
Un robot a energia solare si prende cura di una bambina dalla salute precaria in una società di uomini modificati per essere ultraperformanti; una delicata riflessione sul significato di umanità. Recensiamo “Klara e il Sole”, di Kazuo Ishiguro.
Il cielo è terra di conquista, con satelliti, occupazioni, lotte invisibili a occhio nudo, e perfino i suoi mestieri. Lo spiega bene “Operazione Satellite”, libro di Frediano Finucci. La nostra recensione
Non si capisce mai se dire piccola a una casa editrice sia un complimento o un limite, nel mio caso né l’uno né l’altro. Parliamo di Paesi Edizioni, la sede è a Roma, un taglio editoriale che di solito sceglie di guardare oltre: la geopolitica, l’internazionale che in Italia troppi snobbano o sottovalutano, l’attualità che si veste di economia e di storia soprattutto fuori da questi confini. Di una cosa sono certa: il libro Operazione Satellite di Frediano Finucci – che per una volta esce dal mezzobusto televisivo di La7 e regala una penna sicura, investigativa, colorita, familiare nonostante la complessità del tema e dei risvolti – è un bel colpo.
Centoventotto pagine per spalancare le finestre su un mondo di cui non solo non sappiamo niente ma di cui, volutamente, non ci fanno sapere niente: il cielo; se credevamo di conoscerlo solo perché lo vediamo, a pagina centoventi finisce tutto il romanticismo di vederci solo stelle.
Finucci inanella tecnologie e intelligenze artificiali, Elon Musk, la Russia e l’Ucraina, le banalizzazioni delle previsioni meteorologiche, la vecchia Guerra fredda e quelle odierne, i recenti palloni aerostatici cinesi sopra i cieli d’America, i mestieri dello spazio tra cui il cronista specializzato – curiosa la storia dell’astrofisico americano Jonathan McDowell, che dal 2012 tiene un bollettino mensile su tutto quello che avviene nello spazio, e nel dire tutto intende proprio tutto – e, nello squarciare quel cielo di superpoteri e superpotenze, usa un linguaggio che non mette distanze e non mette a disagio, a parte le tante sigle, troppe, che in gergo si usano per chiamare satelliti, operazioni, geografie, attacchi, contrattacchi, sistemi, tecnologie.
Di tutte le sigle ricordatevi almeno GLONASS, ben 24 satelliti a intendere l’equivalente del GPS americano, per un episodio rimasto sottotraccia che l’autore rivela invece con piglio da vero giornalismo d’inchiesta: un repentino e inaspettato blackout di ben sedici ore guarda caso due settimane dopo il referendum russo sulla Crimea nel 2014. Non è ancora chiaro? Il sospetto di un attentato satellitare da parte degli Stati Uniti.
Il bello del libro sta nel dare accesso a informazioni che finora avremmo immaginato disponibili solo a militari, politici, governi, strateghi, e sbaglia chi pensa che dire satellite voglia dire solo drone e i suoi cugini.
È stata la pandemia a partorire Operazione Satellite: dovendosene stare un po’ immobile, l’autore ha dedicato tempo e tempo a corsi, studi, letture, documenti spesso rari, interviste, mail, ricerche; ha rimesso insieme pezzi e vecchie passioni. La sensazione immediata è che dietro un libro così leggero da tenere in mano ci sia un lavoro sovrumano di studio e decodifica.
“Sono in debito con tutti coloro, con e senza stellette, che negli Stati Uniti, in Italia e in Israele hanno accettato di rispondere alle mie domande fornendomi informazioni e suggerimenti”, chiosa il libro nei ringraziamenti finali. Il fatto che ringrazi anche i nomi che non può citare aggiunge pepe nello spazio.
Fuori dalle pagine, Finucci mi confessa che tutto è nato da un amore mai chiuso per l’astronomia, erano gli anni del liceo: a quanto pare, sotto il cielo, il tempo non gli è passato invano.
Costo 14 euro, disponibile anche in inglese nella versione eBook.
Un robot a energia solare si prende cura di una bambina dalla salute precaria in una società di uomini modificati per essere ultraperformanti; una delicata riflessione sul significato di umanità. Recensiamo “Klara e il Sole”, di Kazuo Ishiguro.
“Qui non c’è niente per te, ricordi?” di Sarah Rose Etter fa affiorare il lato più trucido del mondo tech, dove l’allure di un lavoro prestigioso non basta a rendere sopportabile un ambiente pieno di lupi e uffici soffocanti, in cui l’idea di darsi fuoco diventa consolante. La nostra recensione
Baroni e lobbisti sono solo la punta dell’iceberg: chi ci lavora definisce l’accademia “mafia di Stato”. Vediamo perché nella recensione di “Mala università”, di Giambattista Scirè.