Gli autisti di Esselunga in sciopero a Livorno contro il sistema dei subappalti. Nel mirino mancati straordinari e indennità: “Risparmio su tasse e contributi a danno dei lavoratori, sono rimasti i soli non internalizzati dall’azienda”. Le testimonianze degli scioperanti e di Giovanni Ceraolo, del sindacato USB
La Pasqua può aspettare: gli autisti Esselunga scioperano di Venerdì Santo
Gli autisti di Esselunga in sciopero a Livorno contro il sistema dei subappalti. Nel mirino mancati straordinari e indennità: “Risparmio su tasse e contributi a danno dei lavoratori, sono rimasti i soli non internalizzati dall’azienda”. Le testimonianze degli scioperanti e di Giovanni Ceraolo, del sindacato USB
Ci risiamo: di nuovo guai per Esselunga. Dopo il sequestro preventivo d’urgenza di oltre 47 milioni di euro (nell’ambito delle indagini coordinate dal PM Paolo Storari per frode fiscale, caratterizzata dalla stipula di contratti di appalto fittizi per la fornitura di manodopera, e dall’emissione di fatture false), e dopo il crollo nel cantiere del supermercato fiorentino, avvenuto lo scorso febbraio, che ha causato la morte di cinque operai e il ferimento di tre (impiegati in modo irregolare, secondo la procura di Firenze), ora Esselunga se la deve vedere con i corrieri dello stabilimento di Livorno, che hanno aperto lo stato di agitazione per dire basta al sistema dei subappalti e chiedere di essere internalizzati.
Gli autisti Esselunga scioperano di Venerdì Santo contro il sistema di subappalti
Venerdì 29 marzo a Livorno gli autisti in subappalto, iscritti a USB, hanno scioperato e istituito un presidio, di fronte al centro commerciale Esselunga di viale Petrarca, per denunciare lo sfruttamento a cui vengono sottoposti e chiedere lo stesso trattamento riservato ai lavoratori impiegati nelle attività di e-commerce. Una data, quella scelta per la mobilitazione, non casuale: di Venerdì Santo, nel pieno delle festività pasquali, le richieste dei clienti sono quasi al picco e i ritmi di lavoro serrati. Fermarsi adesso vuol dire inviare un segnale forte a chi sta ai piani alti.
Dal 19 febbraio scorso, infatti, in seguito ai procedimenti giudiziari che hanno coinvolto l’azienda della grande distribuzione, circa 2.000 dei lavoratori dell’e-commerce, prima impiegati in appalto e subappalto, sono stati internalizzati e assunti da Esselunga. L’azienda di proprietà dei Caprotti ha firmato con le sigle di categoria FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTuCS un piano per l’inserimento degli addetti, che prima erano gestiti da ben nove società appaltatrici diverse: secondo i sindacati si tratta della più grande opera di internalizzazione mai messa in atto da Esselunga. Ai lavoratori internalizzati verrà applicato il CCNL della Distribuzione Moderna Organizzata, oltre alla contrattazione integrativa aziendale del gruppo.
La stessa sorte non è però toccata agli autisti, che tutti i giorni macinano chilometri sui loro furgoni per portare la spesa a casa delle famiglie. A Livorno, in particolare, tale servizio è appaltato a ItalTrans di Bergamo, che a sua volta subappalta a Deliverit S.R.L., in un sistema ben collaudato dall’azienda della GDO, come rilevato dall’inchiesta sui contratti d’appalto fittizi.
Non è la prima volta che USB Livorno denuncia il sistema degli appalti e delle false cooperative applicato nel settore della logistica, ma anche dell’igiene ambientale, del commercio e della vigilanza privata. Vertenze, denunce, scioperi e manifestazioni in decine di siti, tra porto e interporto, in cui vige e continua a proliferare il sistema degli appalti, attorno a cui ruotano migliaia di lavoratori con poche tutele e bassi salari. A questa condizione di precariato si somma poi l’incertezza: i continui cambi di appalto determinano infatti un ulteriore abbassamento delle condizioni di lavoro, ricatti e licenziamenti.
Autisti Esselunga, vestiti come dipendenti ma senza diritti: “Risparmio su tasse e contributi a danno dei lavoratori”
Per Giovanni Ceraolo, coordinatore USB Livorno settore Logistica, Deliverit S.R.L. non rispetterebbe il contratto nazionale, appunto, della logistica, perché “maschera gli straordinari con l’indennità di trasferta che, in realtà, andrebbe riconosciuta a prescindere in busta paga per ogni giornata lavorativa. L’indennità, infatti, spetterebbe a tutti gli autisti per ogni giornata di guida consecutiva sopra le 6 ore, come previsto da contratto. A questa si può aggiungere, in caso, il lavoro straordinario. Con questo meccanismo, l’azienda riesce a risparmiare sulle tasse e sui contribuiti previdenziali, il tutto a danno dei lavoratori”.
Oltre a questo, agli autisti non viene corrisposto per intero l’integrativo regionale: “Invece di pagare 57 euro di integrativa regionale, ci danno quella del settore agrario, pari a 33”, aggiunge Diego, autista di 35 anni e delegato USB. Anomalie che secondo Ceraolo sono molto diffuse nei sistemi di subappalto: “Ogni società deve mangiarci su qualcosa, e così si normalizzano i mancati pagamenti e le condizioni di lavoro vicine allo sfruttamento”.
Diego lavora in subappalto per Esselunga dal 2021, ma, assieme ai suoi colleghi ha subito un cambio di appalto il 10 luglio 2023. Nonostante siano inquadrati tutti come autisti livello G1 del contratto nazionale della logistica, l’azienda non riconosce loro delle voci in busta paga, come la c.d. “trasferta Italia”: “La voce è presente – spiega – ma non risultano gli straordinari che noi effettuiamo: per non pagare i contributi e le tasse, fanno passare gli straordinari come trasferte. E poi c’è il risparmio sull’indennità regionale”.
Anche se non sono dipendenti diretti di Esselunga, questi vengono percepiti come tali: “Andiamo in giro con la divisa firmata e il furgone targato Esselunga. È vero che non lavoriamo all’interno dell’edificio, ma comunque portiamo in giro il marchio”. Insomma, il nome dev’essere ben in vista, ma le condizioni di lavoro è meglio che siano tenute nascoste.
USB Livorno: “Internazionalizzazione subito: sono rimasti fuori solo gli autisti, ma l’azienda si rifiuta di ascoltarci”
Per Ceraolo di USB l’unica soluzione è intraprendere un percorso di internalizzazione del servizio, così come già fatto con altre categorie.
“Su Livorno qualche mese fa i lavoratori che svolgono i servizi di magazzinaggio, quelli che sostanzialmente caricano i furgoni per le consegne”, spiega Ceraolo, “sono stati internalizzati in Esselunga. Sono rimasti fuori solo gli autisti e non si comprende il motivo. Noi chiediamo quindi di interrompere il meccanismi di appalto e subappalto che puntano al continuo ribasso”.
USB ha chiesto più volte un incontro con la dirigenza della società che gestisce il servizio in subappalto, senza però ricevere alcuna disponibilità al dialogo. “Da mesi proviamo ad avere interlocuzioni, ma non rispondono se non all’avvocato”, afferma Ceraolo. “Non vogliono aprire una trattiva sindacale. Non c’è stata neanche la possibilità di approfondire questo aspetto”.
Eppure la maggior parte degli autisti sotto Deliverit S.R.L. sono iscritti a USB (10 su 28, un terzo), mentre quattro sono iscritti alla CISL e uno solo alla CGIL. Per Diego l’azienda ha deciso di alzare un muro verso USB per via un atteggiamento carico di pregiudizi: “A loro non piace USB, per questo hanno deciso di non rivolgerci più la parola e non ascoltarci. Lo reputano un sindacato non riconosciuto a livello nazionale, che tende solo a ‘fare casino’ all’interno degli appalti senza raggiungere obiettivi concreti e che ‘crea solo problemi’. Ascoltano solo CISL, UIL e CGIL. Per questo siamo costretti purtroppo ad agire per via legali tramite prefetto, ispettorato o proclamando sciopero, per essere ascoltati”.
Oltre allo stato di agitazione sindacale, infatti, USB ha chiesto in contemporanea l’attivazione di un tavolo di conciliazione con il prefetto di Livorno e l’intervento delle istituzioni a tutela dei diritti dei lavoratori. “Se non si sblocca la situazione”, conclude Ceraolo, “il passaggio successivo è continuare con gli scioperi e con modalità diverse. Speriamo di trovare una soluzione”.
“Speriamo che grazie allo sciopero, mettendo Esselunga a conoscenza delle nostre condizioni, l’azienda a cui è subappaltato il nostro lavoro si metta una mano sulla coscienza e ci venga in contro”, conclude Diego.
Già, speriamo che avvenga. E che il vento sia cambiato per questi e per tanti altri lavoratori della logistica.
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