Il numero dei laureati in Italia è tra i più bassi d’Europa, le tasse sono tra le più alte e il lavoro non è garantito. Alle famiglie conviene ancora investire sull’università? Ne parliamo con Luisa Pomarici dell’associazione Tortuga e con il sociologo Franco Amicucci.
Non ci sono più i musei di una volta (per fortuna)
A Napoli la fondazione FOQUS e il MANN aprono il museo alle disabilità cognitive; a San Giovanni Valdarno arte e cultura accolgono la demenza. La nuova idea di accessibilità delle istituzioni culturali parte da qui, per produrre “aggiornati modelli di cittadinanza”
Chi ci lavora dentro lo sa bene che l’aria è cambiata e che la parola d’ordine è fare attenzione a non dimenticare il pubblico espulso per anni, e porsi domande che partano da fuori, dai bisogni degli altri. Proprio come hanno fatto il MANN, il Museo archeologico nazionale di Napoli, e FOQUS-Fondazione Quartieri Spagnoli.
La domanda è stata: come rendiamo accessibili i musei a chi vive in condizioni di disabilità cognitiva? Oggi se la pongono in molti, ma il Museo archeologico di Napoli ha iniziato a farsela nel 2017, tirando poi dentro ARGO, il Centro di abilitazione per ragazzi e giovani autistici, psicotici e con sindrome di Down della Fondazione FOQUS.
Napoli, MANN e FOQUS aprono il museo alle disabilità cognitive
È stato presentato da poco alla stampa il progetto, che riepiloga un lavoro durato anni e che può essere di profondo aiuto a tutti i luoghi di cultura che vogliano imbastire relazioni migliori con le persone con disturbi dello spettro autistico (circa 500.000 i bambini in Italia – e cinque milioni in Europa – su un totale nazionale di quattro milioni di casi, pari a quasi il 7% della popolazione): è il quinto Quaderno firmato MANN, si chiama “SO-stare al Museo”, dietro c’è la direzione di Paolo Giulierini.
“I musei sono la casa di tutti e tra i primissimi PON utilizzati dal MANN c’è stato quello per l’accessibilità, un tema che ha ispirato la nostra politica in questi otto anni. Gli istituti di cultura devono essere il primo presidio educativo sul territorio, con una attenzione particolare verso chi ha più bisogno di essere seguito.”
Il Centro ARGO ha lavorato costituendo, come primo passo, un gruppo di ricerca di propri operatori messi accanto a consulenti della cooperativa sociale PANTA REI di Reggio Emilia, scelta per la lunga esperienza in pedagogia della relazione e in processi di apprendimento inclusivi. Poi portando più volte nelle sale del MANN i ragazzi di ARGO: ascoltandoli, osservandoli, dando loro la parola, chiedendo cosa mancasse per farli sentire a loro agio in mezzo all’arte.
Il Quaderno racconta il confronto tra cento musei al mondo, fornendo dati aggiornati al 2023 sulla loro accessibilità, e spingendo la leva in avanti con suggerimenti veri e propri: “Dall’accompagnamento musicale per esaltare la fruizione artistica all’utilizzo di specchi e cucchiai per ammirare le opere da più punti di vista, dalla possibilità di giocare con le loro ombre alla necessità di organizzare punti-sosta per enfatizzare la contemplazione dei capolavori e l’esperienza intima della comprensione. Prossimo passo la produzione di un kit da consegnare ai visitatori – non soltanto ai disabili cognitivi – contenente oggetti piccoli e insoliti per un museo: uno specchietto, un cucchiaio, una lente, una torcia, cornici, cuffiette per ascoltare musica, filtri colorati. Il kit sarà prodotto dagli stessi giovani di ARGO e consegnato da febbraio 2024 alle biglietterie del MANN”.
Renato Quaglia, Direttore di FOQUS, unisce i puntini socioculturali del progetto.
“Nel nostro Paese i temi della disabilità sono rimasti ai margini di buona parte dell’agire pubblico. Ora, se riconosciamo che il museo è una delle principali istituzioni pubbliche e laiche che una comunità individua come luogo di custodia, di studio e di ricerca dell’identità di quella comunità, allora risulta naturale ritenere che il museo debba essere il luogo dell’accessibilità per eccellenza, ovvero della produzione di aggiornati modelli di cittadinanza”.
A San Giovanni Valdarno il museo entra in valigia
Da Napoli a San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo e città di Masaccio, perché senza l’arte non soffrono solo i più piccoli, ma anche gli anziani e i malati. Ecco perché l’associazione MUS.E ha avviato visite guidate riservate agli ospiti dell’Asp Masaccio e ai pazienti della casa di cura Frate Sole per godere della mostra “Bizzarro e capriccioso umore. Giovanni da San Giovanni, pittore senza regola alla corte medicea”.
Il Museo delle Terre Nuove e Casa Masaccio, centro per l’arte contemporanea, aderiscono infatti al Sistema Musei Toscani per l’Alzheimer. Il progetto è possibile grazie alla dedizione di operatori e di educatori geriatrici specializzati che portano gli anziani nelle sale, “per ammirare ed esplorare in tutta tranquillità la materia stessa dell’arte, soffermandosi su alcuni capolavori che prendono vita grazie a una narrazione condivisa. Tutti i programmi della rete Musei toscani per l’Alzheimer fanno parte di un progetto complessivo fondato su un’idea di museo come istituzione culturale inclusiva; e su un’idea di demenza, piuttosto che di malattia, intesa come condizione che coinvolge non solo la persona, ma anche chi la accompagna e la sostiene in questa sfida”.
Per chi non può muoversi dalla struttura, il MUS.E propone “Musei in valigia”: sono i mediatori, valigia appunto alla mano, che in quel caso portano museo e storie direttamente al mittente.
“Abbiamo aperto i nostri luoghi d’arte agli anziani e alle persone con decadimento fisico e cognitivo perché la cultura è per loro curativa, non c’è dubbio che il nutrimento artistico e culturale lo possa essere per farli vivere meglio. La cura culturale è un dono che abbiamo scelto di riservare alle persone che vivono stati e fasi di difficoltà, ce lo chiede la nostra Costituzione all’articolo 3 quando ci ricorda che, come politici e come istituzioni, siamo chiamati a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono alle persone di vivere nella piena realizzazione di sé”, ha commentato per SenzaFiltro Valentina Vadi, sindaca di San Giovanni Valdarno.
Il progetto abbraccia un percorso che il Comune traccia da anni, aprire la città, e l’arte, a tutti. Lo testimonia la recente aggiudicazione di un doppio bando per l’abbattimento di barriere architettoniche, sensitive e cognitive nei due musei civici, mettendo a frutto un finanziamento di 930mila euro dal PNRR: 450.000 euro per Casa Masaccio e 480.000 euro per il Museo delle Terre Nuove.
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