Settimana di 4 giorni

a cura di
Andrea Valente
Nasce in un secolo breve, cresce in quello corrente, ma appartiene a un altro secolo ancora. Pugliese, anche se avrebbe potuto rivendersi con origini più intricate. Studia lettere, parla tre lingue e ne capisce cinque, eventi da CV che punteggiano una vita dedicata alla lettura e alla scrittura – in quest’ordine. Le prime commissioni editoriali le svolge per i compagni di banco; riprende anni dopo occupandosi di correzione di manoscritti, valutazione di testi e scrittura digitale. A nove anni si appassiona alla poesia, a diciannove alla linguistica, a ventinove al vino. Diventa sommelier; su poeta e linguista sta ancora lavorando, e continuerà per molto tempo. Prevede che a trentanove anni si entusiasmerà per il giornalismo, per cui ha scelto di partire con qualche anno di anticipo.

1. Modello sperimentale di riduzione dell’orario lavorativo che mira a portare i giorni di lavoro settimanali da 5 a 4, e le ore da 40 a 32, a parità di retribuzione. 2. Strategia applicabile soprattutto nel settore dei servizi che comporta una maggiore soddisfazione dei dipendenti e una crescita della produzione, con effetti più dibattuti come l’aumento dei posti di lavoro e la riduzione del gap di genere. 3. Pomo della discordia tra politica, datori di lavoro e dipendenti, con sperimentazioni in Francia, Gran Bretagna, Germania e soprattutto in Spagna; ma non in Italia, dove viene utilizzata in forme spurie e perlopiù per autopromozione.

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