A tal proposito, in giugno mi sono recato a Minerbe, estrema periferia della provincia veronese, dove l’amministrazione comunale ha promosso una lodevole iniziativa di incontro tra le imprese, scuole ed enti di formazione. L’obiettivo di medio termine è quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta sul territorio, al fine di garantire gli inserimenti richiesti in una zona industriale particolarmente florida. Le aziende si sono dimostrate attente e hanno risposto, nella quasi totalità, all’invito delle istituzioni. Ne è sfociato un dibattito piuttosto scontato, dove il leitmotiv ha cavalcato per lunghi tratti i classici luoghi comuni: i giovani non ci sono o non hanno voglia di lavorare. Oppure: il Reddito di Cittadinanza penalizza le imprese. In sintesi, non si trovano lavoratori.
Va bene; detto che era lecito attendersi un riscontro simile, credo non sia questa la notizia che emerge con forza da incontri di questo tipo. Sono due gli elementi che aiutano ad alimentare la riflessione: il fatto che la stragrande maggioranza dei presenti rappresentava microimprese, che com’è noto costituiscono il 95% delle organizzazioni aziendali italiane, e il contesto derivante dai dati presentati in apertura, deterrente oggettivo alle velleità di crescita.
Ora, sul secondo elemento i confini sono chiari. Sul primo, invece, c’è un evidente tema culturale. Da un lato non possiamo pretendere, per mere ragioni di sostenibilità, che questo tipo di aziende possa contare su direzioni del personale evolute e strutturate. Dall’altro, la carenza di supporto da parte di enti formativi o società in grado di accompagnare i processi di crescita (unita alla mancanza di competenze interne) inficia ulteriormente la possibilità di assumere e trattenere i tanto decantati talenti.
Infine l’aspetto retributivo, che riguarda anche le grandi organizzazioni. Quando si parla di giusto compenso, soprattutto sui tavoli gestiti dalle parti sociali, il riferimento è il CCNL. Prendiamo il caso del metalmeccanico. Se un’azienda intende assumere un operaio specializzato in CNC, responsabile quindi di lavorazioni meccaniche su macchine a controllo numerico, il riferimento necessario è la categoria C2 o C3 (ex quarto e quinto livello). Il lordo mensile per la C2 è di 1.860,97 euro, che equivale a una retribuzione annua lorda di 24.192,61 euro. Per la C3 il complessivo annuo è poco distante: 25.909,52 euro.