SixthContinent e le derive dei coupon

Un social che prometteva di far risparmiare sugli acquisti in e-commerce entra nel mirino degli utenti furibondi e dell’Antitrust. Ecco cosa è successo.

SixthContinent doveva essere un social network dell’e-commerce, nato per far risparmiare sull’acquisto di gift card di beni primari e allo stesso tempo distribuire nuovamente il guadagno tra tutti gli utenti. Stiamo parlando di business dei “gruppi di acquisto”: questa piattaforma, come altre di questo genere, funge da intermediario per l’acquisto di coupon che poi sono utilizzati per acquistare in altri siti web. Ad esempio, se devi comprare qualcosa su Amazon, compri un coupon per poi usarlo per acquistare ciò che ti interessa.

Solo che SixthContinent non si limitava semplicemente a redistribuire una parte degli acquisti. Si era inventato un meccanismo che faceva guadagnare molto a chi continuava a investire.

Lo schema nascosto dietro SixthContinent

Era troppo facile per essere vero. SixthContinent dava veramente troppi soldi, e finché tutti compravano andava bene. Poi a un certo punto la bolla è scoppiata. Il metodo era semplice:

Fase 1: acquisto di carte al prezzo di 60 euro che dopo qualche mese garantivano un saldo del valore di 100 euro da spendere su SixthContinent.

Fase 2: possibilità di acquistare con il saldo della fase 1 dei crediti, che a loro volta avrebbero dovuto essere usati per acquistare delle altre carte. Qui il guadagno era veramente allettante, si parla di un acquisto di 500 euro che garantiva dopo cinque mesi il raddoppio in crediti: ben 1.000 euro.

Per acquistare le carte prima indicate era necessario acquistare anche una carta sponsorizzata che si sbloccava subito, ma tralasciamo questo aspetto che distoglie dai fatti.

Che cosa permetteva di fare il sistema di SixthContinent

Le carte della fase 1 sopra indicata permettevano di convertire il saldo ottenuto in carte da spendere in negozi fisici, nei quali si potevano acquistare delle carte prepagate monouso. In quel periodo molti utenti avevano anche aperto un conto Hype nel quale far confluire tutti i soldi delle carte acquistate. In quel modo era possibile usare i soldi per altri acquisti.

A un certo punto però la ricarica con carte prepagate monouso è divenuta illegale, nel 2019, a seguito di una normativa europea, e così SixthContinent ha stretto un accordo con Bitsa: se si era un “utente Orange” era possibile acquistare ricariche Bitsa con il saldo dell’account, aggiungendo altre carte sponsorizzate.

Gli utenti dovevano pagare una quota mensile o annuale per essere “utenti Orange”, cosa che avrebbe garantito di migliorare ancora di più i vantaggi. Peccato che quando l’abbonamento in questione è passato a costare dai circa 20 euro l’anno a circa 400 euro, di lì a pochi giorni tutto il castello di carte è crollato. Senza dubbio si è trattato dell’estremo tentativo di monetizzare ancora di più alle spalle di chi ancora credeva nel progetto.

La millantata truffa subita da SixthContinent e il cambiamento nell’utilizzo dei crediti

A un certo punto i gestori di SixthContinent hanno aumentato sempre di più i vantaggi accorciando sempre di più i tempi di riscossione dei crediti, finché un bel giorno hanno magicamente riscontrato che un 3% di tutti i presenti in piattaforma aveva provocato un danno.

Dissero di essere stati vittime di una truffa, della quale hanno parlato anche Le Iene su Italia 1. In prima battuta sembra quasi una puntata volta a difendere il fondatore Politi. Un occhio attento potrebbe notare che SixthContinent era lo sponsor principale del Monza; il servizio de Le Iene quindi potrebbe sembrare un collegamento tra la sponsorizzazione di SixthContinent e il Monza di proprietà della Fininvest.

Così hanno cambiato totalmente le regole di utilizzo dei crediti, i quali, a meno che non si spendesse altro denaro, erano impossibili da utilizzare. L’ulteriore aspetto da sottolineare è che i crediti, se non venivano spesi, venivano persi. Così facendo hanno evitato di pagare tantissimi soldi che avevano promesso in precedenza.

Grazie al contributo di Altroconsumo, la piattaforma era finita sotto il mirino dell’Antitrust, che aveva accertato che SixthContinent:

  • aveva  ritardato l’attivazione delle Shopping Card rispetto a quanto previsto al momento dell’acquisto;
  • ha modificato unilateralmente le condizioni di vendita nel senso di chiedere la trasformazione delle Shopping Card in crediti fruibili subordinatamente al versamento di ulteriori importi;
  • ha bloccato gli account in caso di lamentele, che fossero sul loro sito oppure su altri social.

Un comportamento che, sulla carta, sembrerebbe poco etico.

La posizione di Sixthcontinent oggi

La piattaforma aveva raggiunto dimensioni davvero importanti, tant’è che anche oggi da un qualunque rivenditore di servizi Lottomatica è possibile acquistare un buono per SixthContinent. Tuttavia non siamo riusciti a trovare una singola persona che utilizza la piattaforma senza problemi; sembra che quel 3% di utenti bloccati sia veramente molto grande, ma magari ci sbagliamo.

Sta di fatto che molte persone hanno visto sparire il credito ottenuto nella fase 2 e non possono spendere il saldo ottenuto nella fase 1. Ad oggi SixthContinent è ancora attiva e si possono acquistare carte, ma solo utilizzando la carta di credito. Saremmo ben felici di ottenere feedback da chi lo sta facendo efficacemente.

Quello che sappiamo è che, se oggi si chiede il rimborso del saldo, magicamente viene risposto a un’altra domanda, fingendo di non aver capito, e si millanta quel famigerato 3% di utenti che hanno creato un danno alla povera azienda.

Gentile Utente,

Come da T&C delle Card, così come da codice del consumo sui beni digitali (art 18.1 – 18.3 delle Condizioni Generali di Vendita) SXC Card e Family Box, non possono essere rimborsate. Come da comunicazione del 01/07/2020 presente sul Social:

“Grazie al lavoro dell’intero TEAM SXC e alla fiducia ricevuta in questi mesi, siamo fieri di comunicarvi che, come annunciato nei mesi precedenti, da oggi 1° luglio 2020, oltre il 97% degli Utenti ha la possibilità di utilizzare molti più punti e crediti su ciascuna transazione in linea con i valori dei quattro anni precedenti. Inoltre, è possibile utilizzare anche il Saldo delle SXC CARD per acquistare una più ampia gamma di Brand. Riguardo al restante 3% di Utenti, stiamo ultimando le verifiche necessarie per ogni singolo caso, dei cui esiti daremo riscontro il prima possibile.”

Ti invitiamo quindi a verificare dal tuo account la percentuale prevista per il tuo profilo. La stessa viene visualizzata nella pagina del Brand scelto.

O, se si chiedono informazioni sull’attivazione di una carta, si cita il famigerato e temutissimo “cyber-taccheggio”:

Gentile Utente

Se SXC riceve il pagamento degli ordini di acquisto consegna con regolarità.

Se la tua Shopping Card è in ritardo per un periodo superiore ai 30 giorni, significa che SXC non ha ancora ricevuto l’accredito del tuo ordine e quindi l’acquisto non si è ancora perfezionato perché la tua transazione è stata coinvolta nei problemi derivanti dalle azioni di cyber-Taccheggio subite e denunciate.

A seguito di tali eventi, le Società che effettuano i pagamenti online hanno in molti casi temporaneamente trattenuto i flussi delle transazioni a favore di altri utenti per chargeback richiesti di transazioni pregresse e quindi impedendo l’incasso a favore di SixthContinent e il perfezionamento della vendita.

Riteniamo quanto accaduto molto grave ed oltre ad aver denunciato alle Autorità competenti gli autori del cyber-Taccheggio, effettuato tramite chargeback abusivi e nulli, SXC si è attivata prontamente per recuperare le somme destinate altrove dai sistemi di pagamento senza l’autorizzazione dei titolari delle carte di credito.

Se il tuo caso rientra in questo scenario riceverai notizie da parte nostra appena sarà possibile.

Cogliamo l’occasione per informarti che SXC ha adottato nuovi sistemi di pagamento che non possono impegnare i flussi finanziari dei nuovi acquisti a favore di chargeback abusivi su transazioni del passato ed effettuate da utenti differenti, quindi puoi continuare a fare acquisti in piena sicurezza, serenità e convenienza con SXC 2.0.

Il business dei coupon funziona o c’è sempre un rischio?

Il business dei coupon funziona, e da anni ci sono aziende che non promettono soldi in quantità, ma solo una piccola percentuale della transazione come cashback.

Ad esempio, Bestshopping ha più di 1.500 negozi affiliati e il funzionamento è semplice: ci si registra al sito e per ogni spesa Bestshopping rimborsa una percentuale; al raggiungimento di 40 euro di cashback si possono incassare i propri soldi. Il cashback poi è spesso cumulabile con un’ampia selezione di offerte e sconti per tutti i negozi affiliati, continuamente aggiornati. Bestshopping inoltre premia la fedeltà, infatti maggiori sono gli acquisti effettuati e maggiore sarà la percentuale di cashback che si può ottenere. Fungono da intermediari con i negozi finali, fungendo da tramite e trattenendo una percentuale di cui danno una parte agli affiliati.

Ora che avete qualche informazione per valutare questo tipo di piattaforme, fatevi anche qualche domanda in più: se sembra tutto troppo bello, probabilmente qualcosa non torna.

Foto di Andrea Piacquadio da Pexels

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