Dalla combinazione di questi elementi il Tribunale di Milano trae delle conclusioni molto rilevanti.
La prima è che ai rider, anche se inquadrati come collaboratori, si applica la disciplina previdenziale dei lavoratori dipendenti.
La seconda è che i contributi previdenziali devono essere pagati solo per i periodi in cui è accertato lo svolgimento dell’attività (mediante il login e il successivo logout dall’app fornita dalla Società), non potendosi estendere l’obbligo contributivo rispetto a periodi per i quali non sussiste la prova dello svolgimento dell’attività.
La sentenza evidenzia, infine, che l’applicazione automatica delle regole del lavoro dipendente non si sarebbe verificata qualora il rapporto di collaborazione fosse rientrato nel campo di applicazione degli accordi collettivi previsti dallo stesso articolo 2 del Dlgs 81/2015, al comma 2: tali accordi, secondo il Tribunale, impediscono il verificarsi del meccanismo dell’estensione automatica delle regole della subordinazione anche rispetto alla disciplina previdenziale. E qui, mi viene da dire, c’è forse la gabola con cui Just Eat ha risolto il suo problema, dichiarando sì di aver assunto gran parte dei suoi rider, i cui contratti però non sono full time, lasciando molte ore “libere” dal servizio.
Che però i rider, nella necessità di portare a casa uno stipendio decente, impiegano lavorando per le altre piattaforme.
Considerando che se le piattaforme di food delivery hanno avuto la possibilità di operare nel totale vuoto normativo è anche grazie a un lavoro di lobby (suggerisco sempre di rivedere la puntata di report dedicata ai rider, in cui gli “impresari” – come li chiamo io – di Assodelivery venivano rincorsi dal giornalista all’uscita di un’udienza parlamentare, e una volta raggiunti negavano le loro identità fingendosi “altri”) in cui politica, sindacati e Confindustria hanno le loro responsabilità, la conclusione del Sole24Ore fa sorridere:
“Un’indicazione importante, che sembra tracciare anche un possibile percorso per dare un assetto stabile a una vicenda che, con cadenza periodica, è interessata da scosse giudiziarie.”