Le contraddizioni del sostegno scolastico: insegnanti carenti o impreparati minacciano l’inclusione degli studenti disabili e ne compromettono l’educazione.
Il Crowdfunding delle Donne. L’Unione che fa il Business
Sono donne, hanno una laurea in tasca, un compagno e dei figli. Sono le signore del crowdfunding, delle professioniste tenaci che non temono le statistiche sull’occupazione femminile. Perché le donne italiane del crowdfunding sono riuscite a trasformare il loro impegno sociale in lavoro, trovando i soldi per finanziare i progetti delle loro comunità di riferimento. […]
Sono donne, hanno una laurea in tasca, un compagno e dei figli. Sono le signore del crowdfunding, delle professioniste tenaci che non temono le statistiche sull’occupazione femminile. Perché le donne italiane del crowdfunding sono riuscite a trasformare il loro impegno sociale in lavoro, trovando i soldi per finanziare i progetti delle loro comunità di riferimento. Collaborano con associazioni ed enti no-profit e si dedicano al rilancio del proprio territorio di appartenenza riuscendo, nello stesso tempo, a guadagnare dei compensi di tutto rispetto.
Le loro storie sono diverse, così come il loro background formativo. Gli elementi che però accomunano le professioniste del crowdfunding italiano sono l’impegno nei confronti delle fasce più deboli, la passione per l’arte, l’attaccamento alle proprie origini e la capacità di lavorare in gruppo con le altre donne. Riescono velocemente a fare rete, a dispetto di tutti gli stereotipi sulla competizione femminile.
Vivono la solidarietà tra donne come uno stile di vita, che le porta a condividere di tutto -dalle esperienze ai vestiti nell’armadio- e a guadagnarsi i propri spazi nell’universo dell’innovazione e del Terzo Settore. Hanno la tenacia di chi ha scelto in totale autonomia la propria strada e dalle loro parole traspira tutta la forza di chi sa come si realizzano i sogni. Propri e altrui. Conosciamo più da vicino alcune delle donne simbolo del crowdfunding italiano.
Ginger, le pioniere del crowdfunding civico
Agnese Agrizzi, Virginia Carolfi, Caterina Coretti, Martina Lodi e Nicole Maffi, meglio conosciute come GINGER, acronimo di Gestione Idee Nuove e Geniali Emilia Romagna. Sono cinque ragazze di Bologna – tutte laureate al GIOCA – che hanno formato un network di professionisti in grado di lanciare qualsiasi progetto di crowdfunding nell’ambito della cultura e della creatività. Le Ginger sono fortemente radicate nel territorio dell’Emilia Romagna, pur sviluppando progetti di crowdfunding sia in Italia che all’Estero. Dopo aver vinto il Bando Incredibol! del 2012 promosso dal Comune di Bologna, hanno continuato ad occuparsi della loro Regione firmando la campagna di raccolta fondi per il restauro del portico di San Luca. “Un passo per San Luca” è diventato rapidamente la case history più significativa tra i progetti di crowdfunding civico: la campagna ha abbondantemente superato i 300.000 euro necessari per aprire i cantieri di restauro nell’antico porticato che è il simbolo della città di Bologna, riuscendo a coinvolgere ben 7.111 sostenitori che ne hanno finanziato il progetto.
Chiara Spinelli, la evangelist del crowdfunding emozionale
Chiara Spinelli è l’antesignana del crowdfunding italiano. Fondatrice e segretario generale di ICN – Italian Crowdfunding Network, ha conseguito un Master in Comunicazione Pubblica e Politica presso l’Università di Pisa. Ha coordinato dal 2010 al 2012 la realizzazione di Eppela, la prima piattaforma italiana di crowdfunding reward based, di cui ha impostato lo sviluppo e le strategie di web marketing. La sua collaborazione è stata fondamentale per il successo della raccolta fondi che ha salvato il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Comunicatrice instancabile ed evangelist di numerose iniziative, collabora con il CNR e segue progetti di crowdfunding dedicati all’innovazione.
Il crowdfunding di Chiara Spinelli si sviluppa attraverso le reti sociali, con la mobilitazione di una massa critica di persone che prende a cuore la giusta causa. Dal suo contributo pionieristico è nato un metodo valido in tutte le raccolte fondi, soprattutto nel Terzo Settore: il segreto di ogni campagna di successo sta tutto nello storytelling e nelle emozioni che si riescono ad infondere nella comunità che è coinvolta intorno al progetto.
Anna Ruggiero, la mentor dell’economia etica
Anna Ruggiero, economista napoletana, è una delle punte di diamante del crowdfunding italiano. Esperta comunicatrice, ha iniziato la sua carriera di crowdfunder occupandosi di sviluppo d’impresa. E’ stata tra le prime esperte di marketing e finanza a formare una rete di professionisti del fundraising, insegnando loro le tecniche della raccolta fondi e della comunicazione d’impresa. I suoi corsi di formazione in crowdfunding – completi e low cost, in perfetto accordo con la filosofia delle opportunità accessibili a tutti – sono sempre richiestissimi e vanno ogni volta in sold out. Anna Ruggiero ha firmato numerose campagne di raccolta fondi con finalità sociali. Tra i suoi successi ci sono “Anche noi in scena“, il progetto educativo dedicato ai bambini autistici e “Animal Day“, la giornata di sensibilizzazione sui diritti degli animali.
Ma la case history più significativa è soprattutto Ecosin, il progetto di informazione indipendente sulla sostenibilità ambientale che è stato promosso attraverso WithYouWeDo – la piattaforma di crowdfunding di TIM – e che ha raccolto oltre 40.000 euro in pochi mesi. Tenace e gentile, Anna è nota per il suo impegno nella diffusione della “Economia della Felicità“. D’altronde, per lei il crowdfunding è: “La possibilità accessibile a tutti di sviluppare i propri progetti. Un’opportunità per chi vuole occuparsi di economia in modo etico, diffondendo esempi positivi e favorendo l’interazione con il territorio”. Tra le piattaforme di crowdfunding, italiane e straniere, utilizzate da Anna Ruggiero ci sono Indiegogo, KissKissBankBank, Buona Causa, Eppela e Produzioni dal Basso, ma il successo è sempre legato alla progettualità e alla rete di azioni online e offline perché per lei “il crowdfunding è relazione“.
Alessia Guardascione e Claudia Del Prete, la coppia creativa
Alessia Guardascione e Claudia Del Prete lavorano rigorosamente in coppia. Alessia si è laureata in Scienze della Comunicazione e ha lavorato come manager di una società sportiva. Claudia ha studiato Conservazione dei Beni Culturali e ha fatto pratica come addetto stampa. Da sempre vicine al sociale e impegnate nel Terzo Settore, hanno collaborato con Arci e si sono promulgate per la tutela dell’infanzia. La loro unione è nata con uno swap party – cioè quell’evento che promuove la cultura del riciclo, in cui un piccolo gruppo di persone si scambia vestiti e oggetti inutilizzati – all’interno della community di sharing economy Peers. Le due giovani donne hanno fondato insieme l’agenzia di comunicazione Tarva e si sono avvicinate al mondo del crowdfunding curando in particolare l’aspetto social delle campagne.
Claudia ricorda con grande entusiasmo la prima campagna di crowdfunding: “Io e Alessia conoscevamo già il crowdfunding come sistema, essendo molto attratte da tutto ciò che rappresenta un tipo di economia alternativo, per cui quando ci è stata proposta questa collaborazione abbiamo accettato con grandissimo entusiasmo”. Continua: “Certo, essere due giovani donne al Sud che si occupano di crowdfunding non è semplice, prima di tutto perché poche persone comprendono il potenziale enorme di questo sistema che quasi non viene percepito come una vera professione. Ma noi non ci arrendiamo ed ogni nuovo lavoro ci emoziona e ci spinge a fare meglio. Sulle piattaforme di crowdfunding – da kickstarter a Eppela – ci offrono un consiglio pratico: meglio fare un’analisi specifica delle peculiarità della campagna e del settore in cui si va ad operare. “Le piattaforme di crowdfunding vanno usate in base all’oggetto della campagna”, ci dice ancora Claudia. Un caso concreto? “Abbiamo seguito una campagna donation strutturata con diversi perks. In questo caso, dopo un’attenta pianificazione abbiamo scelto di utilizzare Indiegogo“.
D’altronde, le donne del crowdfunding pianificano sempre attentamente, pur senza tralasciare le loro passioni e la forza della rete. Perché è l’unione che fa il business, anche e soprattutto nella raccolta fondi per il Terzo Settore.
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