“Se non stai pagando per un prodotto, allora il prodotto sei tu”. Una frase abusata quando ci si riferisce ai social network, forse anche ipocrita dato che la troviamo scritta sui social stessi, che non tiene conto di come vengono svolte oggi la maggior parte delle attività umane, dallo studio al lavoro. Eppure, il recente […]
Veneto, basta navigator. Ma senza alternative
Cinque Regioni fermano le proroghe ai contratti; il Veneto bandisce un concorso per operatori del mercato del lavoro che cancella le attività dei navigator. “Un prolungamento di ulteriori tre mesi ha il sapore di una presa in giro”: il commento a SenzaFiltro dell’assessora al Lavoro Elena Donazzan.
Staccare lentamente la spina, ridurre il problema fino a renderlo ininfluente. Vien da analizzarla così la sorte degli stoici navigator ancora attivi, rimasti in trincea a difesa del fortino dopo l’ultima proroga. Già, perché se da un lato il decreto Aiuti ha previsto a livello nazionale una continuazione per due mesi – giugno e luglio – dall’altro ha lasciato libero arbitrio alle Regioni rispetto alla possibilità di concedere un’ulteriore proroga di tre mesi, con richiesta ufficiale da depositare entro lo scorso 23 giugno.
Risultato? Ben cinque giunte regionali hanno deciso di non proseguire l’avventura fino al prossimo 31 ottobre, appiedando più di cinquecento lavoratori, che rimarranno senza contratto a partire dal primo agosto. E recidendo, de facto, l’opportunità di fornire ulteriore assistenza tecnica ai centri per l’impiego in un momento storico di totale affanno per le politiche attive. Scelta opinabile quella di Piemonte, Lombardia, Campania, Umbria e Veneto, anche perché le risorse economiche dell’operazione sono a totale carico dello Stato.
Navigator, il Veneto rifiuta le proroghe anche se paga lo Stato. L’assessora Donazzan: “Presa in giro verso persone e istituzioni”
Il numero complessivo dei navigator in forza è quindi destinato a diminuire di oltre un terzo, lasciando sul campo un manipolo di appena mille reduci. Interessante, in proposito, è il caso del Veneto, dove la comunicazione è arrivata dopo un’insistita azione sindacale condotta dalla segretaria generale UILTemp Veneto Maria Iorfida.
Contattata di persona, mi ha confidato di aver bussato più volte alla porta degli uffici regionali al fine di ottenere un incontro con l’assessora all’Istruzione, Formazione e Lavoro Elena Donazzan, per discutere sui contenuti dell’operazione. L’obiettivo era ottenere una proroga utile per continuare a credere nella stabilizzazione di un gruppo di lavoratori formati e, come già raccontato qui un anno fa, senza dubbio competenti.
Per tutta risposta la Iorfida ha raccolto un diniego inequivocabile. Così, con l’avvicinarsi della scadenza, lo scorso 15 giugno è arrivata la decisione di scrivere ufficialmente in Regione, di comune accordo con le altre sigle, FeLSA CISL Veneto e NIdiL CGIL Veneto. “Il mio dovere è garantire un riscontro a tutti i lavoratori e di spiegare con trasparenza le decisioni assunte rispetto al loro futuro professionale. Difficile, però, se nessuno si siede al tavolo”.
La svolta, finalmente, arriva tredici giorni dopo, con l’agognato feedback protocollato da Regione Veneto, firmato da Elena Donazzan e inviato all’attenzione di UILTemp Veneto. Apriti cielo, visto che la nota dichiara la volontà di stoppare i contratti perché “un’ulteriore proroga rappresenterebbe unicamente la prosecuzione di uno stato di precarietà lesiva della dignità dei lavoratori”. Interpretazione immediata: ti lascio a casa ma lo faccio per te.
“Una lettera scritta soppesando ogni parola”, mi spiega al telefono la stessa assessora Donazzan. “Da sempre ribadisco che non avrei accettato altre proroghe. Un prolungamento di ulteriori tre mesi ha il sapore di una presa in giro verso persone e istituzioni”. Sicura che l’appartenenza politica non c’entri? “Non è una questione di partito, al contrario del Reddito di Cittadinanza, legge sbagliata e fallimentare in termini di risultati rispetto ai principi attesi”.
Opinioni. Un fatto, invece, è il nuovo concorso bandito in settimana per gli operatori del mercato del lavoro. “Se i navigator hanno già competenze specifiche saranno di certo avvantaggiati nella selezione. Senza corsie preferenziali”, conclude l’assessora. Dimenticando, però, che questi iter richiedono tempi non immediati, mentre nel frattempo i lavoratori salutano e con loro tutta l’attività ancora in corso, tra cui la mappatura delle realtà organizzative e soprattutto i rapporti con i percettori del Reddito.
Un vero peccato, a maggior ragione perché in Veneto – lo scrivevo alla fine del 2021 – nonostante una campagna politica demonizzante ha sempre prevalso lo spirito collaborativo tra navigator e centri per l’impiego. “Dove c’è cooperazione le cose funzionano”, raccontavano sempre nel 2021 gli stessi operatori.
Non ne dubito, così come non dubito che si sta perdendo un’opportunità. Ancora una volta.
Leggi gli altri articoli a tema Navigator.
Leggi il mensile 116, “Cavalli di battaglia“, e il reportage “Sua Sanità PNRR“.
L’articolo che hai appena letto è finito, ma l’attività della redazione SenzaFiltro continua. Abbiamo scelto che i nostri contenuti siano sempre disponibili e gratuiti, perché mai come adesso c’è bisogno che la cultura del lavoro abbia un canale di informazione aperto, accessibile, libero.
Non cerchiamo abbonati da trattare meglio di altri, né lettori che la pensino come noi. Cerchiamo persone col nostro stesso bisogno di capire che Italia siamo quando parliamo di lavoro.
Photo credits: ilgiornaledivicenza.it
Leggi anche
I farmacisti si sono arricchiti con le somministrazioni di tamponi antigenici? La categoria smentisce: sono aumentate anche le spese e i tagli ad altri servizi. Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma: “Il guadagno c’è stato, ma non così rilevante. Noi al servizio dei cittadini”.
Ora tutti giurano che l’Euro non si tocca. Il ministro degli Interni Matteo Salvini garantisce che quel video del 2016 nel quale chiedeva esplicitamente l’uscita dall’Euro è acqua passata. Assicura che la prima versione del programma di governo svelata dall’Huffington Post, che conteneva un piano B per l’uscita dall’Euro, non esiste più. Beppe Grillo, che […]