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Iliad e il cavallo di Troia della telefonia
Forse non sarà, come è stato detto, l’apocalisse per le Tlc italiane, ma è certo che lo sbarco dei francesi in Italia con la low cost Iliad, avvenuto nella primavera del 2018, sta mettendo a dura prova i grandi competitor della telefonia mobile e sta inasprendo la feroce guerra commerciale in atto. I cultori della […]
Forse non sarà, come è stato detto, l’apocalisse per le Tlc italiane, ma è certo che lo sbarco dei francesi in Italia con la low cost Iliad, avvenuto nella primavera del 2018, sta mettendo a dura prova i grandi competitor della telefonia mobile e sta inasprendo la feroce guerra commerciale in atto.
I cultori della libera concorrenza giurano che questa guerra favorirà i “consumatori” di telefonini, che in Italia sono tantissimi: con 62.750.000 utenti, l’Italia è seconda in Europa dopo la Germania e settima nel mondo dopo Giappone, US, Cina, Russia, Germania e Brasile. Ma la competizione, come certificano alcune recenti analisi, sta portando nel mercato delle Tlc due piaghe assai insidiose: la disoccupazione e qualche problema ai bilanci delle aziende che partecipano alla guerra delle tariffe.
La guerra commerciale tra Tlc e le sue prime vittime
Secondo le stime dei sindacati dal 2010 al 2017 il settore delle Tlc, che occupa circa 200.000 addetti tra dipendenti e indotto, ha perso oltre 15.000 persone. Fino al 2016, spiegano alla Cgil, il sindacato è riuscito a gestire la situazione grazie a uscite spontanee o alla cassa cntegrazione, ma “con l’arrivo di Iliad – spiega Riccardo Saccone, segretario generale della Slc Cgil – i grandi gruppi delle Tlc hanno cominciato ad annunciare esuberi e a predisporre licenziamenti”, che hanno colpito in primo luogo le aziende dell’indotto.
Un caso esemplare è quello della Telecom, dove in questi ultimi dieci anni si è registrato il maggior dimagrimento: si è passati da circa 120.000 a 48.000 addetti. Anche in questo caso la politica aziendale e sindacale ha consentito una “dieta” morbida, fatta di uscite concordate, ma ciò non toglie che la perdita di posti di lavoro sia costante e coincida proprio con la guerra commerciale. Di recente Vodafone ha annunciato esuberi e subito gli ha risposto la Slc-Cigl: “Siamo disponibili a un confronto ampio – ha detto Sacconi – per verificare la possibilità di percorsi di riconversione professionale e di efficientamento, ma non c’è spazio per azioni traumatiche e unilaterali”.
L’altro lato oscuro di questa guerra commerciale è un possibile indebolimento dei bilanci delle aziende. Vediamo il problema dal lato dei ricavi: se si guardano i dati degli operatori più importanti si scopre che i ricavi sono scesi sensibilmente. I 974 milioni di Vodafone Italia risultano in calo del 9,5% su base annua. Flessione anche per Wind Tre: 940 milioni, in riduzione del 9,8% annuo. Il guaio è che il calo dei ricavi si scarica sull’occupazione.
Ma torniamo al ribasso selvaggio delle tariffe. Come sanno bene tutti coloro che ogni giorno vengono tempestati a ogni ora del giorno di telefonate e di messaggi online dalle compagnie telefoniche la guerra commerciale si fa sempre più intensa. Con l’arrivo di Iliad, poi, i giochi sono senza esclusione di colpi. D’altronde i vertici del gruppo francese, fondato da Xavier Niel e guidato da Maxime Lombardini, avevano annunciato l’aggressione al mercato italiano come una “rivoluzione” che avrebbe spezzato l’oligopolio di fatto dominato da Vodafone, Tim e Tre. La cosa singolare su cui varrebbe la pena riflettere è che ai tre stranieri se ne aggiunge un altro. Gli italiani, infatti, dopo che il gruppo francese che fa capo a Vivendi si è preso la maggioranza di Tim e dopo la fusione tra Wind e la cinese Tre, sono scomparsi da un settore chiave come le telecomunicazioni. Quindi si può dire che è una guerra tra stranieri sul territorio italiano.
Iliad e i motivi del successo dell’invasione
Al quartier generale di Vodafone e di Tim, come ai vertici della Tre, le tariffe di Iliad fanno tremare le vene, e i grandi colossi stanno già predisponendo le controffensive. In effetti a un primo sguardo il confronto con le altre compagnie è impressionante: Iliad è presente sul mercato italiano da pochi mesi e la sua presenza è stata annunciata da una massiccia campagna pubblicitaria che oggi sta consolidando “l’invasione”.
La sua prima offerta è stata di 5,99 euro al mese con 30 GB di traffico incluso, oltre a voce e sms illimitati. L’offerta è stata sostituita, dopo un certo numero di clienti, con una a 6,99 euro per 40 GB di traffico e ora si è stabilizzata quella a 7,99 euro per un traffico incluso di 50 GB. Per il momento la new entry ha superato i due milioni di clienti. Questa aggressività ha provocato, come spesso avviene quando si sfidano gli oligopoli, una immediata anche se molto debole reazione sul terreno del low cost: la Tim ha messo sul mercato Kena, che ha l’ambizione di rispondere a Iliad, mentre la Vodafone ha risposto con Ho, una low cost che fino a questo momento era stata tenuta sotto traccia.
Ma a parte i timidi tentativi di replicare all’avvento della parigina Iliad, negli ultimi mesi si sono moltiplicati con un’intensità asfissiante i messaggi provenienti soprattutto da Tre, che fino a pochi mesi fa aveva il monopolio delle basse tariffe. Milioni di utenti hanno ricevuto una mail che suona così: “Passa a Tre con 30 giga e minuti illimitati a soli 7 euro al mese”. Accanto a questi messaggi ne arrivano altri, del tipo “Torna a Vodafone”, “Torna a Tim”. Vodafone ha addirittura attivato Vodafone Special Minuti 50 Giga a 10 euro al mese e Vodafone Special Minuti 30 Giga a 7 euro al mese se si proviene da Iliad, Tre e alcuni operatori virtuali. Insomma la guerra è all’ultima tariffa e in questo caso è finalizzata ad arginare lo sbarco dei francesi.
“Quella che si riscontra sul mercato – ha spiegato Claudio Campanini, managing partner AT Kearney – è una grossa tensione che ha costretto gli operatori a ridurre i prezzi delle offerte. Il risultato è sicuro, matematico: da un mercato saturo non possiamo che aspettarci che varrà di meno”. Tra i grandi operatori c’è chi parla invece di “cannibalizzazione della clientela”.
La preoccupazione delle grandi compagnie telefoniche per lo sbarco di Iliad è dovuta anche al fatto che la legge italiana concede una corsia preferenziale ai nuovi arrivati: Iliad si ritrova a essere l’unica compagnia a poter usufruire dei vantaggi dei nuovi entranti stabiliti dal regolamento dell’Agcom. Quando il 10 settembre del 2018 è partita la suprema gara per conquistarsi la tecnologia 5G, viatico per gli smartphone, il Ministero dell’Economia vi ha ammesso anche i francesi di Iliad, oltre a Tim, Vodafone, Wind Tre, Fastweb, Linkem e Open Fiber, e ha riservato al gruppo parigino due lotti da 5 Megahertz della banda più sofisticata da un punto di vista tecnologico. Alla fine della gara anche Iliad, assieme a Wind e Tre, ha ottenuto i lotti da 20 Mhz con una spesa di 483,9 milioni. Insomma, gli “odiati” francesi sono entrati a gamba tesa nel sistema delle Tlc italiane, e a questo punto la guerra commerciale ci porterà certamente altre sorprese.
Photo by Ferdinand Stöhr on Unsplash
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