“La casa è stata per tanto tempo un valore d’uso”, prosegue Lutrario, “poiché l’alloggio era considerato un’esigenza primaria della popolazione da soddisfare. Oggi, invece, è diventata un mero bene finalizzato alla valorizzazione del capitale”.
Per Pasquale Tridico, docente di Economia all’Università di Roma Tre e già presidente INPS, “Il problema della finanziarizzazione della casa si inserisce all’interno della finanziarizzazione dell’economia in generale. Siccome la casa è uno dei beni principali della vita delle persone – spiega – la sua mercificazione apre spazi molto importanti al profitto, allo scambio e quindi all’incremento dei prezzi”.
Nel libro viene spiegato come questo passaggio sia stato favorito da tutta una serie di normative, incentivi e processi macro e microeconomici: “Non è un fatto avvenuto in modo naturale – spiega Lutrario – ma è stato prodotto e promosso da tutta una serie di scelte politiche precise”.
Il passaggio della casa da valore d’uso a bene di mercato produce inoltre una serie di conseguenze: “Innanzitutto si favorisce un impiego redditizio per capitale, la casa diventa cioè una grande occasione di profitto; aumentano le disuguaglianze economiche, allargando la platea di tutte quelle persone che non possono accedere a un alloggio dignitoso; si incentiva il consumo di suolo; si produce una gentrificazione dei centri storici, mentre si forma un’ampia fetta di piccoli proprietari, che costituisce un elemento di forte divaricazione sociale”.
Per Lutrario, di fronte all’aumento del costo degli affitti e alla lievitazione dei prezzi delle case, “l’acquisto della casa attraverso il sistema del mutuo diventa la formula più conveniente, quasi una strada obbligata per milioni di cittadini, favorendo così il processo di patrimonializzazione del Paese”.
Una situazione difficile, che è stata peggiorata dall’arrivo di altri fenomeni, come il capitalismo delle piattaforme, che ha individuato nel mercato degli affitti brevi un’altra possibilità di profitto, causando anche una trasformazione profonda del tessuto urbano. Non a caso, come spiega Lutrario, oggi si assiste a una concentrazione di capitali proprio in questo settore: “Il 30% del credito delle banche viene gestito nel settore immobiliare”.
USB propone un piano di ritorno alla gestione pubblica di una grande percentuale del patrimonio abitativo nazionale, che negli anni si è andata sempre più erodendo. Secondo le ultime rilevazioni di FederCasa, infatti, le case popolari in Italia sono circa 750.000 e gli inquilini circa due milioni. Si tratta di meno del 3% del totale del patrimonio edilizio del Paese.