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Il Lato A di Stefano Spadini
Scarica il podcast della puntata. Stefano Spadini è un toscanaccio di quelli simpatici che dietro l’immagine da compagnone cela un carattere forte: determinato e caparbio, è oggi Amministratore delegato di Havas Media Group. Avendo avuto l’opportunità di conoscerlo qualche mese fa, non è stato difficile convincerlo a parlare di musica. Stefano ama tutti i generi […]
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Stefano Spadini è un toscanaccio di quelli simpatici che dietro l’immagine da compagnone cela un carattere forte: determinato e caparbio, è oggi Amministratore delegato di Havas Media Group. Avendo avuto l’opportunità di conoscerlo qualche mese fa, non è stato difficile convincerlo a parlare di musica. Stefano ama tutti i generi – con poche eccezioni – e ovviamente ne è anche un profondo conoscitore. Se poi aggiungiamo un passato da deejay e l’amore per il buon cibo, è evidente che la sintonia sia scattata al primo colpo.
E’ proprio la sua grande conoscenza della musica a farsi ostacolo, per un attimo, quando gli chiedo quali siano le sue quattro canzoni della vita. Che non sia facile ridurle a quattro me lo dice subito ma, del resto, nel suo ruolo è abituato a gestire situazioni difficili e a decidere velocemente, tagliando a volte l’elefante a fettine. E così il primo brano parla di scelte importanti, così importanti che ne è vivo il ricordo anche dopo molti anni dal momento in cui ascoltò per la prima volta l’attacco del pezzo: prendi coraggio e salta! Dopo otto anni nel Gruppo aveva infatti una buona posizione e interessanti prospettive di carriera: insomma, tutto. Eppure non era soddisfatto. Doveva trovare il coraggio di lasciare un porto sicuro rischiando di perdere ogni cosa e a volte basta quell’attimo, quel gesto, quelle parole.
Look / If you had
One shot / Or one opportunity
To seize everything you ever wanted / In one moment
Would you capture / Or just let it slip?
Lose yourself di Eminem era proprio questo.
Anche il modo con cui affrontiamo la vita è una scelta e il capolavoro di Nicola Piovani regalato da Benigni alla voce di Noah fa da colonna sonora a un altro profondo concetto: quella leggerezza che dobbiamo sforzarci di mantenere per vivere appieno la vita, nonostante tutto.
“Smile without a reason why, love as if you were a child”.
Life is beautiful (beautiful that way) e non è un caso che l’abbia voluta nel giorno del suo matrimonio con Silvia.
Poi, in un viaggio a ritroso negli anni senza un ordine preciso, ci ritroviamo di colpo nel 1998, per la precisione al 17 agosto. Stefano è a Londra con in tasca il biglietto aereo che dopo sei mesi dovrà riportarlo a casa, nella sua Prato. Siamo da Harrod’s e nel reparto musica ci sono le varie colonnine in cui i clienti possono ascoltare in anteprima le ultime uscite. In una di queste c’è il nuovo album dei RadioHead, dei quali aveva apprezzato Creep nel 1993. E così, quando parte High and Dry, tutto si fa chiaro.
Non conosceva il brano ma una lucida serenità e determinazione lo spinsero a dire “Ci provo”, ovvero restare a Londra, magari rischiando di fare panini per qualche anno e pagarsi così gli affitti. Una fase delicata e importante e mentre lo racconta ne rivive ogni attimo, ogni vibrazione per ogni singola nota che passa in cuffia.
Ultimo cambio immagine: è il momento dei Magnifici Sette che sorridono felici seduti a cavallo di un cannone in Norvegia. E’ il 1991, l’anno dell’inter rail e loro sono gli amici di sempre, amici veri, quelli di cui sai tutto e loro sanno tutto di te, quelli che non sai nemmeno quando li hai conosciuti perché ci sono sempre stati, e che anche se la vita ci sposta e ci allontana non ci divide mai. L’amicizia non si poteva raccontare meglio di così: per sempre Friends will be Friends dei Queen.
Lato B, il ruolo in azienda
Sono curioso di sapere se ci sono state opportunità di mettere insieme nel corso della sua carriera musica e lavoro e scopro che è accaduto tante volte, nemmeno a dirlo, visto il suo ambito di attività. Ma non c’è un esempio che racconta meglio di altri la simbiosi tra musica e lavoro che lo carica nei momenti importanti. A volte è necessario dosare le energie ma non sempre è facile. Quando serve, lui parte a bomba. Non è raro trovarlo alle 7 del mattino o alle 8 di sera chiuso in ufficio con la musica a palla in cuffia. E’ in quelle occasioni che l’ispirazione fa sì che di colpo tutti gli elementi vadano al loro posto e si uniscano i puntini.
Il merito è spesso del funky rock dei Red Hot Chili Pepper, a volte del rap metal dei Rage Against The Machine di Sleep Now in the Fire, altre del political hardcore rap dei Public Enemy, sempre apprezzati per il loro coraggio nel trattare temi scomodi. Ma il pezzo più geniale della colonna sonora dei progetti importanti è senz’altro la mitica My Way nella versione punk dei Sex Pistols. Il pezzo può sembrare un po’ celodurista ma Stefano gli attribuisce un significato diverso: quando mette tutto se stesso in qualcosa, se sbaglia è solo una sua responsabilità.
La sua originalità arriva anche nello scegliere il brano che secondo lui parla di lavoro: si rifà al suo percorso e a volte lo usa per ricordarsi di essere umile ma anche consapevole della strada fatta, per ricordarsi da dove è partito e che non è arrivato lì per caso.
I’m still standing di Sir Elton John.
Il viaggio musicale nelle aziende continua.
Credits:
Snooky Records Studio di Marzio Francone
Foto di copertina: Unsplash.com. Saxophone by A. J. O’Reilly
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