La fuga dalla professione, per chi rimane, ha un risvolto positivo.
Ad esempio in Puglia, Calabria e Sicilia i redditi medi, pur inferiori anche del 50% al dato nazionale, sono cresciuti. Rimane sempre forte la differenza di genere, che si è ridotta, però, in Lombardia e in Emilia: Brescia è il distretto con la più alta percentuale di professioniste, con 3.179 avvocate nel 2023, che rappresentano il 52,5% dei professionisti totali. Le donne sono in maggioranza anche negli ordini di Busto Arsizio (62%), Lecco (58,2%), Monza (57,4%) e Lodi (56,6%). Le avvocate tendono ad avere un reddito medio più alto; in Lombardia guadagnano 45.406 euro, ma in questo caso corrisponde al 60% del reddito degli uomini, pari a 67.000 euro.
Come si accennava in precedenza, cresce anche l’età media degli avvocati, che è passata da 42,3 anni nel 2002 a 48,3 anni nel 2023. Il fenomeno rispecchia quello dell’invecchiamento generale della popolazione. Aumenta il numero delle giovani avvocate: tra le diverse fasce d’età, la maggior parte delle donne si trova infatti nelle più giovani: il 57,5% degli avvocati sotto i 34 anni e il 55,3% tra i 35 e i 44 anni. Al contrario, più della metà degli iscritti tra i 55 e i 64 anni è composta da uomini (59,9%) come per la maggior parte degli over 65 (75,3%). Il più giovane iscritto alla Cassa è un praticante di 22 anni, mentre il più anziano ha 101 anni.
Analizzando poi i singoli casi ci si rende conto di come per molti il fatturato di 35.000 euro sia un miraggio, al punto che sono sempre di più gli avvocati che decidono di dedicarsi all’insegnamento (in partita IVA, ad esempio negli enti di formazione professionale). Tra loro c’è anche chi ha deciso di passare a tutti gli effetti al mondo della scuola, abbandonando una toga che, con il passare del tempo, è sempre più pesante e difficile da portare.
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