L’umanità oggi si trova davanti a tre grandi sfide, di cui non si può più non tenere conto: tecnologica, demografica e ambientale. Nel ruolo sindacale più autentico c’è già la chiave per affrontare queste partite del futuro: il sindacato, infatti, strutturalmente deve sempre tenere insieme le emergenze con la prospettiva. La crisi economica ha continuato […]
Marco Bentivogli
47 anni, nato a Conegliano Veneto (TV), è stato eletto Segretario Generale della Fim Cisl il 13 novembre 2014. Sposato con Silvia, ha una figlia, Emma, di 7 anni. Confermato nel il 19° Congresso della Fim Cisl nazionale svoltosi a Roma il 7-9 giugno del 2017 alla guida dei metalmeccanici della Cisl.
Entra in Fim Cisl nel 1994, dopo anni di lavori precari e studi economici. All’età di 24 anni, tra il 1994 e il 1997, nella Fim Cisl fonda il Network Giovani metalmeccanici (NGM) con l’idea che il sindacato debba ritornare ad essere “un luogo pubblico delle migliori aspirazioni dei giovani”, sostenendo l’idea che i giovani attivisti debbano assumere un ruolo nella rappresentanza sindacale per farsi “intercettori di persone ed esigenze” nei luoghi di lavoro.
È tra i primi a portare l’iniziativa sindacale sulla rete lanciando NGM anche su internet, già nel 1997.
In quegli anni, con i giovani della Fim, ottiene la riapertura della scuola quadri di formazione sindacale presso il Romitorio di Amelia (TR). Nel periodo tra il 1998 e il 2001 fa esperienza alla Bolognina (Bologna), dove segue le aziende del settore; diventa poi Segretario Provinciale.
Nel 2001 si sposta ad Ancona, sempre come Segretario Provinciale, e si occupa delle principali aziende meccaniche della zona, tra cui Fincantieri, Fiat-CNH e Caterpillar. Nel 2008 l'approdo alla Segreteria Nazionale, dove si dedica da subito ai temi della democrazia industriale e della partecipazione, promuovendo il Protocollo di Relazioni Industriali di Finmeccanica (ora Leonardo) e la proposta Fim Cisl sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione strategica d'impresa, presentata il 23 ottobre 2013 al Cnel.
Ha seguito e segue il settore della siderurgia e dell'alluminio e si è occupato delle vertenze più difficili provocate negli ultimi anni dalla crisi (Alcoa, Lucchini, Ilva, AST, FCA, Indesit Whirlpool). L'impegno concreto su questo versante lo ha portato ad assumere una spesso posizione critica verso la classe politica, di cui ha denunciato la non conoscenza dell’impresa e l'incapacità di affrontare il tema delle politiche industriali. Autore di numerosi articoli e libri, è stato il primo sindacalista in Italia ad affrontare il tema dei cambiamenti nell'industria con l'avvento dell'Internet of Things e della digitalizzazione dell'economia e della società, di cui parla in #Sindacatofuturo in Industry4.0 (edizioni Adapt Press). Al centro delle sue riflessioni anche i “nuovi lavori” della sharing e Gig economy.
Nel libro “Le Persone e la Fabbrica” (edizioni Guerini NEXT), la più grande ricerca sugli operai Fiat Chrysler degli ultimi anni in Italia, realizzata dalla Fim Cisl in collaborazione con il Politecnico di Milano e di Torino, rivendica il ruolo e i risultati degli accordi siglati con il gruppo Fiat (oggi FCA).
Nel 2016 pubblica con Castelvecchi “ Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato", giunto nel giugno del 2017 alla seconda ristampa dopo il successo della prima edizione. Il libro è un vero e proprio manifesto sul sindacato del futuro, un sindacato che secondo l’autore ha la necessità di fare scelte radicali, rifondative, rigeneratrici (le 3R).
È un convinto sostenitore della necessità da parte del sindacato di voltare pagina. Questa la sua idea: “Serve un sindacato 2.0 che metta insieme i valori migliori e la tecnologia e soprattutto il rilancio della formazione quadri a tutti i livelli. Internazionalizzare, sburocratizzare, ringiovanire il sindacato”, queste le sue parole d'ordine. Allergico alle ritualità e al sindacalese, rigoroso su trasparenza e gestione organizzativa, ritiene che in un’economia globalizzata l'azione sindacale, per avere successo, debba acquisire necessariamente un respiro internazionale. "Il sindacato - ripete sempre - o sarà internazionale o non sarà".
Per Bentivogli nel nostro Paese c'è la necessità di de-ideologizzare il dibattito pubblico sul lavoro, troppo spesso intrappolato in slogan propagandistici e demagogici. Tutto il contrario di ciò che invece servirebbe: grande competenza e capacità di scrivere su un foglio bianco il lavoro del futuro, fuori dalle ideologie.
Insieme al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda lancia, il 12 gennaio 2018 dalle pagine del Sole 24 Ore, un Piano industriale per l’Italia delle competenze (Piano Calenda-Bentivogli). L'obiettivo è promuovere il rilancio del Paese con una strategia costruita su tre pilastri: Competenze, Impresa, Lavoro. Ne è nato un vivace dibattito pubblico che ha coinvolto intellettuali, economisti e leader politici, dai quali è venuto un ampio consenso alle proposte avanzate nel documento.
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Impariamo a fare errori nuovi
Quando lo spirito difensivo domina, è segno che l’invenzione è morta, che la preoccupazione di conservare, e di conservare tal quale, ha espulso la preoccupazione di promuovere e creare. Emmanuel Mounier «Sono una casta. Privilegiati che difendono altri privilegiati. Tutelano i fannulloni. Fanno i sindacalisti per non lavorare. Difendono solo le pensioni di anzianità e […]