo, della pioggia o delle nuvole?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di andare in bici, sentirvi fighi e dare degli sfigati ai vostri amici retrogradi che usano ancora l’automobile?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di andare a vedere il concerto dei Rolling Stones insieme ai vostri genitori?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di lamentarvi della crisi mentre su internet progettate il vostro viaggio di un mese con “Avventure nel mondo” in Nepal insieme agli amici del liceo?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di sentirvi più giovani di quando eravate giovani?
Avreste mai pensato a quasi cinquant’anni, ma anche solo a quaranta, di essere così felicemente deficienti?
Meglio così, poteva andare decisamente peggio.
Mai stati meglio, altro che.
È cambiato tutto.
Evviva.
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