Che l’hotel non dovesse essere costruito in quella località, e che per questo non fosse affatto sicuro, ce lo spiega l’avvocato della famiglia nel suo intervento a corredo di questa intervista, ma sappiamo bene come il senno di poi sia un maestro che non condivide ciò che sa finché non è più utile a nessuno.
A ogni modo, la struttura era stata costruita con criteri antisismici e aveva infatti retto ai terremoti che c’erano stati prima della tragedia. Inoltre, riprende Mariangela, “sapevo che Roberto Del Rosso (morto anche lui quel 18 gennaio, N.d.R.) ci portava anche i figli. Se un padre lo fa, pensavo, è un posto sicuro. La mia paura era solo per la strada per arrivare fin lì, Ilaria ci andava da sola e quando arrivava a destinazione mi contattava per rassicurami. Una volta che stava dentro, cos’altro poteva succedere? Il peggio era che si potesse bruciare una mano. Mai avrei immaginato una cosa del genere”.
Quel maledetto giorno, i genitori accompagnano Ilaria lasciando a casa il fratello, più piccolo di lei di cinque anni. Ad Archi il tempo è soleggiato mentre a Rigopiano “come da cinque mesi a questa parte c’era l’allerta meteo”. La madre ha una strana sensazione e prova a far desistere la figlia dall’andare: “‘Approfitta delle ferie’ le dico, ma lei è titubante: a Rigopiano ci sono 40 persone compresi i dipendenti, mi dice che non può mancare”.
Quell’ultima volta Ilaria, proprio per le condizioni meteo, parte il sabato accompagnata dai genitori e non il venerdì come era solita, e a causa della strada bloccata, anziché finire il turno il martedì, resta anche il giorno dopo. Facile pensare che il destino, o chi per lui, fosse lì a tenderle un agguato; forse lo è meno ricordarsi che a dargli una grossa mano sono stati gli umani, la loro incuria, la disattenzione, l’avidità.
“Non avrebbe dovuto esserci, ma la sera prima non è riuscita a scendere. Per me l’hotel non doveva neanche essere aperto, ma si pensava solo ai guadagni”, riprende la madre, per poi dichiarare con fermezza: “Se avessi saputo, glielo giuro, sarei andata a prenderla pure a piedi”.
Ma a Rigopiano è tutto bloccato e le persone dentro l’hotel non possono fare altro che aspettare.
Verso le 16 di quel mercoledì 18 gennaio 2017 Ilaria fa un giro di chiamate: telefona alla madre, al padre, al fratello Yury, al suo ragazzo. “‘Non possono lasciare una struttura bloccata, sicuramente puliranno, anche se secondo me questa turbina non passerà più’, mi diceva. Credo che fosse preoccupata, ma che non lo desse a vedere”.
Come sappiamo, poco tempo dopo, alle 16.49, la valanga distrugge il resort di lusso, ma la famiglia non lo viene a sapere subito. La madre le manda un messaggio che resta senza risposta, la chiama ma non c’è campo, prova su WhatsApp, la linea c’è ma Ilaria non può più rispondere. “Lì per lì non mi preoccupo, nell’hotel spesso i cellulari non prendevano e Ilaria per prendere la linea si doveva spostare. Ho pensato fosse impegnata”.