Il mito crolla anche sul fronte degli investimenti: la Lombardia, così come la maggior parte delle Regioni italiane, rimane distante e sostanzialmente stabile nel rapporto investimenti-PIL, passando dal 149esimo posto del 1995, con il 17,3%, al 114esimo del 2023, con il 20,5%, valore più basso di quello di Veneto e Piemonte (rispettivamente al 23,2% e 26,9%) e uguale a quello della Campania.
Non va meglio per ricerca e sviluppo, voce che resta residuale in rapporto al PIL: in questo caso la Lombardia dal 59esimo posto del 2003 (1,11%) crolla al 129esimo del 2021 (1,29%), lontano non solo dai maggiori competitori europei, ma anche da altre Regioni italiane, come il Piemonte e Campania, rispettivamente 60esima e 125esima del 2021. Quanto sia irrisorio il dato lombardo emerge ancora di più se pensiamo che la Leonardo S.p.A. rappresenta da sola il 30% degli investimenti italiani in ricerca e sviluppo.
“Gli investimenti sono una variabile economica che restituisce come le imprese immaginano il proprio futuro”, dice Romano. “Se gli imprenditori si aspettano un incremento di PIL e consumi, gli investimenti tendono ad aumentare, se invece si attendono una crescita contenuta, gli investimenti tenderanno a comprimersi”. D’altra parte, se non si fanno investimenti – anche e soprattutto in ricerca e sviluppo – non si possono produrre cose nuove e si smette di essere competitivi. “Se non si è competitivi, l’unico modo per guadagnare è affidarsi agli sgravi fiscali. Ed è quello che ha fatto l’industria lombarda negli ultimi decenni”, spiega Romano.
Questo è il presente, che arriva da lontano. E il futuro? La recessione tedesca sta già togliendo, e toglierà ancora, una fetta importante del mercato estero alle aziende della Lombardia, mentre i dazi annunciati dal presidente statunitense Trump, ancora più penalizzanti rispetto a quelli già imposti da Biden, saranno un’altra mannaia, soprattutto per le piccole imprese, che finora sono riuscite a stare a galla con gran fatica. “In fondo”, dice Romano, “questi elementi non faranno altro che accelerare un processo già in corso”.
L’analisi è impietosa, il mito smantellato. Il re, anzi la locomotiva, è nuda.
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