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Secondo l’EIGE, l’indice sull’uguaglianza di genere nell’Unione europea aumenta di 1,6 punti. Una buona notizia che non deve far tralasciare gli ostacoli ancora da superare e le differenze interne tra Paesi membri
Emergono sempre con maggiore evidenza i vantaggi legati alla parità di genere. Questo equilibrio tra i sessi non rappresenta solo un principio di giustizia, ma costituisce anche un imperativo sociale ed economico.
Oltre la metà della popolazione del pianeta è costituita da donne, e ora meno che mai si possono ignorare né sminuire le loro prospettive, abilità e contributi. La parità tra i sessi non è un discorso incentrato soltanto sull’uguaglianza di opportunità, ma accende il focus anche valorizzazione di una diversità che arricchisce.
Di recente sono state rese note dall’Istituto europeo per l’uguaglianza e la parità di genere (EIGE) le conclusioni dell’indice sull’uguaglianza di genere, evidenziando come l’UE abbia fatto importanti passi avanti. Trent’anni dopo la sua fondazione, l’Unione europea è testimone di notevoli progressi verso questo obiettivo: su una scala massima di 100 punti ha raggiunto una media di 70,2, segnando un notevole incremento rispetto al 68,6 del 2022.
Tuttavia, emergono ancora notevoli disparità tra i Paesi membri, con alcuni che stanno facendo passi da gigante verso l’uguaglianza di genere, mentre altri rimangono stagnanti o addirittura perdono terreno. In questo scenario è da tener presente l’aumento – non di poco conto – della presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende, che ora si attesta al 33%; un dato, questo, che si allinea con la percentuale di donne presenti nei parlamenti nazionali.
A tal proposito, la vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, ha dichiarato che “Questo rappresenta il progresso più significativo verso la parità di genere nell’UE degli ultimi dieci anni, e dimostra che l’azione legislativa sta portando risultati tangibili. Tuttavia, è fondamentale mantenere alta l’attenzione sulle sfide ancora irrisolte, come il divario salariale di genere e la violenza di genere. In particolare, invito i legislatori a collaborare in modo costruttivo per trovare soluzioni efficaci nella lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, a vantaggio della sicurezza di tutte le donne e ragazze”.
Helena Dalli, commissaria per l’Uguaglianza, ha dichiarato: “Nonostante le molteplici crisi che hanno messo a dura prova l’emancipazione e la responsabilizzazione delle donne, i dati presentati oggi dimostrano che abbiamo mantenuto la rotta per attuare la nostra strategia a favore della parità di genere. Affinché le donne e le ragazze possano realizzarsi, occupare posti di rilievo ed essere libere, non dobbiamo perdere di vista le sfide ancora irrisolte. È fondamentale sostenere la proposta legislativa della Commissione per combattere la violenza contro le donne”.
Durante la settimana dell’uguaglianza di genere, la commissaria Dalli sarà coinvolta in un dibattito con i membri della commissione FEMM del Parlamento europeo. Inoltre, il 25 ottobre parteciperà a un convegno organizzato dal Comitato delle regioni che affronterà il tema delle “Strategie locali e regionali per la riduzione del divario di genere in politica”.
Questi eventi dimostrano l’impegno dell’Unione europea nel promuovere la parità di genere. Un argomento che non riguarda solo le donne: ingloba un discorso più ampio e considera la società nel suo insieme, dove tutti hanno la possibilità di realizzare il proprio potenziale.
Photo credits: Olivier Cole via Unsplash
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