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Università, l’esame più complesso è la ripresa
Gli atenei riprendono le lezioni tra app di tracciamento, detassazioni e protocolli. Ma i rettori avvertono: “Questa non è la vera università”.
Le misure anti-COVID hanno imposto anche al mondo dell’università una revisione a 360° delle modalità di accesso e fruizione degli spazi fisici degli atenei da parte di personale e studenti. Senza eccezioni.
IUAV di Venezia, quando la pandemia fa aumentare le iscrizioni
Il lockdown aveva già indicato didattica a distanza e telelavoro come uniche vie per terminare lo scorso anno accademico, ma l’inizio del nuovo semestre ha reso imprescindibile la strutturazione a lungo termine di queste e di altre soluzioni da parte di rettori e amministrazioni universitarie. Così tra videolezioni, app e potenziamento delle infrastrutture digitali, le università stanno vivendo un percorso di innovazione che alcuni invocavano ben prima delle misure anti-COVID.
O almeno questo sembra essere il pensiero del prof. Alberto Ferlenga, rettore dell’Università IUAV di Venezia: “La diffusione del coronavirus ha fatto sì che, per forza di cose, docenti e personale universitario si adeguasseroin tempi brevi all’uso quotidiano di strumenti digitali. Un ammodernamento che in realtà cercavamo di introdurre da tempo all’interno dell’università, ma che non eravamo mai riusciti a radicare come prassi comune. E così siamo riusciti a garantire lo svolgimento di laboratori, lezioni, esami, sessioni di laurea, conferenze, ma anche il prosieguo delle attività amministrative e di gestione.”
Con quali risultati?
La socialità e lo scambio sono fondamentali, ma siamo riusciti lo stesso ad avere alti rendimenti, sia dal punto di vista dei risultati degli studenti che dello svolgimento delle attività didattiche. Questo ci è stato confermato dai voti degli esami e dai prodotti dei laboratori, ma anche dalla misurazione del livello di gradimento e soddisfazione che abbiamo fatto sulla popolazione studentesca.
Quali misure per il nuovo anno?
Abbiamo previsto lo svolgimento di attività sia online che in presenza, attraverso un sistema digitale di prenotazione dei posti. Le attività in presenza sono fondamentali nella nostra università, soprattutto per quanto riguarda lo svolgimento dei laboratori di progetto. Per questo l’organizzazione del primo semestre sarà orientata a garantire per questi ultimi la maggiore presenza in aula possibile, ciascuno per un massimo del 70% delle ore e con un’aula dedicata settimanalmente. Per i corsi teorici la didattica si svolgerà prevalentemente a distanza, con una percentuale di ore in presenza del 20% massimo. Sarà inoltre favorita in particolare la presenza in sede delle matricole. Per riuscire a garantire lo svolgimento delle lezioni e delle attività amministrative, oltre all’aggiornamento delle infrastrutture digitali, abbiamo anche investito ingenti risorse economiche nell’adeguamento degli spazi fisici, non solo per garantire il distanziamento ma anche per quanto riguarda la sistemazione degli impianti di climatizzazione con dei particolari filtri. Risorse che sono state trovate con fatica, e non senza sforzi. Inoltre ci siamo dotati dei dispositivi di protezione previsti per legge, oltre ad aver studiato e ridefinito i flussi di spostamento all’interno degli edifici dell’ateneo, che abbiamo anche verificato con una serie di prove e test.
Tutto questo impegno sta dando dei risultati?
Per ora il dato delle prescrizioni è fortemente positivo, basti pensare che solo per il corso triennale di architettura abbiamo avuto il doppio delle preiscrizioni al test rispetto ai posti disponibili (701 preiscrizioni a fronte di 360 posti). Ci siamo dati diverse risposte relativamente all’aumento delle preiscrizioni a tutti i nostri corsi di laurea. Oltre agli ottimi risultati dello IUAV nei ranking di valutazione nazionale e internazionale degli atenei, abbiamo ricevuto un giudizio molto positivo degli studenti rispetto alla didattica da remoto dei mesi scorsi. Inoltre, questa metodologia ci ha permesso di raggiungere non solo i nostri studenti, ma anche un pubblico più ampio, grazie a una serie di conferenze e lezioni aperte che sono state molto apprezzate dagli utenti. In aggiunta, sicuramente la diffusione del virus ha spinto molti a prediligere l’iscrizione a università vicino a casa, e questo ci ha permesso di recuperare tanti studenti che prima si spostavano in altre regioni o all’estero. Infine, sempre secondo le rilevazioni di gradimento che abbiamo fatto, gli studenti risultano interessati a vivere in una Venezia libera dal sovraffollamento turistico, giudicata più sostenibile, accogliente e a misura d’uomo. La città inoltre, per il numero dei casi avuti durante il lockdown, è stata percepita come più sicura rispetto ad altre.
Firenze, il cinema va in soccorso dell’università
L’esperienza dello IUAV si accompagna a quella delle altre università italiane, che si stanno adeguando a fornire soluzioni miste sia in presenza che online, al fine di garantire a studenti, docenti e ricercatori di poter svolgere il proprio lavoro.
L’Università di Firenze come IUAV ha previsto una ripresa dell’attività didattica in modalità mista in presenza e a distanza dal 28 settembre,con priorità alle matricole dei corsi di laurea triennale e magistrale. Secondo quanto detto dall’ufficio stampa dell’ateneo ,“per aumentare gli spazi per la didattica in presenza, l’Università di Firenze ha firmato un accordo con The Space Cinema per l’utilizzo di 8 sale, per un totale di 929 posti effettivamente disponibili, che saranno utilizzate per le esigenze dei vari corsi di laurea. Abbiamo inoltre previsto delle misure speciali per contenere il fenomeno del divario digitale: contributi economici e strumenti digitali come SIM dati, router LTE o tablet assegnati grazie ai bandi, e dati in comodato d’uso”.
“Per quanto riguarda l’accesso alle lezioni, le matricole potranno seguirle in presenza, sempre tenendo conto della disponibilità di posti nelle aule, e secondo il limite di capienza. Gli studenti degli anni successivi al primo hanno ricevuto e compilato, nei primi giorni di settembre, un questionario, attraverso il quale hanno espresso la propria intenzione di frequentare in presenza o a distanza. In ogni caso, per l’anno accademico 2020/21 tutte le lezioni saranno videoregistrate e sarà possibile, nella maggior parte dei casi, seguirle in diretta, nell’orario fissato dal calendario didattico.”
E per quanto riguarda le attività di ricerca? “La presenza dei ricercatori nei laboratori in questa fase è tornata a essere regolare. Sono sporadici i casi in cui si rende necessaria la turnazione. L’incertezza legata alla pandemia si riflette ancora, invece, sulla mobilità e su alcune attività, come quella convegnistica, che si svolgono da remoto”.
App di tracciamento, protocolli e meno tasse: la ripresa dell’università passa da qui
L’impegno delle università a garantire agli studenti il proseguo delle attività didattica prosegue anche nel resto della penisola. Come nel caso dell’Università di Roma Tre, che fra le varie iniziative e disposizioni adottate, per venire incontro alle famiglie in questo difficile momento economico, ha allargato la no tax area sino ad ISEE pari o inferiori a 20.500 euro.
Per limitare la diffusione del virus invece l’Università degli Studi di Padova ha previsto l’introduzione di una sorveglianza attiva su tutto il personale universitario, prevedendo un tampone salivare ogni 20 giorni che verificherà con una diagnosi molecolare la positività o meno al virus. L’università ha inoltre modificato il software di identificazione della presenza in aula, in modo da monitorare anche la posizione degli studenti, così da poter identificare i contatti degli eventuali positivi.
Misure analoghe anche all’Università di Trento, che dal 14 settembre ha ripreso le prime lezioni in presenza, seppur con un protocollo di sicurezza piuttosto stringente e varie limitazioni: accesso limitato ai dipartimenti e check-in e check-out obbligatorio degli studenti attraverso la UniTrentoApp, installata sullo smartphone e necessaria per prenotare anche altri servizi, come il posto in mensa. Ancora a distanza invece gli esami di laurea e quelli di dottorato, ed esami di profitto in presenza solo nel rispetto delle misure di prevenzione e di protezione previste dal “protocollo” emanato da Unitrento.
Tante misure per un unico scopo: cercare di tornare lentamente alla normalità. “Quella che abbiamo vissuto negli ultimi mesi non è la vera università, perché fare l’università significa guardarsi in faccia, parlarsi, conoscere persone nuove, studiare nei laboratori e nelle biblioteche. Non è retorica: l’università è esattamente questo”, ha dichiarato il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini.
Photo credits: www.immediato.net
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