Un altro punto della Dichiarazione, il 3, impegna i Paesi a garantire che l’IA sia “sicura e affidabile”.
In tal senso, nelle ultime ore non sono arrivate notizie rassicuranti dall’UE (che pure ha firmato la Dichiarazione). La Commissione europea ha infatti deciso di ritirare la controversa direttiva sulla responsabilità dei sistemi difettosi di IA, un provvedimento che avrebbe offerto una grande tutela ai cittadini e ai consumatori comunitari.
L’europarlamentare del PPE Axel Voss, co-relatore, ha dichiarato che la Commissione ha “attivamente optato per incertezza giuridica, squilibri di potere aziendale e un approccio da Far West che avvantaggia solo le Big Tech”. In generale, tutto il testo della Dichiarazione è inzuppato di retorica e di parole come “diritti umani”, “trasparenza”, “inclusività”. Ormai sono come un little black dress, a usarle non si sbaglia mai. E forse, non si sbaglia a non firmare Dichiarazioni che rischiano di restare lettera morta. Soprattutto se non si crede in ciò che c’è scritto.
A questo punto, è meglio la coerenza.
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Photo credits: worldcrunch.com