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Tre vite fanno un libro. Il romanzo dell’estate è francese?
Tre ragazzi, in Borgogna, si giurano amicizia eterna. Attraverso i decenni, però, le loro vite prendono direzioni assai diverse – talvolta inquietanti. La recensione di “Tre”, di Valérie Perrin.
Si intitola Tre il romanzo più letto e discusso dell’estate 2021 pubblicato dalle Edizioni e/o. Scritto da Valérie Perrin, autrice del best seller Cambiare l’acqua ai fiori, il libro è il racconto di formazione di Nina, Adrien e Etienne, tre amici che si giurano amicizia eterna in un lasso di tempo che va dal 1987 al 2018.
In un continuo flashback temporale, la Perrin ci trascina a La Comelle (paesino rurale della Borgogna, nella Francia centro orientale) dove vivono i tre protagonisti. Tre personalità diverse eppure legatissime.
Étienne Beaulieu è bello, ricco, superficiale. Nasconde le sue fragilità sotto uno scudo d’arroganza, amante di tante donne, ma alla fine preso solo da se stesso. La sua storia con la fidanzata del liceo Clotilde Marais, ossessionata da lui e scomparsa senza lasciare traccia in una notte d’estate, condizionerà la vita dei tre protagonisti.
Adrien Bobin invece è l’opposto di Étienne. Timido, studioso, acuto osservatore. Padre assente che compare solo per pagare le spese mensili, madre hippy e frivola. Trasferitosi a Parigi, libero di essere e diventare quello che vuole nella grande metropoli, scriverà sotto pseudonimo un romanzo autobiografico che riscuoterà grande successo.
A unire il trio vi è Nina, occhi da cerbiatto, libera, bravissima a scuola, temperamento da artista: abbandonata dalla madre quando aveva pochi mesi, vive da sempre con suo nonno Pierre Beau, il postino del paese. Quando l’uomo morirà investito da un camion, sconvolta dall’accaduto e rimasta sola al mondo, accetterà di sposare, appena diciottenne, Emmanuel, un uomo ricco e possessivo che la priverà, a parole e gesti, della sua persona e dei suoi affetti. In particolar modo, dei suoi due amici d’infanzia.
Tre amici, la Borgogna e le loro speranze. E un delitto sullo sfondo
Nella prima parte del libro il lettore viene catapultato nell’infanzia e nell’adolescenza spensierata dei tre protagonisti, godendo assieme a loro di quel tempo felice fatto di tuffi in piscina e sogni di gloria per il loro futuro, dove si progetta di fuggire insieme dalla noiosa provincia dopo il liceo per vivere la vita in città, a Parigi, non separandosi mai. Mentre Étienne e Adrien ci riusciranno, ognuno seguendo il proprio percorso di crescita fuori La Comelle, Nina sarà costretta a farlo rimanendo nel suo paese, anzi nella sua casa-prigione dorata, fatta di solitudine e violenza fisica e verbale.
Filo narrante del romanzo è una giornalista, Virginie, che a distanza di trent’anni racconta gli avvenimenti dei tre protagonisti: come la vita li ha cambiati e quello che sono diventati. Il ritrovamento sul fondo del lago del paese di un’automobile con i resti di Clotilde getterà un’ombra inquietante su tutto il romanzo, come ogni libro della Perrin che si rispetti.
Tre è un romanzo decisamente estivo, che conquista per la sua scrittura leggera e malinconica, dimostrando ancora una volta la capacità dell’autrice di sondare l’animo umano nella sua parte più intima e profonda. Tocca temi comuni a tutti noi, come la difficoltà di crescere, l’abbandono, le insidie della vita di coppia, l’identità di genere, la sessualità, la malattia.
Eppure, ritengo che l’insieme di troppe tematiche, che indubbiamente fanno colpo sul lettore medio, alla lunga faccia sfociare il libro nella banalità e in un eccesso di bonarietà finale. L’aderenza a un modello vincente garantisce il celere successo editoriale, ma il prezzo da pagare è la qualità.
Spero che, nella sua prossima opera, la Perrin si riappropri di quella profondità che scaturisce dal talento letterario autentico, profondo e originale che le appartiene, e che ho apprezzato molto in Cambiare l’acqua ai fiori.
Nonostante quest’ultimo appunto, trovo che la sua abilità di destreggiarsi in una narrazione su più piani temporali senza far confondere il lettore sia degna di nota.
Perché leggere Tre
Consiglio di leggere Tre perché la Perrin racconta – e in ciò sta il suo talento, il suo timbro unico – una storia ordinaria rendendola speciale. La sua capacità di far affezionare e immedesimare i lettori nei suoi personaggi, di far riflettere sul potere degli incontri (anche se sbagliati e tossici), crea una sorta di dipendenza dai suoi libri, pagina dopo pagina.
Tre è un romanzo ricco di spunti musicali (ho riempito il mio Spotify di tutte le musiche ritrovate nella narrazione, come ad esempio gli Indochine), letterari (tanti i libri citati) e di luoghi geografici, dalla Borgogna alla Sicilia, ricchi di dettagli accurati e onirici. Apprezzo molto la sua idea salvifica dell’amicizia: un sentimento spesso sottovalutato, ma forse pari all’amore.
Concludo con uno scambio di battute fra Étienne e Adrien, che a mio avviso rappresenta le paure che tutti noi abbiamo provato una volta nella vita:
“Di che hai paura?”
“Della felicità, della liberazione, di diventare quello che sono. Non so cosa sono”.
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