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Lo Stato cerca personale: arrivano i concorsi pubblici
Scuola, sanità, PA: il 2020 è l’anno dei concorsi pubblici. Ecco chi partecipa, chi li supera e come si preparano (e con quali costi).
Torna il posto fisso. Il 2020 è l’anno in cui gli italiani tornano a lavorare “sotto lo Stato”, come si sarebbe detto un tempo, quando ancora l’idea di un incarico a tempo indeterminato rappresentava un traguardo per molte famiglie ed era una garanzia di sicurezza. Poi, alla metà degli anni Duemila, venne un tempo in cui il blocco del turnover disposto dai governi per far quadrare i bilanci mise uno stop alle aspirazioni di molti giovani italiani pronti a mettere le loro capacità e conoscenze a disposizione della macchina pubblica.
Nel 2019 è arrivato il contrordine da parte del governo. Si potranno rimpiazzare tutti quelli che vanno in pensione, al contrario di quanto accadeva nel triennio 2016/2018, in cui se ne poteva assumere uno su quattro. Una timida apertura c’era stata nel 2017, quando erano possibili le assunzioni fino al 75% di quanti andavano in pensione, soprattutto per assorbire il personale in eccesso di province e città metropolitane, che aveva la precedenza rispetto a chi veniva assunto per concorso.
L’arrivo poi della nuova legge pensionistica del 2018, nota come quota 100, ha “liberato” dei posti negli enti pubblici, anche se molti meno di quelli che servirebbero per svecchiare davvero uno dei settori più conservatori del mondo del lavoro in Italia (la maggior parte degli impiegati ha tra i 45 e i 55 anni).
Ed è così che il 2020 è l’anno dei concorsi, che dureranno anche per tutti gli anni a venire.
In coda per un posto nella corsa al rinnovamento
Solo nelle ultime due settimane di ottobre, scorrendo la Gazzetta Ufficiale, si possono trovare concorsi per 176 posti a tempo indeterminato nei comuni, 369 nelle aziende sanitarie locali e 46 tra ministeri, parchi e altri tipi di enti.
Nel 2019 la stima contenuta nel decreto rilancio era di 36.000 nuovi ingressi nella pubblica amministrazione, ma dopo l’arrivo della pandemia si sono aggiunti i 32.000 posti del concorso scuola (che si svolgerà a breve) e tutti i nuovi ingressi nel mondo della sanità, che vengono assunti per far fronte all’emergenza. Ogni giorno dunque il quadro cambia, in un processo di svecchiamento dell’organico della pubblica amministrazione dovuto anche al pensionamento dei boomer.
Anche se finalmente lo sblocco del turn over in molte situazioni ha accelerato i processi di rinnovamento della pubblica amministrazione, c’è chi vorrebbe che questi procedessero in modo più veloce, e l’ultima riforma non ha certo fatto da scivolo verso la pensione per i dipendenti pubblici.
«Con la riforma della pensione nota come quota 100 – dice Claudio Tosi, responsabile previdenza complementare Fp Cgil Nazionale – avevano stimato che andassero in pensione 900.000 persone, ma nel 2019 sono arrivate solo 97.000 domande di pensionamento e ne sono state accolte 87.000. Abbiamo ribadito nel corso dell’ultimo incontro che sono avanzati anche dei finanziamenti per queste mancate richieste. Ad oggi le domande di finanziamento sono in tutto 320.000. Siamo lontani dall’obiettivo prefissato».
Intanto ci sono settori nell’occhio del ciclone, come gli ospedali, che richiedono forze nuove, così come tutto il comparto sanità. «Con il COVID-19 – continua – un po’ è stato fatto e si sono assunte nuove persone, ma manca molto. Negli ospedali abbiamo proposto di prolungare le graduatorie».
Come scegliere (e partecipare a) un concorso
Non sono soltanto i medici a entrare nella pubblica amministrazione. Anche i comuni e le amministrazioni locali negli ultimi mesi hanno dato il via a un profondo processo di rinnovamento dell’organico, dopo anni di blocco imposto dal governo centrale.
Per molti giovani italiani, e non solo, si tratta di un’occasione per dare una svolta alla propria vita professionale. Partecipare ai concorsi richiede però impegno e preparazione specifica, oltre che una buona dose di pazienza. Fin da subito, cioè da quando si deve individuare a quale concorso partecipare.
Oggi Internet è un valido mezzo per tenersi aggiornati. I siti dei ministeri e la Gazzetta Ufficiale aggiornano quotidianamente l’elenco dei concorsi disponibili, che vanno dalle scuole agli ospedali fino alle forze armate, ma anche ai piccoli comuni. In quest’ultimo caso è bene anche monitorare i siti istituzionali dei comuni stessi, che sono obbligati a dare massimo risalto e pubblicità a bandi e concorsi di ogni tipo. Una volta inviata la candidatura conviene poi sempre controllare che sia arrivata e tenere d’occhio la data del concorso.
La parte più difficile è senza dubbio quella di preparazione all’esame vero e proprio, che nella maggior parte dei casi si divide tra scritto e orale. La pubblicistica sul tema è diffusa e consolidata da anni: basta entrare in una qualsiasi libreria e si possono trovare volumi di ogni tipo che preparano agli esami, ma oggi esistono anche molti siti internet specializzati che non solo forniscono materiali, dritte e consigli, ma anche veri e propri quiz che contengono le domande degli esami precedenti. Addirittura il ministero dell’Interno mette a disposizione una banca dati con i concorsi passati, dove si possono consultare le domande dei vecchi esami.
Negli ultimi anni, poi, alcune scuole si sono specializzate nel preparare gli studenti ai concorsi pubblici.
Chi partecipa ai concorsi pubblici, e chi li supera?
Passare il concorso può rappresentare per molti giovani la svolta della vita: il salto da un’esistenza precaria a un futuro garantito. Vale quindi la pena dedicarvi un po’ di tempo e anche spendere dei soldi.
Il personale che lavora nelle realtà che organizzano corsi (sempre di più con la modalità online, con a disposizione podcast e piattaforme e-learning attive 24 ore su 24) di solito è anche impiegato come ricercatore in università, oppure insegna alle scuole superiori. Si tratta in genere di persone con una solida preparazione alle spalle.
Il costo di un corso completo oscilla dai 300 agli 800 euro, con una varietà abbondante: si va da quello per diventare navigator (300 euro) fino a quelli riservati alle figure più specifiche, richieste dalla pubblica amministrazione.
«Non è facile – spiegano all’istituto Cappellari di Ferrara, un ente di formazione che da anni si occupa di questi corsi – tracciare un identikit delle persone che partecipano ai concorsi pubblici. La maggior parte di loro ha già un lavoro e una famiglia, sono persone adulte che desiderano fare un salto di qualità, e spesso sono quelle che li vincono. Si impegnano il doppio e hanno una vita molto complessa, ma portano a casa un risultato. Poi ci sono neolaureati che tentano diversi concorsi. Una buona fetta è rappresentata da italiani che vivono all’estero e vedono nel concorso la possibilità di tornare in Italia. A livello di titoli e di preparazione i diplomati subiscono la concorrenza dei laureati, ma spesso prevale la motivazione e chi ha meno titoli poi la spunta».
Se non si supera il concorso non bisogna abbattersi: ci sono ancora le graduatorie. Una volta assegnati i posti necessari l’ente forma una graduatoria dalla quale può pescare in caso di rinuncia; oppure possono attingervi anche altri enti, che non vogliono indire un concorso per motivi economici e organizzativi.
Photo credits: www.change.org
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