“Se la vostra pubblicità passa inosservata, tutto il resto è accademico” affermava Bill Bernbach, uno dei padri fondatori dell’advertising del XX secolo, tra le figure ispiratrici del celebre Don Draper di Mad Men. Il suo tropo viene citato nei meeting di creativi almeno dal 2015, anno in cui l’Attention Span Study di Microsoft, dopo l’osservazione di 2.000 utenti, ha stabilito che l’attenzione umana ai contenuti si è ridotta da dodici secondi nel 2000 a otto secondi nel 2013; una conclusione che ha gettato brand e agenzie nel più profondo sconforto, salvo poi figurare negli anni successivi come un limitato contributo a un tema delicato.
Nel 2019 la rivista Nature ha pubblicato i risultati di uno studio, condotto da un team di scienziati europei della Technische Universität di Berlino, dell’Istituto Max Planck per lo Sviluppo umano, dell’University College di Cork e del DTU, che presenta prove empiriche relative a una dimensione dell’accelerazione sociale, ovvero l’aumento dei tassi di cambiamento dell’attenzione collettiva.
Nel dettagliato articolo la professoressa Sune Lehmann di DTU Compute, centro internazionale di ricerca che indaga data science, intelligenza artificiale, internet delle cose (IoT) e smart society, dichiara: “Sembra che l’attenzione allocata nelle nostre menti collettive abbia una certa dimensione, ma che gli elementi culturali che competono per quell’attenzione siano diventati più densi. Ciò confermerebbe l’affermazione che è effettivamente diventato più difficile tenersi aggiornati sul ciclo delle notizie, ad esempio”.
Gli scienziati hanno studiato i messaggi di Twitter dal 2013 al 2016, i libri di Google Books risalenti fino a 100 anni fa, le vendite di biglietti del cinema andando indietro a 40 anni fa, e le citazioni di pubblicazioni scientifiche degli ultimi 25 anni. Inoltre, hanno raccolto dati da Google Trends (2010-2018), Reddit (2010-2015) e Wikipedia (2012-2017).
Le curve di attenzione collettiva data da ciascun elemento culturale sono sempre più intense e brevi; la ricerca utilizza un modello di economia dell’attenzione per indicare che queste esplosioni di attenzione collettiva sono determinate dall’aumento della produzione e del consumo di contenuti, influenzato, ma non determinato in modo esclusivo, dalla presenza delle piattaforme social all’interno del bouquet dei canali a disposizione.
Su queste ricerche sull’attenzione umana da tempo si costruiscono strategie di marketing, content strategy e campagne di advertising e PR, come testimoniano la Guida al marketing dell’attenzione resa disponibile da IAB Europe e il report Economia dell’attenzione: esplorazione della nuova currency dell’advertising del network globale di agenzie di comunicazione Dentsu Aegis. Perché per i big brand è inconcepibile passare inosservati.
In sintesi, possiamo dire che siamo nel bel mezzo di diverse battaglie per la conquista della nostra attenzione. Ed è davvero il caso di stare attenti.
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