Enrico Parolisi

Nato e cresciuto in una nota città meridionale dalla quale prova dal 1985 ad affrancarsi (spesso senza successo), Enrico Parolisi è informatico per pigrizia (si era iscritto all'università per il rinvio militare e ha finito per laurearsi) e comunicatore per una innata quanto maledetta vocazione nel capire e raccontare cose. Formatosi giornalista alla Scuola di Napoli dell'Università Suor Orsola Benincasa - dove è docente nel modulo dedicato al giornalismo e nuovi media - Enrico vanta anni di manovalanza pura nel settore televisivo alternati a esperienze di coordinamento in agenzie di comunicazione, il tutto senza tralasciare l'attività di addetto stampa, comunicatore e portavoce che porta avanti con immutata passione da anni. La somma di decine - se non centinaia - di expertise diverse che ha accumulato negli anni lo ha portato a definirsi professionalmente come giornalista specializzato in strategie di comunicazione integrate orientate al digitale, e soprattutto a scrivere un curriculum troppo lungo e dispersivo per ogni selezionatore sulla faccia del Pianeta.

Resta però convinto che a definirlo davvero non sarà mai il suo lavoro, checché ne pensi la sua immotivatamente ampia rete contatti su LinkedIn, ma alcune soft skill come la vocazione all'aperitivo alcolico, la maniacale voglia di esplorare più mondo possibile prima di lasciarlo, il jazz e il desiderio di vedere prima o poi Rufy diventare re dei pirati.

Sposato e salvato a più riprese nell'anima da Federica, è padre di Raul Emanuele che tiene in braccio alle quattro di notte mentre scrive queste poche righe di bio da inviare a SenzaFiltro, con cui condivide la missione di fare del mondo del lavoro italiano un posto migliore.


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MAIL DI REDAZIONE: enrico.p@fiordirisorse.eu

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Reportage

Una corda sul punto di spezzarsi: la copertina del reportage sulle dipendenze di SenzaFiltro
Da che dipendi

Pensiamo che non ci riguardino, che siano drammi e problemi in carico agli altri. Le restringiamo a campi noti e temuti: le droghe, l’alcol, il gioco d’azzardo, e nel farlo mentiamo a noi stessi; tra le nostre ossessioni ci sono anche il sesso, il lavoro e la tecnologia – e la lista prosegue. Perché le dipendenze sono molto più diffuse e subdole di quanto saremmo disposti ad ammettere, e per ogni vittima c’è qualcuno che ne trae un guadagno. In questo reportage vediamo quale e come.