Fotografi in piazza: “Il nostro lavoro non è solo un click”

Così come per gli audiovisivi, anche per i fotografi il riconoscimento con i crediti per il proprio lavoro è una battaglia in corso. La campagna nazionale ADESSO BASTA!, che viaggia sui social network con l’hashtag #IoLavoroConLaFotografia, vede per la prima volta riuniti tutti i professionisti dell’immagine, della comunicazione e informazione visuale, per sensibilizzare al rispetto […]

Così come per gli audiovisivi, anche per i fotografi il riconoscimento con i crediti per il proprio lavoro è una battaglia in corso. La campagna nazionale ADESSO BASTA!, che viaggia sui social network con l’hashtag #IoLavoroConLaFotografia, vede per la prima volta riuniti tutti i professionisti dell’immagine, della comunicazione e informazione visuale, per sensibilizzare al rispetto delle regole del diritto d’autore e al contrasto dell’uso e appropriazione indebita dell’immagine. Nello specifico, le categorie e attività coinvolte sono: fotografi cerimonialisti, pubblicitari, specialisti in arte, in enogastronomia, architettura e ambiente (paesaggisti, naturalisti, subacquei) musica e spettacoli, cultura & società, cronaca bianca, nera, giudiziaria e rosa, reporter di guerra, fotogiornalisti, ma anche videomaker, video operatori, documentaristi, televisivi e giornalisti-fotovideomaker).

La campagna di sensibilizzazione è aperta a chiunque produca una fotografia, statica o in movimento: fotografi, fotoamatori, videografi, registi, etc.; il diritto d’autore vale per tutti. Le associazioni coinvolte sono:

  • AIRF– Associazione Italiana Reporters Fotografi;
  • AIFB– Associazione Italiana Fotografi di Bambini;
  • AFIPinternational – Associazione Fotografi Professionisti;
  • ANFM– Associazione Nazionale Fotografi Matrimonialisti;
  • FPA– Fotoreporter Professionisti Associati;
  • TAU Visual– Associazione Nazionale Fotografi Professionisti.

 

Il simbolo grafico della campagna è il simbolo del copyright spaccato, affiancato dal ritratto del professionista dell’immagine. Chiunque voglia aderire può farlo seguendo le istruzioni indicate sul mini-sito dedicato all’iniziativa: https://www.flash-mob.org/.

 

I punti essenziali del manifesto della campagna ADESSO BASTA!

Tre sono i punti principali su cui i professionisti dell’immagine puntano i riflettori:

  • le immagini trovate sul web non sono di tutti: hanno un autore a cui fare riferimento per l’utilizzo;
  • la categoria delle “semplici fotografie” rispetto alle “opere fotografiche” è anacronistica, e quindi da eliminare;
  • la fotografia è una professione, e il lavoro di chi produce immagini (fisse o in movimento) deve essere riconosciuto. La visibilità non è merce di scambio.

“Quello che si trova in rete non è anonimo, è stato reso anonimo – specifica il coordinatore generale dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual, Roberto Tomesani. E continua: “Dietro una qualsiasi immagine esiste un autore, un creatore di quella immagine. Esistono piattaforme che mettono a disposizione per la condivisione opere dell’ingegno e anche la licenza Creative Commons, che ha come condizione minima base la menzione del nome dell’autore per l’uso dell’opera, per i propri fini e per progetti che possano essere commerciali o personali. La fotografia ha una forza, una potenza, una dirompenza, una capacità di essere tagliente che gli altri mezzi di comunicazione non hanno”, sottolinea Tomesani.

 

Fotografi, il flash mob del 21 luglio contro una legge anacronistica

A sostegno dell’iniziativa, anche un flash mob che si è tenuto nelle principali piazze d’Italia, il 21 luglio, alle ore 22, in contemporanea a: Avellino, Barletta, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Peschiera del Garda, Ravenna, Reggio Calabria, Roma, Taranto, Torino, Trento, Trieste, Varese, Venezia, Verona.

“Il flash mob è una tappa del percorso che stiamo facendo nella battaglia sul diritto d’autore fermo al dopoguerra, rivolto alla carta stampata e con articoli obsoleti – spiega il fotogiornalista Mario Laporta – e questo è uno dei passi e delle tappe, ma al vaglio del Parlamento c’è una proposta di cambiamento della regolamentazione del diritto d’autore, e si sta lavorando moltissimo a livello legislativo”.

A organizzare il flashmob in Piazza San Domenico Maggiore, a Napoli, il fotografo Davide Visca: “Per tre minuti abbiamo azionato i flash e le torce. Con questa piccola manifestazione iniziamo ad accendere una lampadina sulla problematica di noi operatori e professionisti dell’immagine, nella speranza che si arrivi a una massima diffusione e che la questione venga risolta ai tavoli di discussione”.

A parlare della mancata considerazione e rispetto per l’attività professionale del fotografo al pari di tante altre, riconosciute e tutelate, è Anna Abet, co-organizzatrice del flash mob su Napoli: “#IoLavoroConLaFotografia. È proprio vero, una frase molto semplice, eppure il senso di questa frase è tutto tranne che semplice. Io lavoro con la fotografia, e spesso questa cosa viene presa come un lavoro per diletto, per arrotondare, un lavoro divertente o peggio ancora un non lavoro. Eppure vivere di fotografia vuol dire tenersi aggiornati, non solo sulle nuove tendenze, per essere attivi e produttivi, ma è investimento in attrezzature, corsi di aggiornamento; è un lavoro impegnativo come tante altre professioni”.

 

“Io lavoro con la fotografia, mi accompagna da 15 anni e spero che mi accompagnerà per sempre. Un vero matrimonio; eppure, per fare in modo che questa relazione resti sana, piacevole e stabile sono necessari cura, attenzione e rispetto. È proprio questo il motivo per il quale mi sono resa disponibile per lavorare come co-organizzatrice per questo evento che si è tenuto anche nella mia città. Sono socia di TAU Visual da diversi anni, un’associazione molto seria e professionale che, così come tante altre associazioni italiane, lavora affinché si possa tutelare la figura del fotografo professionista a 360°.”

“Un comune denominatore che unisce tutte le associazioni, tutti i fotografi professionisti, tutti i produttori di contenuti esclusi, fotoamatori, illustratori, videomaker e non solo, è un disagio ben diffuso: la violazione del copyright. Le immagini non si producono da sole, non si auto-generano, né internet è il mercatino gratuito che fornisce benefici di questo tipo. È necessario far luce su questa professione, su quanto poco equo sia il mercato, sul fatto che non ci serve visibilità perché con quella non ci paghiamo l’affitto. È necessario far luce sulle violazioni, sugli abusi, per migliorare tutti. Sensibilizzare, informare e permettere a tutti di guardare le cose anche da un punto di vista differente.”

“È importante annullare il concetto di divisione per categoria, ma dare prestigio, spazio e rispetto alla tutte le produzioni di immagini (quindi non solo fotografiche). Più specifico circa la professione del fotografo ho un piccolo spoiler: non basta premere un tastino e click, la foto è pronta. Vogliamo restituire il giusto rispetto che questo mestiere merita.”

La riflessione del fotografo Marco Maraviglia vede l’idea di “una legge che non permetta l’uso dell’immagine fotografica gratis, ma che obblighi a un compenso all’autore da parte del fruitore, eventualmente ove necessario con sanzioni, che andrebbero a costituire un fondo per i fotografi da cui poi trarre il dovuto compenso per l’uso dell’immagine”.

 

Palermo, il flash mob di Tony Gentile “cancella” la foto iconica di Falcone e Borsellino

Quando si parla dei magistrati Falcone e Borsellino è facile ricordarsi di una foto iconica che li vede parlare seduti a un tavolo, sorridenti. Quella foto, utilizzata da tutti gli attori della comunicazione e dell’informazione, è stata scattata dal fotografo Tony Gentile, a cui una sentenza di qualche tempo fa non la riconosce degna della protezione dell’opera dell’ingegno, ma solo “foto semplice”. Questo ha comportato la negazione del compenso economico all’autore.

La legge sul diritto d’autore è del 1941, e prevede la suddivisione in “semplici fotografie” (solo 20 anni di tutela dell’opera) e “immagini creative” (70 anni di tutela). Molti giudici considerano le fotografie giornalistiche foto semplici e non creative, e quindi esenti dalla tutela estesa dell’opera così come previsto dalla legge. Una discriminazione non più tollerabile per la categoria, che chiede la modifica di una legge divenuta anacronistica, in quanto ogni singola immagine è frutto dell’ingegno umano. Tutte le foto giornalistiche devono avere la dignità di essere un’opera creativa, al pari delle altre considerate tali.

“Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una modifica della legge italiana sul diritto d’autore in fotografia ho compiuto un gesto simbolico della cancellazione di una mia fotografia”, racconta il fotogiornalista Tony Gentile, e specifica: “Questo gesto, che non vuole essere offensivo nei confronti di Falcone e Borsellino, punta l’attenzione sulla fotografia e non sui soggetti rappresentati. Io ho simbolicamente cancellato una mia foto perché, dato che la legge non mi consente di proteggerla e di utilizzarla in qualità di autore, allora posso anche decidere di eliminarla, di cancellarla”.

Dopo questo flash mob, tenutosi il 20 luglio a Palermo, le iniziative sul tema continuano a settembre, così come annuncia Gentile: “Al Festival di Savignano terrò un talk in cui, tra le altre cose, parleremo delle carenze della legge italiana sul diritto d’autore e delle necessità di apportarvi modifiche”.

 

 

Photo credits: www.agrpress.it

CONDIVIDI

Leggi anche

Terzo settore: false associazioni, storie vere

Il fenomeno dell’associazionismo è un vero e proprio universo, estremamente variegato. Un universo i cui confini si estendono ben oltre quelli del cosiddetto “terzo settore”, almeno nell’accezione tecnico-giuridica che è stata definita dalla riforma contenuta nel D. Lgs. 117/2017. Fuori per legge partiti e sindacati, fuori per scelta tante piccole associazioni; dentro, a pieno titolo, […]