L’Assegno di Inclusione, secondo INPS, lo prende un numero di nuclei pari a 600.000; ben 150.000 in meno rispetto agli obiettivi. Obiettivi che già non erano particolarmente ambiziosi, visto che un anno fa i nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza erano almeno il doppio. Inoltre, causa lungaggini burocratiche, solo 288.000 nuclei hanno percepito l’assegno nel mese di gennaio. Uno dei maggiori problemi si è verificato con la certificazione ISEE, per la quale il Governo ha tenuto conto delle somme percepite tramite Reddito di Cittadinanza o assegno unico, aumentando di fatto le fasce del dichiarato.
E poi la massa degli occupabili, esclusi dalla misura di inclusione e proiettati in un vortice di politiche attive fantasma. Il Supporto Formazione Lavoro, che garantisce per dodici mesi 350 euro di indennità, si attiva tramite una piattaforma telematica, difetto organizzativo già riscontrato con ANPAL e reiterato dalla ministra Calderone. È risaputo, infatti, che questa platea vive un tema importante di bassa scolarizzazione e digital divide. Non stupisce, quindi, che le domande accolte nel primo trimestre siano abbondantemente sotto le 100.000 unità, e che le indennità corrisposte non arrivino nemmeno a 30.000.
Senza contare le questioni di contenuto. Davvero questi corsi rappresentano una leva fondamentale per il ricollocamento di persone escluse, anche da decenni, dal mercato del lavoro? Lungi da me l’idea di inoltrarmi in riflessioni utopistiche. Mi basta sottolineare quanto accade in Sicilia, dove fino a fine febbraio ancora non era partito un solo corso, tra le proteste generali.
Infine, gli inattivi. A fronte della fantomatica crescita occupazionale, in parallelo viaggia anche l’aumento dei cosiddetti NEET. Sempre meno persone cercano lavoro o studiano, soprattutto nella fascia tra i 15 e i 49 anni. Rispetto allo scorso anno si evidenzia un più 0.5%, pari a 61.000 persone. Il tasso complessivo di inattività sale al 33.3%.
Tutte considerazioni che motivano il piano inclinato verso la povertà assoluta. Urge attività di prevenzione seria e rimedi concreti. Non semplici bandiere politiche.
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