Bologna: Taxi driver o People Mover?

Dopo aver intervistato Nazareno Ventola negli uffici direzionali dell’Aeroporto di Bologna, per tornare a casa ho preso un taxi. Devo ammettere che la scelta del mezzo di trasporto per raggiungere l’Aeroporto di Bologna e intervistare il suo amministratore delegato non è stata immediata. Il BLQ, la navetta che collega l’aeroporto al centro città e alla […]

Dopo aver intervistato Nazareno Ventola negli uffici direzionali dell’Aeroporto di Bologna, per tornare a casa ho preso un taxi. Devo ammettere che la scelta del mezzo di trasporto per raggiungere l’Aeroporto di Bologna e intervistare il suo amministratore delegato non è stata immediata. Il BLQ, la navetta che collega l’aeroporto al centro città e alla stazione ferroviaria, non mi è comoda perché abito a soli tre chilometri dall’aeroporto, ma con il BLQ dovrei arrivare in centro e poi prendere un altro autobus. Per un attimo ho pensato di prendere la mia macchina e ho dato uno sguardo su internet per prenotare il parcheggio. La migliore offerta era 20 euro per tre giorni, ma io dovevo stare in aeroporto al massimo tre ore e per tre ore avrei speso più o meno 10 euro. Però c’era da considerare che l’appuntamento era per l’11 dicembre, era prevista neve e io non avevo ancora montato le gomme termiche.

Disorganizzata e sprovveduta, lo so. Me lo dicono sempre anche in famiglia, ma provate voi a prenotare un gommista a Bologna a novembre (considerando che a ottobre c’erano 20 gradi) e vedete quando vi darà l’appuntamento. Io ne ho chiamati tre, un terno al lotto, e il primo disponibile era per il 13 dicembre.

Così ho deciso di prendere un taxi, che in quel momento mi sembrava la scelta migliore. E in effetti lo è stata. Innanzitutto perché appena uscita dall’aeroporto c’erano almeno una decina di taxi in attesa dei passeggeri e non ho dovuto fare quelle file chilometriche che invece ti toccano in stazione quando arrivano a destinazione tutti i Frecciarossa. In secondo luogo perché sul taxi ho trovato un amico che non vedevo da tempo.

 

La Bologna dei trasporti: chi va dove, e quando

Maurizio, da sempre chiamato Macci, serve abbastanza spesso la tratta dell’aeroporto e tra le chiacchiere non potevo farmi scappare l’occasione per fare qualche domanda anche a lui.

 

Maurizio Mattioli, taxista

 

Per prima cosa mi racconta che “a differenza di due o tre anni fa, quando capitava di star fermi anche un’ora in attesa dei clienti, oggi in massimo 30 minuti il cliente è in macchina. In particolare alle 10 del mattino, quando ci sono tutti gli arrivi, si fa prestissimo a caricare passeggeri. E anche le persone difficilmente devono attendere molto tempo. Può capitare soltanto durante le fiere, in particolare a ottobre durante il Cersaie”.

Le sue parole mi riportano subito a quelle pronunciate dall’AD del Marconi, che mi aveva appena spiegato che in pratica l’Aeroporto di Bologna divide equamente i suoi passeggeri in tre categorie: business, turismo e traffico VFR (Visiting Friends and Relatives). Maurizio conferma questa divisione, e aggiunge il suo punto di vista: “I genitori degli universitari originari del Sud viaggiano spesso per venire a trovare i figli, e tutti sanno che il taxi se preso in due o tre persone costa meno del BLQ (che costa 6 euro). Inoltre per gli ospedali, i pazienti e i loro parenti arrivano dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Puglia”. Ma la nota più significativa è che “negli ultimi tre anni sono aumentati i turisti, e quest’anno, cosa mai successa a Bologna, abbiamo lavorato bene anche ad agosto”.

In effetti fino a qualche anno fa Bologna ad agosto era una città fantasma, i bolognesi tutti in riviera o in montagna, e i turisti, be’, potremmo dire non pervenuti. Il centro era deserto e tutte le attività chiuse, almeno per le due settimane centrali del mese. Invece oggi, grazie alle attività che la città ha messo in piedi negli ultimi anni, il centro è sempre vivo e i musei sono sempre aperti insieme ai locali e ai ristoranti.

Per quello che osserva Maurizio dal suo posto di guida, è come se i passeggeri si dessero il turno. “Ad agosto praticamente carico solo turisti, a ottobre solo persone che viaggiano per lavoro, mentre il periodo più critico è da Natale alla Befana. In quei giorni non ci sono viaggi business, scuole e università sono chiuse e la gente tendenzialmente rimane in famiglia. Prima di Natale c’è il picco dei passeggeri; poi, almeno per me, è calma piatta”.

 

People Mover e passante autostradale: la Bologna che (non) si muove

Assodato il fatto che in aeroporto si lavora bene e che il BLQ non fa troppa concorrenza, gli chiedo se ha paura che il People Mover possa accaparrarsi una bella fetta dei suoi clienti. Il People Mover, che dovrebbe essere quasi pronto, è il sistema di trasporto su monorotaia che collegherà in 7 minuti l’Aeroporto Marconi con la stazione centrale di Bologna. Lui sorridendo risponde: “Non credo che il People Mover ci porterà via tanti clienti, anche perché una tratta costerà 8,70 euro ed è una spesa eccessiva per fare così pochi chilometri. Secondo me ha un prezzo sproporzionato, tanto che se si è in due e con le valigie conviene comunque prendere un taxi”.

In realtà non ho ancora capito quando realmente partirà il People Mover. Ogni tanto mentre sono in tangenziale lo vedo passare, e mi chiedo per quanto ancora andranno avanti i collaudi. Neanche Maurizio mi sa dare una risposta: “Dicono sempre il prossimo mese”, e a quel punto sorrido anche io. Del resto in Italia quando si tratta di mettere in piedi opere e grandi opere servono tempi biblici. Il giorno prima a Palazzo De’ Toschi, all’incontro organizzato dal Corriere della Sera “Facciamo correre l’Emilia Romagna” avevano dato numeri precisi: per le opere oltre i 100 milioni (dighe, viadotti, ponti o lotti autostradali) servono 14 anni e 6 mesi, per le opere tra i 50 e i 100 milioni servono 11 anni e 6 mesi. Un lasso di tempo veramente irragionevole, soprattutto per una regione che lavora, produce e viaggia.

Dario Costantini, presidente regionale del CNA, in quella sede ha portato alla luce le lamentele di 2.500 imprenditori che non hanno a disposizione infrastrutture adeguate al loro business. A oggi sarebbero 99 (soltanto in Emilia-Romagna) le opere che necessitano di manutenzione. Le sue parole non perdonano: “Si è calcolato che il traffico e le code fanno perdere ai nostri imprenditori due milioni al mese, senza contare i 16.000 incidenti, i 22.000 feriti e i 316 morti. Questi sono i costi delle infrastrutture mal tenute, e i 14 anni di attesa non sono tollerabili”.

Costantini non è il solo a portare le sue lamentele. All’incontro è intervenuto anche Giancarlo Raggi, presidente ANCE Emilia area centro. Che cosa aggiungere alle parole di Costantini? “I tempi lunghi sono un freno per tutti, ma in una città come Bologna, dove ad esempio la crescita dei passaggi in tangenziale negli ultimi anni è stata esponenziale, sono paralizzanti”. Racconto a Maurizio che quel martedì sera a Palazzo De’ Toschi si è parlato anche del Passante Nord (la bretella che porterebbe l’autostrada fuori dalla città, mentre da sempre le corsie autostradali a Bologna corrono lungo la tangenziale, anzi in mezzo alla tangenziale). Anche quello sarebbe in partenza. “Dopo mille rinvii la bretella attende la conferenza dei servizi. A breve il via”. Questo è quello che si è detto e scritto sul Corriere della Sera.

Maurizio ha la stessa reazione che ha avuto Marco, il mio compagno che per lavoro fa circa 70.000 km all’anno: “Credo che il passante non lo vedrò mai, sono vent’anni che ne sento parlare e in vent’anni ho visto solo aumentare il traffico in tangenziale”. Maurizio aggiunge: “Anche sui viali, dopo le 17, non riesci a muoverti. Il punto è che se non mi muovo non guadagno, e anche il cliente è scontento perché comunque spende di più”.

 

I piani per l’espansione dell’Aeroporto di Bologna

In effetti nonostante i buoni propositi, che a Palazzo De’ Toschi hanno trovato anche la conferma della ministra dei trasporti Paola De Micheli, la sfiducia di chi tutti i giorni è sulla strada è ancora palpabile, anzi più che solida. Paola De Micheli quella sera ha confermato la procedura di sblocco del passante autostradale e annunciato che “il progetto della nuova tranvia presentato dal comune di Bologna sarà finanziato con 509 milioni dal Ministero dei Trasporti nell’ambito del programma che premia i progetti più innovativi”. Ma c’è di più: ha anche sposato l’idea delle olimpiadi del 2032 sull’asse Emilia-Toscana che dovrebbe partire dalla collaborazione degli aeroporti di Bologna e Firenze.

Del resto l’Aeroporto di Bologna, in quella sede rappresentato dal suo presidente Enrico Postacchini, si farebbe trovare pronto perché nel 2020 apriranno i cantieri per il restyling. “L’obiettivo – dichiara il suo presidente – non è una crescita misurata, ma semplicemente far stare un po’ più comodi i passeggeri che oggi, in alcuni periodi dell’anno e in alcune fasce orarie della giornata, sono molto sacrificati. Oggi i passeggeri sono 9.000.000 e per il 2030 l’obiettivo è arrivare a 12.000.000 con un masterplan che prevede 200 milioni di investimenti. Inoltre stanno lavorando per proporre un volo diretto con gli Stati Uniti. Quello per la Cina sarebbe già programmabile, ma devono ancora essere aggiornati gli accordi bilaterali tra i due Paesi”.

Ormai sono arrivata a casa, ma prima di scendere dal taxi devo fare un’ultima domanda a Maurizio: scusa Macci, ma tu le termiche le hai già montate?

“Lara lascia stare. Ho chiamato il gommista più di un mese fa e mi ha detto: se mi lasci la macchina tutto il giorno te la faccio a inizio dicembre, se no devi aspettare dopo il 15. Ma io con la macchina ci lavoro, come faccio a lasciarla dal gommista tutto il giorno?!”

Su un’altra cosa siamo d’accordo. L’anno prossimo il cambio gomme lo prenoteremo ad agosto. Così anche in famiglia eviterò qualche litigata.

 

CONDIVIDI

Leggi anche

Bonus lavoratori autonomi: troppo fragile, troppi esclusi

Su 5,2 milioni di lavoratori indipendenti in Italia (dato ISTAT, febbraio 2020), non si sa bene quanti siano i freelance, poiché non esiste una definizione condivisa e utilizzata dalle fonti statistiche. Come ACTA, da tempo definiamo freelance tutto il lavoro professionale svolto in maniera autonoma, includendo ordinisti (avvocati, ingegneri, commercialisti, giornalisti) e non ordinisti (informatici, […]

L’Italia non si laurea in vendite

Il mio articolo di luglio, Venditori senza accademia, ha sollevato ampio dibattito sia qui che su LinkedIn; l’apparente contraddizione tra la forte domanda di figure commerciali e la scarsa offerta formativa universitaria non interessa solo me. Prendo spunto proprio da uno dei tanti commenti apparsi su LinkedIn, quello di Antonio Servadio: “(…) penso a corsi […]

Istigazione alla delocalizzazione

Istigazione alla delocalizzazione. È un nuovo reato di cui si macchierà il Governo italiano se, come tutto lascia pensare, non interverrà prontamente segnalando alla EU la propria decisione (di cui l’EU può solo prender atto) di reintrodurre l’obbligatorietà di indicare il luogo dello stabilimento di produzione per i prodotti italiani, al contrario di quanto recepito con […]