Certo, con tutti questi misteri i lavoratori non dormono sonni tranquilli, perché comunque nell’azienda c’è una procedura di liquidazione.
Il nome di Francesco Borgomeo, imprenditore che in un primo tempo avrebbe dovuto risanare la situazione di Gkn, sembra essere del tutto uscito di scena. Le dichiarazioni ai giornali dei primi tempi sembrano lontane, così come il palco della Leopolda, dalla quale il renziano e cattolico industriale arringava la folla. Nemmeno chi ha quote delle società Pvar, Sviluppo Immobiliare Toscana e Toscana Industry non lo cita più come punto di riferimento.
Anche perché in questi giorni Borgomeno sta perfezionando l’ingresso di nuovi investitori in Saxa Gres, società produttrice di ceramica che era di sua proprietà, e che starebbe per cedere le quote a un fondo. Il sogno di una realtà sostenibile a livello energetico nel mondo della ceramica sembra essersi infranto, e l’imprenditore italiano sta per cedere il passo a un gruppo di investitori stranieri, che si sono impegnati a far ripartire i forni negli stabilimenti fermi del gruppo e a interrompere la cassa integrazione. Nei giorni scorsi, in un tavolo al Mimit, hanno infatti presentato un piano industriale per far ripartire l’attività. Piena soddisfazione per la ripartenza è stata espressa dallo stesso sindaco di Roccasecca, Comune in provincia di Frosinone in cui ha sede la società; e lo ha fatto proprio a un tavolo istituzionale del ministero delle Imprese.
Altre attività all’orizzonte al momento non sembrano esserci, ma nemmeno una soluzione per la vicenda dell’ex Gkn di Campi Bisenzio e per gli stipendi di un gruppo di lavoratori che da anni, nonostante il proprio impegno, vede passare il futuro sulla testa, con il timore sempre più fondato di non poterlo raggiungere.
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Photo credits: sulatesta.net