Campolo, dove la rinascita è scritta nella pietra

Il progetto di un centro medioevale dell’Appennino Tosco-Emiliano: investire i fondi del PNRR per riportare in auge la lavorazione della pietra arenaria e strutturare il paese per ospitare giovani e lavoratori.

L’apertura al pubblico della Rocchetta Mattei, il 9 agosto 2015, ha rappresentato una svolta per la valorizzazione e la visibilità di Grizzana Morandi e di tutto l’Appennino Tosco-Emiliano. Con le sue circa mille visite settimanali, il castello voluto dal conte Cesare Mattei, padre dell’elettromeopatia, e il borgo medioevale La Scola, meta di 200-300 visite settimanali, sono i principali attrattori turistici che fanno da volano al progetto pilota selezionato dalla Regione Emilia-Romagna per il Piano Nazionale Borghi: Da Campolo l’arte fa Scola, dove il fulcro è rappresentato proprio da Campolo, frazione lontana dodici chilometri da Grizzana Morandi, Comune della provincia di Bologna esteso su circa 80 chilometri quadrati per quattromila abitanti.

Terra di scalpellini e centro turistico amato dai bolognesi negli anni Settanta, Campolo è una realtà sempre più a rischio spopolamento – meno di cinquanta gli attuali residenti rispetto ai duecento del passato – che soddisfa le condizioni descritte per l’accesso alle risorse della Linea A di intervento dell’Investimento 2.1 “Attrattività dei Borghi” nell’ambito del PNRR.

Dietro la selezione di Campolo c’è un progetto organico di rigenerazione frutto del gioco di squadra delle amministrazioni, della passione del gruppo del lavoro e del coinvolgimento delle associazioni del territorio (Sculca e Ciancabilla, la pro loco di Campolo). La fase di redazione della scheda progettuale ha avuto tempi serratissimi e ha richiesto gli sforzi di risorse interne ed esterne agli enti locali, dalle progettiste Erica Pè, Elena Vincenzi e Giulia Brunini (Comune di Marzabotto) al personale del Comune di Grizzana Morandi (l’assessore Giulia Testoni, Stefania Fabbri, il servizio Assetto del territorio), fino al responsabile del Servizio turismo e cultura dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese Marco Tamarri.

Le arpe magiche dell’associazione Sculca

Le risorse del PNRR per riqualificare l’Appennino Tosco-Emiliano

L’obiettivo, come sottolinea il sindaco di Grizzana Morandi Franco Rubini, è ripopolare Campolo attraverso iniziative imprenditoriali e commerciali capaci di generare ricadute occupazionali sul territorio. L’altro aspetto fondamentale è far conoscere il patrimonio paesaggistico, artistico, storico e culturale di questa parte di Appennino Tosco-Emiliano, ricco di siti di interesse da scoprire, il Santuario della Beata Vergine di Montovolo ai Fienili del Campiaro, passando per la chiesa di Alvar Aalto a Riola.

Potenziare il turismo slow, sostenibile (l’area è attraversata da cammini come la Via Mater Dei, sentieri CAI e itinerari ciclabili) e di prossimità, ma anche nazionale ed estero alimentato dalla Rocchetta Mattei, porterà benefici a tutto l’Appennino.

Parte dei fondi a disposizione saranno destinati al restauro di beni pubblici e privati, tra cui la Rocchetta Mattei (di proprietà della Fondazione Carisbo, gestita dal Comune di Grizzana Morandi), che completerà i lavori di restauro, e la residenza estiva del famoso pittore e incisore Giorgio Morandi, che aveva fatto di Grizzana un luogo d’ispirazione privilegiato e soggetto di alcuni dei suoi più celebri capolavori. La casa del famoso incisore, diventata museo dopo la donazione al Comune fatta dalla sorella, sarà messa in sicurezza (con il rifacimento del tetto) e dotata dei necessari impianti di allarme per accogliere l’esposizione di alcune sue opere nel prossimo futuro, in accordo con la Regione.

Franco Rubini, sindaco di Grizzana Morandi

La Scola: l’esempio felice di un paese non spopolato

La Scola è uno dei paesi medievali meglio conservati dall’Appennino, conosciuto per le sue caratteristiche architettoniche e naturalistiche: qui si staglia un cipresso di settecento anni, uno degli alberi più antichi d’Italia, e il microclima favorevole fa crescere piante non autoctone. Con i fondi del PNRR diventerà ancora più bello e funzionale.

«Il Comune realizzerà un parcheggio e un’illuminazione ad hoc per le ore serali; i cavi di luce e telefono saranno razionalizzati o interrati per essere meno impattanti. Il sogno resta l’acquisizione di Palazzo Montanelli, artisticamente prezioso, ma che probabilmente resterà fuori dal progetto», spiega Silvia Rossi, presidente da quasi nove anni dell’Associazione culturale Sculca (www.borgoscola.net), nata nel 1993 per preservare e tutelare La Scola. L’Associazione (settanta iscritti, di cui circa dieci operativi) presenta gratuitamente il luogo ai visitatori; organizza eventi culturali d’estate e il presepe d’inverno; ha promosso quattro restauri, brochure e un volume.

La Scola sarà, con la Rocchetta, sede privilegiata per ospitare eventi culturali. Il borgo ha sedici residenti, di cui otto nel cuore storico, ma con le seconde case arriva a contare sessanta abitanti. Tra questi, Silvia Rossi e il marito.

«Dal 1974 il paese è sottoposto a vincolo urbanistico, voluto dal primo sindaco donna di Grizzana Morandi, Paola Pisi, rafforzato nel 1976 dal vincolo architettonico. Ma La Scola è così ben tenuto grazie soprattutto all’amore e alla passione di chi vi abita tutto l’anno, e di chi come noi è spesso qui.»

L’età della popolazione va dai 79 ai 28 anni. Alla generazione più giovane dei residenti appartiene Giulia Testoni, assessore alle Politiche ambientali, Rifiuti e Protezione Civile del Comune. «Abito a La Scola da dieci anni. Appena maggiorenne mi sono trasferita nella casa di mia nonna, che ho condiviso con lei fino a che non ci ha lasciati. Lavoro a Bologna, ma lo spostamento non mi pesa, amo la pace e la tranquillità di casa mia. Come me, altri giovani a La Scola e Campolo hanno condiviso questa scelta, abbracciando uno stile di vita lontano dai ritmi della città. Lo scopo finale del bando è attirarne altri puntando sul tema del lavoro. Sarà un’opportunità di sviluppo non solo per Grizzana Morandi e le due località, ma per tutto l’Appennino».

Ripopolare i paesi attraverso nuovi posti di lavoro

Il Comune di Grizzana Morandi userà una parte consistente dei fondi per acquistare, soprattutto a Campolo, locali e edifici disabitati (e in larga parte vincolati) da rigenerare per l’accoglienza di nuova popolazione residente e l’avvio di startup culturali.

«Non si risiede più nei paesi di montagna perché manca il lavoro; le infrastrutture sono carenti, così come i servizi. Con il progetto Da Campolo l’arte fa Scola metteremo in atto una serie di azioni e attività per attrarre giovani e famiglie a vivere nei nostri paesi», spiega Marco Tamarri, responsabile del Servizio turismo e cultura dell’Unione dei 13 Comuni dell’Appennino bolognese. La prima condizione per trasferirsi è il lavoro, che oggi per chi risiede in quest’area significa in gran parte pendolarismo verso Bologna o impiego nelle imprese dell’Alto Reno (una per tutte, Piquadro a Gaggio Montano). Strategica in questo senso l’istituzione della Scuola di Alta Formazione Edile e del Restauro, a Campolo, e della Casa delle Arti, che avrà sede nel complesso – presto acquisito dal Comune –, nei pressi della Rocchetta Mattei.

«La Casa delle Arti sarà un centro di produzione artistica di valenza internazionale, luogo di incisione discografica, registrazione, produzione cinematografica e audiovisiva, dove saranno sviluppati anche laboratori interattivi con tecnologie all’avanguardia. La Casa può contare su 150 contatti avviati, con nomi illustri come Sollima a Brunello, e venti partenariati per iniziare le attività», prosegue Marco Tamarri, che ha sviluppato quest’anima del progetto. «Diverse le maestranze – tra illuminotecnici, fonici, scenografi, eccetera – che saranno assorbite stabilmente dal centro e che potranno trasferirsi a Campolo».

Progetto Montovolo, per tramandare l’arte degli scalpellini

Custodi dei segreti dell’arte muraria, i maestri comacini nel 1400 e 1500 modellarono case, borghi e chiese dell’Appennino, soprattutto in questa zona, con i loro simboli e stilemi, rivoluzionando l’architettura rurale. La loro eredità fu raccolta dagli scalpellini, che nei secoli successivi lavorarono la pietra arenaria estratta dalle cave del Montovolo-Vigese per realizzare non solo gli edifici della zona, ma anche molti palazzi a Bologna.

Campolo è storicamente un punto di riferimento per la lavorazione della pietra arenaria, tanto che nella piazza principale c’è un monumento dedicato alla figura del muratore costruttore: «A Campolo fino agli anni Sessanta del Novecento erano attive quattro cave dove lavoravano almeno cento persone. Poi la loro progressiva chiusura ha portato all’esaurimento sia della materia prima che della manodopera», spiega Stefano Vannini, presidente dell’Associazione Fulvio Ciancabilla, che di recente ha concluso la seconda edizione del corso di introduzione alla scultura su pietra organizzato in collaborazione con l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, che si è tenuto a Grizzana e Camugnano.

Il corso rientra nel più ampio Progetto Montovolo, teso a rilanciare l’antica arte della lavorazione dell’arenaria e a riqualificare questo mestiere grazie a Giancarlo Degli Esposti e Alfredo Marchi, artigiani della pietra ancora attivi; progetto che oggi trova nelle risorse del Bando borghi una grande opportunità di sviluppo.

«In collaborazione con l’Istituto Edile di Bologna – prosegue Stefano Vannini – l’Associazione Ciancabilla attiverà un corso per scalpellino-muratore e parteciperà alle attività della Scuola di Alta Formazione Edile e del Restauro prevista a Campolo nei segmenti della muratura e scultura in arenaria. Il percorso didattico sarà aperto a chi desidera imparare o affinare questo mestiere e alle aziende edili del territorio, che avranno così le competenze per ristrutturare gli edifici storici locali e rendere più belle le case di montagna.»

Per ovviare alla mancanza di materia prima, il Comune di Grizzana Morandi e quello di Camugnano stanno inserendo una norma nel piano urbanistico per poter usare, con finalità ben definite, il materiale proveniente da diversi fronti di frana lungo le pareti dei due monti, dalle quali sono crollati naturalmente centinaia di metri cubi di pietra.

«Il 60% degli edifici storici di questo territorio è in pietra arenaria. Recuperare materia prima e formare manodopera specializzata è fondamentale per partecipare ai restauri contemplati nel progetto Da Campolo l’arte fa Scola, primo fra tutti quello della Rocchetta Mattei. L’aspirazione è riuscire nei quattro anni di durata del progetto a formare una decina di maestri e a trasmettere i rudimenti di base a operatori edili delle imprese e artigiani», conclude Vannini.

L’associazione Ciancabilla ha inoltre intenzione di restaurare le attrezzature ancora presenti nelle due cave rimaste (una privata, l’altra di proprietà del Comune di Grizzana Morandi) per creare un museo a cielo aperto dell’attività di estrazione dalla cava e un luogo di sosta per i visitatori dei sentieri degli scalpellini, che saranno sistemati e inseriti ufficialmente nella rete sentieristica dell’Appennino.

Ripopolare Campolo, dalle infrastrutture ai servizi. La Cooperativa di comunità

«Una delle mie priorità è la manutenzione delle strade», evidenzia il sindaco Franco Rubini. «Poi c’è il tema di cui si discute da anni, quello di una superstrada alternativa alla Strada statale Porrettana. Di certo il progetto prevede il rafforzamento del servizio ferroviario metropolitano tra le stazioni di Bologna e Riola, mettendo in servizio delle navette elettriche per collegare Rocchetta Mattei, Campolo e La Scola. Non serviranno solo ai turisti, ma soprattutto a chi già vive qui e a chi deciderà di risiedervi».

I fondi del PNRR daranno una mano anche a potenziare e completare la già avviata infrastrutturazione digitale del territorio. Grizzana Morandi sarà coperta con la fibra entro il 2023, anche La Scola è un processo in progress.

Non va dimenticato il fronte commerciale e dei servizi. Chiusa la storica e rinomata Osteria dell’Anna, resta il ristorante Al Paladein, aperto nel 2017 per rivitalizzare il borgo. La rigenerazione di Campolo passerà anche dalla sistemazione dei campi sportivi adiacenti alla pro loco, dalla riapertura della bottega di paese, chiusa dalla fine del 2021, e quella dell’albergo. Per gestire queste attività sarà probabilmente creata una Cooperativa di comunità, che potrebbe assumere circa dieci persone «dalle competenze trasversali» – spiega Marco Tamarri – per rispondere alle esigenze dei borghi: guidare le navette elettriche, gestire la bottega riaperta, fare da guida ambientale per i turisti, fornire servizi ai residenti più anziani.

La reazione dei cittadini: soddisfazione e alcuni timori

La condivisione del progetto con i cittadini è iniziata con due assemblee molto partecipate a Campolo e La Scola.

«Quando saremo operativi e avremo un cronoprogramma più definito, presumibilmente nel mese di giugno con la prima tranche di finanziamenti, torneremo dagli abitanti per un nuovo confronto», fa sapere il sindaco di Grizzana Morandi. La cabina di regia del progetto, come emerso dall’incontro con il dirigente del ministero della Cultura, potrà contare sulla stretta collaborazione con una realtà maggiormente strutturata come la Regione per la sua attuazione.

Si registra la grande soddisfazione – e anche l’incredulità – dei residenti per i fondi in arrivo, nell’attesa dei primi interventi concreti. A prevalere ora è la richiesta di informazioni; da parte di alcuni cittadini emerge il timore per una deriva troppo turistica, dall’altra si affacciano i dubbi sul post Piano borghi. Su questo Franco Rubini ha le idee chiare: «Ora la priorità è lavorare bene con tutta la squadra, partire con i primi interventi e soprattutto dare continuità nel tempo a quello che costruiremo».

Leggi gli altri articoli a tema Geografie del lavoro.

Leggi il mensile 111, “Non chiamateli borghi“, e il reportage “Aziende sull’orlo di una crisi di nervi“.


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