
Intervistiamo la dottoressa Alessia Amighini, studiosa dell’ISPI e ospite di Nobìlita: “Con questo conflitto il rischio è che la Russia scivoli nelle braccia della Cina. E gli effetti della guerra ricadono su Paesi e ceti più poveri”.
Le nuove modalità di lavoro a distanza innescate di colpo dall’emergenza COVID-19 stanno facendo riflettere sulle nuove e possibili geografie che potrebbero far saltare modelli finora considerati inossidabili e inevitabili, modelli che da decenni spaccavano l’Italia in troppe parti e toglievano dignità ai lavoratori costretti a rincorrere a tutti i costi il Nord. Milano non […]
Le nuove modalità di lavoro a distanza innescate di colpo dall’emergenza COVID-19 stanno facendo riflettere sulle nuove e possibili geografie che potrebbero far saltare modelli finora considerati inossidabili e inevitabili, modelli che da decenni spaccavano l’Italia in troppe parti e toglievano dignità ai lavoratori costretti a rincorrere a tutti i costi il Nord. Milano non è più il miraggio di prima. L’Italia ne aveva bisogno: per rivedere un pendolarismo sfiancante che ingrassa solo le casse a settentrione, per sfruttare al meglio le potenzialità del digitale anche dai territori di provincia, per contrarre le distanze, per ripensare a dimensioni di lavoro che non dipendano più soltanto dal Nord, per ridare sostenibilità e dignità al lavoro a ogni latitudine. O adesso si riposiziona correttamente il Sud o lo perderemo per sempre, e con lui l’Italia.
Photo credits: Fernando Meloni.
Intervistiamo la dottoressa Alessia Amighini, studiosa dell’ISPI e ospite di Nobìlita: “Con questo conflitto il rischio è che la Russia scivoli nelle braccia della Cina. E gli effetti della guerra ricadono su Paesi e ceti più poveri”.
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