C’è chi percorre 264 chilometri alzandosi nel cuore della notte e viaggiando attraverso ben quattro province, c’è chi varca lo Stretto di Messina due volte a settimana e vive con il borsone in mano. Con Emanuele, Valerio e Anna ripercorriamo alcuni tragitti di lavoro in Sicilia
Roma e trasporti, eterna è solo la percorrenza
La grande lentezza della Capitale, dove non tutte le strade portano a destinazione: in media i tragitti di lavoro occupano 52 minuti, e i romani perdono 107 ore all’anno nel traffico. Il quadro della situazione con l’anno mille dei trasporti pubblici, analizzato alla luce delle ultime tendenze
In questi mesi hanno trovato molto spazio sui media le proteste degli studenti, che si sono accampati nelle tende fuori da alcune delle più importanti università italiane per denunciare il caro affitti. In città universitarie come Milano, Roma e Bologna, infatti, gli affitti sono saliti alle stelle costringendo i giovani a dover scegliere appartamenti minuscoli a prezzi ingiustificati o a doversi spostare fuori città.
Anche se si tratta di rivendicazioni giustissime, che sottolineano gli ostacoli e le disuguaglianze nel diritto allo studio presenti in Italia, da decenni i lavoratori – che tanto giovani non sono più – si trovano in situazioni simili, se non peggiori, dovendo fare i conti con il carovita, affitti salatissimi, il pendolarismo e le difficoltà negli spostamenti all’interno e fuori dalle grandi città, soprattutto nell’accesso al sistema di trasporto pubblico o sostenibile.
Questo problema è particolarmente evidente nella Capitale, che di recente è stata eletta da Moovit maglia nera d’Italia per tempi di percorrenza medi quotidiani per raggiungere la destinazione di studio o lavoro.
Tragitti dei lavoratori, a Roma quasi un’ora per raggiungere il posto di lavoro
Nel 2022 l’app più utilizzata in Italia per i mezzi pubblici ha presentato il report di fine anno dedicato alla mobilità urbana in 99 aree metropolitane di 24 nazioni del mondo. Soffermandoci sull’Italia, possiamo notare che in quasi tutte le nove aree geografiche esaminate nel nostro Paese, i tempi di viaggio verso il luogo di lavoro e i tempi di attesa alla fermata dei mezzi pubblici sono aumentati rispetto al 2020.
Questo incremento è dovuto dall’aumento del traffico cittadino legato alla fine della pandemia e delle restrizioni anti-contagio, oltre che alla progressiva riduzione delle attività di lavoro da remoto (smart working e didattica a distanza), e alla propensione di una percentuale di utenti del trasporto pubblico locale ad affidarsi a un mezzo privato a causa del rischio sanitario legato al COVID-19.
In Italia, secondo il report di Moovit, i tempi medi per raggiungere la propria destinazione ogni mattina si attestano sui 41 minuti. A Roma e nel Lazio salgono a 52 minuti (+4 minuti rispetto al 2020).
Roma e i trasporti pubblici: i dati della maglia nera d’Italia
Ce lo conferma Silvia, 29 anni, specializzanda in Medicina all’Umberto I, che ogni mattina parte all’alba dalla sua abitazione, nel quartiere Trullo (XI municipio), per raggiungere l’ospedale nel I municipio.
“La mattina esco alle 6:45 con la macchina e ci impiego circa 35 minuti ad arrivare al lavoro. Se esco più tardi, il tempo di percorrenza può variare dai 45 minuti fino a un’ora e un quarto”, spiega. “A volte lascio la macchina alla fermata della metropolitana più vicina e poi proseguo con il trasporto pubblico. In quel caso ci impiego circa 40 minuti, ma dipende sempre dal traffico”.
Roma è anche la prima città in Italia per viaggi quotidiani lunghi (uguali o superiori alle due ore) compresi tra l’uscita di casa e l’arrivo sul luogo di lavoro o degli studi: rappresentano il 4,15% del totale. A Milano, per fare un paragone, sono solo l’1,97%.
Per quel che riguarda i viaggi quotidiani brevi, ovvero quelli inferiori ai 30 minuti dall’uscita di casa all’arrivo sul luogo di lavoro o studio, anche in questo caso la Capitale detiene il record negativo: ultima delle nove città italiane prese in esame dallo studio di Moovit, con quasi il 30% (28,95%) del totale. Questo significa che a Roma almeno sette persone su dieci impiegano più di 30 minuti per arrivare sul luogo di lavoro o di studio.
I tempi medi di attesa alla fermata del trasporto pubblico ogni mattina a Roma sono invece più in linea con quelli nazionali: 16 minuti (+1 minuto rispetto al 2020) contro i 14 medi in Italia. A Napoli si arriva a 20 minuti, mentre a Palermo e Trapani si sfiora la mezz’ora di attesa (29 minuti).
Roma inoltre è terza, tra le città prese in considerazione dallo studio, per percentuale di persone che attendono quotidianamente alla fermata 20 minuti o più (24,33%): quasi una su quattro. A Milano la percentuale scende al 7,65%.
Nicholas, ingegnere informatico, ci racconta che ogni mattina parte da Fiumicino per raggiungere il luogo di lavoro, situato nel quartiere EUR di Roma. Per percorrere i 26 km che lo dividono dall’ufficio di solito usa la sua vettura ibrida e ci impiega circa 35 minuti.
“Quando invece sono costretto a prendere i mezzi pubblici – spiega – mi capita di aspettare l’autobus anche più di mezz’ora alla fermata. La metro B passa invece circa ogni cinque minuti. In totale, con il trasporto pubblico il tempo di percorrenza arriva tranquillamente a un’ora e venti di media.”
Spostamenti e lavoro: i romani preferiscono cambiare casa che usare i mezzi
La Capitale è anche la città dove si effettuano più cambi di mezzi per raggiungere la propria destinazione di lavoro o di studio, ma questo è dovuto sia alla sua estensione (Roma è la città più grande del Paese) sia al sistema di trasporto pubblico, che non è ancora capillare e che, per questo motivo, non riesce a coprire in modo adeguato tutti i quartieri della città. Soprattutto quelli più periferici.
Questa carenza è dimostrata anche dal fatto che Roma non è la prima città per distanze medie percorse quotidianamente (è quinta, dopo Napoli, Milano, Venezia e Bologna): questo significa che la maggior parte dei romani, per lavorare o studiare, non effettua spostamenti molto lunghi, perché resi difficili da un servizio di trasporto pubblico poco efficiente. I romani preferiscono quindi abitare in una zona il più possibile vicina al luogo di studio/lavoro, così da evitare di allungare la durata del tragitto quotidiano.
Analizzando invece la frequenza di utilizzo dei mezzi di micromobilità (ad esempio monopattino elettrico, bicicletta…), a Roma solo il 2% dei residenti ne fa uso ogni giorno (+ 0,5% sul 2020). A Milano la percentuale si attesta invece al 2,6% (con una crescita dell’1,5% rispetto al 2020). Peggio di Roma fa solo Torino (1,6%).
Circa un romano su dieci dichiara di usare i mezzi sostenibili di rado o poche volte l’anno (11,1%), mentre addirittura l’81,7% afferma di non utilizzarli mai: otto su dieci, la quasi totalità. Inoltre, più del 50% (50,7%) dei romani li utilizza solo in combinazione con i mezzi pubblici e non per giungere direttamente alla destinazione finale. Nel 2020 invece, sull’onda della pandemia, la maggioranza dei romani (55%) utilizzava questi mezzi per raggiungere la propria destinazione: in due anni si è perso il 5%.
Laura è una delle poche cittadine romane a utilizzare la bici per andare al lavoro. Parte da Torpignattara (V municipio) e, per arrivare nel negozio dove fa la commessa, nel I municipio, ci impiega circa mezz’ora. “Non sempre posso prendere la bici però”, sottolinea. “Ad esempio, quando fa troppo caldo o piove forte, sono costretta a prendere i mezzi pubblici. In quel caso, utilizzo la metro C e ci impiego circa 40 minuti. La durata media di attesa alla fermata è di 5/6 minuti, ma una volta mi è capitato di dover aspettare anche 18 minuti: un’esagerazione”.
A Roma circa un mezzo per ogni abitante. E i romani perdono 107 ore all’anno nel traffico
A Roma ci sono circa 1,74 milioni di macchine e 385.000 motocicli.
Rapportando la consistenza del parco macchine alla popolazione, Roma, tra gli otto grandi comuni del Paese, si posiziona al primo posto nella graduatoria del tasso di motorizzazione autovetture (con 630 auto ogni mille abitanti) e al terzultimo per quello dei motocicli (con 140 motocicli ogni 1.000 abitanti).
Se sommiamo poi autovetture e motocicli, il tasso di motorizzazione complessivo di Roma sale a 770 veicoli ogni 1.000 abitanti. Mentre, se consideriamo la sola popolazione attiva (escludendo gli under 14 anni e gli over 85 anni), il tasso di motorizzazione a Roma raggiunge i 924 veicoli ogni 1.000 abitanti: in pratica quasi tutti i residenti hanno un mezzo di proprietà.
Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale (ACoS), i romani perdono ben 107 ore all’anno nel traffico, facendo posizionare il capoluogo laziale al quinto posto fra le maggiori capitali europee.
L’anno mille di ATAC e dei trasporti pubblici: 45 milioni di buco nel 2021
Per capire perché i romani sono così affezionati alla macchina, è necessario però conoscere lo stato e le carenze del trasporto pubblico locale (TPL).
Sul rapporto sulla mobilità del 2022 si legge che a Roma ci sono tre linee della metro per una lunghezza totale di 59,4 km e 73 stazioni, 7 linee di tram, 348 linee di bus urbani, 34 parcheggi di scambio, 8 linee ferroviarie gestite da Trenitalia e 2 ferrovie ex-concesse di proprietà della Regione Lazio. Il trasporto pubblico capitolino è attualmente affidato ad ATAC, azienda pubblica di proprietà di Roma Capitale, e Roma TPL, consorzio di aziende private.
Il sistema dei trasporti, come denunciano i cittadini da anni, fa però acqua da tutte le parti e i guasti e gli imprevisti sono all’ordine del giorno: solo nel 2019, secondo l’agenzia ACoS, sono state soppresse circa 1,6 milioni di corse per bus e tram ATAC (circa 4.457 corse perse in media al giorno) e 33.900 corse di metropolitana.
I conti di ATAC, inoltre, sono in rosso da anni: l’azienda municipalizzata dei trasporti romani ha chiuso l’esercizio nel 2021 con un buco di 44,9 milioni di euro, più del doppio rispetto ai 22,1 milioni del 2020. L’impatto del COVID-19 da una parte e il crollo dei ricavi delle vendite dei biglietti dall’altra (134,9 milioni nel 2021, ridotti del 50% rispetto al 2019) hanno peggiorato la situazione già critica dell’azienda.
Il servizio di pagamento contactless Tap&Go, introdotto da ATAC nel 2019, sta però riscontrando molto successo tra gli utenti, invertendo il trend negativo degli ultimi anni: i dati del primo trimestre 2023 mostrano infatti che è quasi raddoppiato (+81%) il numero dei titoli di viaggio acquistati con carta di pagamento. L’introduzione del sistema Tap&Go sui bus dalla fine del 2022 ha “trainato” anche le validazioni in metro, aumentate del 55% da inizio anno. Fino ad oggi i viaggiatori che hanno utilizzato Tap&Go sono più di tre milioni, con oltre 23 milioni di tap. E circa l’80% di loro sono romani.
Il problema è che la maggior parte degli utilizzatori di questo sistema sono clienti occasionali o turisti. Il 77%, infatti, usufruisce del servizio in media un giorno a settimana, solitamente nel weekend, a dimostrazione del fatto che la cultura dei mezzi pubblici a Roma fa ancora fatica a radicarsi.
Disuguaglianze nell’accesso al servizio: arrivare al lavoro in orario è una questione di ceto
L’associazione no profit MappaRoma ha realizzato un’indagine nel 2021 sulle condizioni del trasporto pubblico a Roma. Dai dati raccolti, emerge che i mezzi di trasporto pubblico sono considerati molto più accessibili e organizzati nel centro città rispetto alla periferia.
Seppure con qualche eccezione (il municipio XII, ad esempio), focalizzando l’attenzione sui diversi municipi della Capitale, si nota che quelli più centrali registrano giudizi più elevati da parte dei residenti circa l’accessibilità ai servizi di rete pubblica, a differenza dei municipi più periferici, nei quali viene registrata maggiore insoddisfazione.
Un altro report, intitolato L’insostenibile mobilità di Roma e pubblicato nel 2021 da Greenpeace, conferma i risultati ottenuti da MappaRoma. Il centro storico, con l’Esquilino in testa, si conferma la zona urbanistica della capitale con l’indice più alto di mobilità sostenibile, che vanta un trasporto pubblico locale diffuso ed efficiente e un territorio del tutto coperto dai servizi di sharing. Più ci si allontana dal centro e più la situazione diventa critica, con i quartieri più periferici, che sono anche quelli più popolosi, quasi privi di servizi e incapaci di offrire alternative sostenibili o di mobilità condivisa.
Roma si presenta quindi come una città caratterizzata da profonde disuguaglianze nell’accesso al servizio di trasporto pubblico, che combaciano quasi alla perfezione con quelle socioeconomiche presenti nelle diverse zone della città.
Roma progetta una mobilità sostenibile, ma non basta
Di fronte a una situazione così critica, l’amministrazione capitolina sembra essere intenzionata a incentivare di più la mobilità sostenibile. Tra le misure previste, spicca il potenziamento della rete ciclabile contenuto nel PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), che prevede la realizzazione di 240 km di nuove piste ciclabili e la realizzazione del GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici), 45 km di pista ciclo-turistica che si sviluppa come un anello lungo il Raccordo di Roma.
A settembre 2021 Roma poteva vantare una rete ciclabile con un’estensione complessiva di 316 km, dato che le conferisce il primato nazionale per l’estensione di rete, anche se rispetto agli indici di dotazione la sua posizione scende fino a metà classifica. In particolare, facendo riferimento ai dati riportati nel rapporto Mobilitaria 2022, fra i 14 grandi Comuni del Paese, Roma si colloca solo all’ottavo posto per il rapporto rete ciclabile/popolazione (114 metri di ciclabile ogni mille abitanti, contro i 167 della media dei 14 grandi Comuni) e in nona posizione in riferimento al rapporto tra l’estensione della rete ciclabile e il suo territorio (24.6 km/100km2 contro i 43,2 dei 14 grandi Comuni).
Sempre nel 2021, la Capitale ha registrato un elevato incremento anche dell’offerta di sharing mobility, con un’ampia scelta per i cittadini tra operatori privati e pubblici. In particolare, sono presenti più di 27.100 veicoli (dei quali 12.900 monopattini). È attivo poi un diffuso servizio di car sharing con 1.854 veicoli disponibili per una percorrenza/anno pari a 17,4 milioni di vett/km e 830.000 iscritti. Per quanto riguarda le auto elettriche, nel 2021 erano presenti sul territorio di 836 colonnine di ricarica territorio (+91% rispetto al 2020). Quattro nuove linee tram saranno invece finanziate con i fondi del PNRR.
Purtroppo, però, secondo il rapporto Thank You For Sharing realizzato da Clean Cities Campaign, nella Capitale ad oggi solo il 3,5% della flotta degli autobus è a zero emissioni. A Milano questa percentuale supera il 24%. Sempre a Roma, il numero di bici/monopattini in sharing per mille abitanti è di 7,3: meno della metà di Milano. Per quanto riguarda il car sharing elettrico, Roma ha 0,15 EV in sharing per mille persone, mentre Milano ne ha il triplo (0,47). Invece sulle infrastrutture di ricarica delle auto elettriche Roma (20,7 kW/1000 abitanti) batte Milano (19kW/1000 abitanti).
Solo puntando su una mobilità sostenibile e condivisa e rafforzando le infrastrutture del sistema di trasporto pubblico Roma potrà risolvere i suoi annosi problemi con il traffico e con i mezzi pubblici, iniziando a competere con le altre capitali europee e offrendo ai suoi cittadini-lavoratori un’alternativa valida alla macchina. Oltre alla possibilità di vivere e lavorare in città senza perdere tempo, e pazienza.
Photo credits: radiocolonna.it
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