Sconcertato da questo racconto telefono a Enrica Alterio, presidente dell’Associazione Nazionale Navigator, anche lei campana.
“Le due misure introdotte non sono che la copia sbiadita del Reddito. L’Assegno di Inclusione ha eliminato una platea enorme di persone bisognose del sussidio. A Napoli è tornata una netta percezione di indigenza. In più il Supporto per la Formazione e il Lavoro, con i suoi 350 euro al mese che arrivano col contagocce, non serve a nulla in ottica ricollocamento. La piattaforma telematica doveva risolvere tutto, invece non è così. I Navigator erano figure che mediavano queste difficoltà, ora siamo alla follia pura. Inoltre i dati non si trovano; dalla narrazione sulla stampa ai dati sull’occupazione, sembra che tutto funzioni alla grande”.
Ripenso a Lucia, alla quale tra tutte le difficoltà le è toccato in sorte un corso base di informatica. Qual è l’utilità di tutto questo? Un paradosso che ricorre anche nella storia di Laura Ricciardi, 43 anni, residente nell’agro nolano.
“Il mio Reddito è scaduto quasi a fine anno perché stavo in mano ai servizi sociali. Da novembre più nulla, me la sto vedendo dura. Siamo definiti occupabili, ma il lavoro dov’è? A Napoli ci si arrangia soltanto. Io faccio pulizie, ma come si fa a vivere con 10 o 15 euro alla volta? Ben che vada, con 8 ore al giorno, ti toccano 500 euro mensili. Qualche opportunità di questo tipo c’è, tra l’altro difficile da cogliere perché non ho la patente, non conosco l’inglese e ho la terza media.”
Il Supporto per la Formazione e il Lavoro? “Ho seguito i corsi, sono in attesa di svolgere l’esame. Ma cosa risolve? Dopo i 40 anni è impossibile trovare un’occupazione in regola. La situazione è insostenibile. Nel frattempo attendo i 350 euro di indennità, però con 227 euro di affitto e 60 euro di luce sono già quasi finiti. Dimmi tu come si fa”.
In tutta onestà non so dare una risposta. Hai mai pensato di trasferirti al Nord? “Ti dico la verità, soffro d’ansia e il Nord non mi piace. Io sono nata qui e qui voglio rimanere. Comunque ci ho provato. Ho lasciato la mia terra per 1.200 euro al mese in Emilia-Romagna. Ma se 600 vanno via d’affitto, che senso ha andarsene a forza dalla propria terra?”. E quindi? “Quindi mi arrangio con qualche lavoretto saltuario, nemmeno il turismo mi aiuta. Vogliono l’inglese, conosco a malapena l’italiano. Parlo bene il napoletano, io”.