Bancomat e Internet: l’annuncio c’è, la cultura manca

È stata annunciata, e dovrebbe essere imminente alla sua attuazione, una rivoluzione nei pagamenti on-line: in Italia, si potrà pagare con il Bancomat direttamente su Internet. Dopo questa notizia dovremmo essere tutti contenti dell’ opportunità ed invece io sono davvero deluso. Deluso dell’ennesima notizia sensazionale che poi, in pratica, non cambierà di una virgola la situazione. […]

È stata annunciata, e dovrebbe essere imminente alla sua attuazione, una rivoluzione nei pagamenti on-line: in Italia, si potrà pagare con il Bancomat direttamente su Internet.
Dopo questa notizia dovremmo essere tutti contenti dell’ opportunità ed invece io sono davvero deluso.
Deluso dell’ennesima notizia sensazionale che poi, in pratica, non cambierà di una virgola la situazione.
I primi annunci risalgono a comunicati stampa di Dicembre ai quali non è stato dato alcun seguito. Si ipotizzava come partenza il mese di Marzo 2015, le ultime indiscrezioni dicono Aprile 2015.
Ma la vera notizia a mio parere, è l’impossibilità di trovare informazioni su come integrare questo sistema di pagamento su un sito, come funzioni all’atto pratico, che costi abbia per un esercente.
Così, la scorsa settimana ho  provato a contattare il consorzio Bancomat, ho lasciato un messaggio nella solita segreteria multi-opzione, chiedendo di essere richiamato per ricevere qualche dettaglio in merito, ma neanche a dirlo non s’è fatto vivo nessuno.
Chiedendo alle banche, queste non sanno di cosa si tratti e rimango dunque in attesa di una fantomatica documentazione tecnica. La cosa ancor più deprimente è che il sistema viene descritto come semplice ed immediato nell’ultimo comunicato stampa diffuso.
Proviamo a seguire la procedura, così come descritta:
1) Assicurarsi che la propria carta bancomat appartenga al circuito che offre il servizio di pagamento online.
2) Chiedere alla banca di attivarlo (mancano le modalità, ma questo pare essere un dettaglio trascurabile).
3) Scegliere sul sito dove si sta acquistando l’apposita modalità di pagamento con Bancomat (che se non si trova la documentazione son curioso di vedere in quanti lo proporranno).
4) Una volta arrivati sul sito per il pagamento scegliere la propria banca.
5) Solo a quel punto si arriverà sulla schermata di autenticazione, e bisognerà inserire dei dati identificativi (che non è il PIN, attenzione, saranno altri ma non so ancora quali).
6) Fatto questo si procede con l’autorizzazione al pagamento.
7) Finalmente l’ordine potrà essere confermato allo shop (se tutto va bene).
Sette passaggi, 7 … se tutto va bene. E questa sarebbe la procedura semplice che abiliterà gli Italiani agli acquisti online?
La miopia con la quale è stato strutturato questo servizio, guardando solo ai profitti generati per gli istituti e dimenticandosi degli utenti, è sconcertante.
 In Italia sono due gli ostacoli insormontabili per la diffusione degli acquisti online:
1) La fiducia
2) La cultura nell’utilizzo di Internet.
Sono questi i punti da risolvere per far decollare il settore delle vendite on-line che ora è al 3,5% sul totale volume d’affari commerciale nel 2014.
In Francia siamo al 7%, in Gemania al 9% in UK al 15%. Ne abbiamo di strada da fare.

I limiti dell’eCommerce in Italia

Gli Italiani non si fidano ad acquistare online perché hanno paura. La carta di credito la hanno, ma non la usano perché non si fidano. In quanti hanno fatto una prepagata appositamente, non sapendo che comunque con le carte “normali” si è più tutelati. La dimostrazione che il vero problema dell’utilizzo della rete è squisitamente culturale.

L’utente medio Italiano non conosce i suoi diritti di base, a differenza degli altri utenti Europei. Un Tedesco sa benissimo come funziona il reso e che è un suo pieno diritto.
Gli utenti nel nostro paese pensano che il reso sia una cortesia offerta dal venditore.
 Se risolviamo il problema culturale prima, le transazioni aumenteranno di conseguenza, i modi per pagare gli ordini ci sono già ma bisogna guidare gli utenti ad utilizzarli correntemente.
Il 34% delle transazioni online sono fatte con Paypal, il 21% una carta prepagata, il 20% una carta di credito (fonte dati ricerca Netcomm/Human Highway 2014) . Poi ci sono tutti gli altri metodi di pagamento.  Ergo, non è il sistema di pagamento l’urgenza da risolvere adesso.
Tornando ai bancomat, ben venga ci sia la possibilità di usarlo per i pagamenti on line, ma da qui a un anno quanti saranno i venditori che lo proporranno ai loro clienti e, soprattutto, quanto sarà utilizzato dagli acquirenti?
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