La nuova Parma, anima e B Corp

Da tempo l’Emilia–Romagna sta subendo un processo di trasformazione che la sta portando verso un futuro basato sulla sostenibilità responsabile. Tra le varie città, Parma sta letteralmente avendo una metamorfosi grazie alla nascita e all’omologazione di aziende che decidono non solo di trarre profitto dai loro servizi e attività, ma di rilasciare un impatto positivo […]

Da tempo l’EmiliaRomagna sta subendo un processo di trasformazione che la sta portando verso un futuro basato sulla sostenibilità responsabile. Tra le varie città, Parma sta letteralmente avendo una metamorfosi grazie alla nascita e all’omologazione di aziende che decidono non solo di trarre profitto dai loro servizi e attività, ma di rilasciare un impatto positivo a livello sociale e ambientale.

 

Parma, città sostenibile

Parma non è più semplicemente food, poiché le numerose aziende che hanno sede nel suo territorio stanno migliorando il loro assetto per dare alle persone sostenibilità ambientale e sociale, con l’obiettivo di vivere in un mondo integro. Per il bene di un progresso sostenibile, le aziende hanno cominciato ad aderire alla certificazione B Corp (e a ottenerla), una garanzia rilasciata dall’organizzazione americana no profit B Lab, che richiede alle stesse aziende di rispettare elevate performance di sostenibilità sociale e ambientale rendendo trasparente pubblicamente il punteggio ottenuto con il protocollo B Impact Assessment, lo standard che misura a 360° gli impatti di un’azienda.

Profitto e sostenibilità diventano una sola cosa. L’azienda non lavora solo per guadagnare, ma anche per rendere il mondo più vivibile.

In Emilia-Romagna ci sono una decina di B Corp certificate, tra cui Focus Lab, Exe, Cooperativa Insieme, Organizzare Italia, Local To You, Lam Consulting, Wekiwi, Spazio No Profit e Davines di Parma. Queste aziende hanno raggiunto il punteggio minimo di 80 punti su un questionario, online e gratuito, che conta più di 200 domande, ottenendo la verifica ufficiale e l’audit con B Lab, che ha rilasciato la certificazione in seguito a una documentazione di supporto. Nel mondo ci sono più di 100.000 aziende che si misurano attraverso il B Impact Assessment, e poco più di 2.700 aziende in più di 60 Paesi, in 150 settori diversi, hanno raggiunto la certificazione.

In Italia sono un centinaio le aziende certificate B Corp, e oltre 400 quelle che si trovano lungo il percorso di certificazione; questo la rende il Paese in Europa con il maggior numero di B Corp certificate e quello che cresce più velocemente.

 

Le B Corp parmensi: l’esempio del Gruppo Davines

A Parma il Gruppo Davines, nato nel 1983 dalla famiglia Bollati e leader nel settore della cosmetica professionale, ha conseguito la certificazione B Corp nel 2016. Da allora, tra le azioni intraprese, vi sono la riduzione delle emissioni nocive e l’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’ottimizzazione delle risorse idriche nelle diverse fasi di produzione, l’incremento della quota di rifiuti destinata al riciclo, un utilizzo di ingredienti naturali e biodegradabili, la riduzione e razionalizzazione dei materiali destinati al packaging. «Ci ha confortato scoprire che esiste un movimento di imprese che si ispira agli stessi principi nei quali crediamo: ci fa pensare con ottimismo alla possibilità che l’economia diventi uno strumento al servizio del benessere della società, e non viceversa», spiega Paolo Braguzzi, AD del Gruppo.

A settembre 2018 è stata inaugurata una nuova sede alle porte di Parma, il Davines Village, la “casadella bellezza sostenibile. Realizzato su una superficie di 77.000m², il complesso copre circa 11.000m² (il 20% dell’area complessiva), e include gli spazi dedicati a uffici, formazione, laboratorio di ricerca e sviluppo, stabilimento produttivo, magazzino e una grande serra centrale adibita a ristorante e spazio di coworking. «Una sede aziendale in cui prende vita il concetto di bellezza sostenibile, che perseguiamo con impegno e passione crescenti», dice Davide Bollati, presidente Davines. «Il virtuoso progetto architettonico che si è concretizzato pone al centro il benessere di chi ci lavora, e vuole rappresentare un luogo in cui etica ed estetica convivono in armonico equilibrio».

L’area rimanente (l’80% della superficie complessiva) è invece destinata a spazi verdi di diversa natura, fra cui un orto scientifico all’interno del quale vengono coltivate alcune tra le specie vegetali presenti nelle formulazioni cosmetiche. L’obiettivo di esaltare la sostenibilità architettonica del Davines Village ha determinato la scelta di una peculiare tipologia di cemento che imita il processo di fotosintesi: catturando le sostanze inquinanti, esso trattiene le polveri sottili per poi scomporle, annullandone di fatto l’impatto negativo e migliorando la qualità dell’aria.

«Anche grazie all’essere una B Corp abbiamo cercato di identificare uno scopo ancora superiore per l’impresa, e lo abbiamo identificato nella creazione di “buona vita” per tutti coloro che possono godere, o al contrario subire, un impatto da quello che facciamo. In questo modo pensiamo davvero di diventare i migliori per il mondo», conclude Braguzzi.

In conformità alla certificazione B Corp, il miglioramento ambientale è tangibile attraverso la presenza delle aree verdi: l’orto scientifico, un grande giardino che circonda gli edifici, e il Kilometro Verde. Il primo, delimitato da una siepe di allori e da platani a spalliera, accoglie piante officinali, aromatiche, alberi da frutto e ortaggi coltivati a scopo sperimentale, dimostrativo e culinario. Un impatto totalmente sociale lo ha il Kilometro Verde: da un’idea dello stesso Bollati e supportata dall’associazione “Parma, io ci sto!”, che raggruppa alcuni dei più importanti imprenditori di Parma (Barilla, Chiesi, Pizzarotti), è un’iniziativa promossa per combattere l’inquinamento causato dalla vicina Autostrada del Sole puntando ad abbattere le Pm10. Lungo gli 11 chilometri di autostrada che lambiscono il territorio parmense verranno piantati alberi naturalmente predisposti a contrastare le emissioni nocive delle automobili in transito. All’interno della nuova sede aziendale, Davines darà il via alla piantumazione dei primi 300 metri della cintura green, che sarà completata grazie al contributo delle imprese limitrofe.

 

Le società benefit e le loro leggi

Parma, attraverso le sue aziende, non punta più al profitto fine a se stesso, ma a essere uno strumento al servizio della società. La città, infatti, ospita anche un’altra importante azienda che ha come obiettivo il miglioramento a 360°: il Gruppo farmaceutico Chiesi. L’azienda, a febbraio 2019, è infatti diventata una società Benefit, scegliendo di adottare un nuovo modello reso disponibile dalla Legge italiana (208/2015). «Questa trasformazione è una tappa importante di un percorso di evoluzione continua: vogliamo sempre più agire come una forza positiva, promuovere un modo consapevole e diverso di fare business e avere un impatto positivo sulla società e sulla natura, per contribuire a uno sviluppo veramente sostenibile», afferma Alberto Chiesi, presidente Chiesi Farmaceutici.

Tra i progetti sostenibili di Chiesi Farmaceutici figura la nuova sede direzionale, che sorgerà alle porte di Parma su una superficie di 46.300m², attraverso una particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. Ad aiutare l’azienda parmense nel percorso di trasformazione in società Benefit – e nella certificazione B Corp ancora in corso di ottenimento – c’è l’azienda Nativa, country partner di B Lab e prima azienda B Corp in Europa, che ha soprattutto contribuito all’introduzione della Legge in Italia.

Le società Benefit sono espressione di una visione più evoluta e integrano nel proprio oggetto sociale una duplice finalità, trasformandosi da Srl/Spa in Srl società benefit, inserendo quindi all’interno dell’oggetto sociale il beneficio comune che vogliono perseguire: oltre agli obiettivi di profitto si prefiggono di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, e si impegnano a creare valore non solo per gli azionisti, ma anche per gli altri portatori d’interesse.

L’Italia è il primo Paese sovrano al mondo, dopo 34 Stati degli Stati Uniti d’America, ad aver introdotto la legge sulle società benefit. Oltre 400 aziende hanno già adottato questa forma giuridica di impresa per proteggere la missione nel lungo periodo. Dopo Usa e Italia, nel 2018 la stessa legge è stata introdotta in Colombia. In altri 12 Paesi nel mondo è in corso il processo di legiferazione, tra cui Argentina, Francia, Australia, Cile, Taiwan, Korea, Spagna, Scozia, Puerto Rico.

Il futuro si basa sulla sostenibilità, sulle aziende che non lavorano solo per loro stesse, ma che usano i loro mezzi anche per aiutare su più livelli i cittadini, dove lo Stato non riesce ad arrivare.

 

Photo credits: Davines

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