Nijab e Rustam hanno ricevuto l’ultimo ordine un’ora prima della sospensione: «Solo quattro da stamattina, il primo alle 11» spiega Nijab. La comunicazione di Glovo lo spiazza: «Avrei preferito lavorare, in questo periodo gli ordini sono pochi e le ore serali non bastano per portare a casa uno stipendio dignitoso». Ogni rider guadagna in media 10 euro lordi all’ora, ma se il tempo stimato per la consegna è inferiore a un’ora, la paga si riduce in proporzione. Significa che per una consegna da 15 minuti, si ricevono appena 2,50 euro lordi. La sospensione di un’ora e mezzo rischia dunque di farsi sentire a fine giornata: «Capisco le precauzioni per la nostra salute – prosegue Rustam – ma abbiamo bisogno di tutele, non di rimanere fermi senza poter lavorare».
La Stampa, articolo di Leonardo di Paco, Luca Polsoni
Partirei dal caratterizzare la platea di questi lavoratori, sottolineando ancora una volta che la narrazione del rider studente che fa questo lavoro per arrotondare è una balla che non ha più alcun fondamento, al netto di qualche rara eccezione. Il rider ormai è un lavoro ad appannaggio di extracomunitari (le testimonianze di cui sopra sono l’ennesima conferma), Persone fragili, spesso disperate, over 50 senza altre prospettive.
Una popolazione aziendale sindacalmente debole, che spesso non parla bene la nostra lingua, che non conosce le leggi in modo adeguato, che necessita di lavorare duro per portare a casa un risultato quantomeno decente e far quadrare i conti di una giornata in cui una consegna di 15 minuti viene pagata due euro e mezzo. Il pubblico perfetto per una piattaforma che regola il lavoro attraverso algoritmi, fluttuando sul filo della legalità da sempre, e a cui far credere che sia meglio essere liberi e indipendenti anziché “sotto contratto”; che si possa “lavorare quando si vuole” anche se in realtà quel pubblico ha bisogno di lavorare sempre e sempre di più.
Ed è evidente che quando avvengono situazioni di questo genere – ma anche alluvioni e fermi imposti da emergenze con cui in futuro dovremo fare i conti sempre più spesso – c’è una bella differenza fra essere un libero professionista e un dipendente di una multinazionale che fattura miliardi di euro e che paga le tasse in maniera random.
Intanto i rider di Just Eat, la piattaforma che si è sganciata ormai più di due anni fa da Assodelivery, sfrecciano indisturbati per la città. Poiché a differenza di quelli di Glovo e Deliveroo sono tutelati da un contratto collettivo, perfettibile ma riconosciuto dalle sigle sindacali, e in caso di fermo l’azienda ha gli strumenti per riconoscere loro un contributo.
Come succede in qualsiasi azienda che segue le regole e i contratti collettivi nel nostro Paese.
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