Ecco l’occupazione record: aumentano irregolarità e violazioni della sicurezza

Il rapporto annuale 2024 sul 2023 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro segnala +26% di lavoro irregolare, +12% di lavoro nero e +44% di violazioni in materia di sicurezza, con illeciti in sette controlli su dieci. Un contraltare devastante ai dati ISTAT sull’occupazione

31.05.2024
Irregolarità nei controlli dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro

“Nell’anno 2023 è stato riscontrato un innalzamento dell’indice di irregolarità in relazione alle aziende verificate, (+3 punti percentuali), nonché un maggior numero di violazioni in materia di salute e sicurezza, (+44%). 36.680 nel 2023 contro oltre 25.000 nel 2022. Il recupero degli importi di contributi e dei premi evasi è aumentato quasi del 5%. Sono aumentati i lavoratori irregolari del 26%, nonché quelli in nero con un incremento del 12%”.

Basterebbe questo breve stralcio del rapporto annuale 2024 sul 2023 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) per svelare quanto sia fuorviante la propaganda governativa sull’occupazione in crescita. Il rapporto, infatti, numeri alla mano ci dice che non c’è di che trastullarsi con il dato macroeconomico sull’aumento dell’occupazione, perché se si cercano i dati disaggregati si scopre, appunto, che i lavoratori irregolari sono cresciuti, così come quelli in nero; dunque, se l’occupazione registra una crescita, la qualità del lavoro è in picchiata. Un segnale, tra l’altro, che porta ancora una volta le imprese sul banco degli imputati.

L’altro dato che impressiona è quel 44% in più di violazioni su sicurezza e lavoro. Una semplice percentuale che ci spiega il motivo all’origine dell’inarrestabile elenco delle morti sul lavoro; numeri asettici che nascondono tragedie famigliari insanabili, a fronte di un fenomeno che sta martoriando il mondo del lavoro da decenni e che nessuno è riuscito ad arrestare. Un omicidio reiterato, come lo ha definito Bruno Giordano, che dovrebbe spingere le aziende italiane a guardarsi allo specchio e mostrarsi più sensibili a questa ferita. Se dopo tanti bei discorsi sulla sicurezza, ogni volta che un uomo o una donna perdono la vita sul luogo di lavoro, ancora si registra un simile incremento di irregolarità in materia, vuol dire che qualcosa non funziona nel sistema industriale italiano.

I dati dell’Ispettorato: aumentano i controlli e anche gli illeciti

Questa drammatica realtà è tanto più grave se si pensa al fatto che i controlli negli ultimi anni sono stati più intensi grazie all’attività dell’Ispettorato, ma con risultati ancora deludenti viste le cifre dell’illegalità. Il rapporto dell’INL ci ricorda che c’è stato negli ultimi anni un incremento notevole della sospensione delle attività imprenditoriali, “pari a 11.174, (massimo storico), a fronte di 8.210 dell’anno precedente, di cui circa il 37% determinati da gravi violazioni in materia di sicurezza”.

L’incremento dell’efficacia dell’azione ispettiva appare ancor più significativo con specifico riferimento all’azione del solo personale ispettivo, che ha portato all’accertamento di illeciti in circa il 70% delle ispezioni definite nell’anno 2023 (+3 punti percentuali rispetto al 2022), con il connesso riscontro di 43.539 aziende irregolari (41.533 nel 2022: circa + 5%).

Un mercato del lavoro schizofrenico, dove regnano il precariato e la diseguaglianza, è ciò che emerge se confrontiamo i dati forniti dall’INL ai dati ISTAT. Eccone alcuni.

Ad aprile 2024, rispetto al mese precedente, aumentano gli occupati, diminuiscono i disoccupati e rimangono sostanzialmente stabili gli inattivi. L’occupazione cresce (+0,4%, pari a +84.000 unità) per uomini e donne, per dipendenti e autonomi, e per tutte le classi d’età a eccezione dei 25-34enni, che registrano un calo. Il tasso di occupazione sale al 62,3% (+0,1 punti).

Il commento dei funzionari ISTAT: “Ad aprile 2024 la crescita dell’occupazione (84.000 unità) coinvolge sia i dipendenti, che raggiungono i 18.820.000, sia gli autonomi, pari a 5.156.000. Il numero degli occupati – 23.975.000 – è superiore di 516.000 unità rispetto ad aprile 2023, per effetto dell’incremento di 444.000 dipendenti permanenti e di 154.000 autonomi e della diminuzione di 82.000 dipendenti a termine. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,3%, quello di disoccupazione scende al 6,9%, mentre il tasso di inattività è stabile al 33,0%”.

Tutto vero, ma visti i dati, pare una crescita che ricorda il pollo di Trilussa.

 

 

 

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Photo credits: studiosponziello.it

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